Com'è morto Yasser Arafat ?
le conclusioni opposte di medici israeliani e americani non rispondono all'interrogativo
Testata:
Data: 09/09/2005
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini
Titolo: Aids e veleno, si complica la morte di Arafat
Dal CORRIERE DELLA SERA di venerdì 9 settembre 2005 riportiamo un articolo di Davide Frattini sulle conclusioni di esperti americani e israeliani che hanno esamonato la cartella clinica segreta di Yasser Arafat.

Ecco il testo:

Vive recluso da tre anni senza ripercussioni sul suo regime alimentare. In questo periodo è stato privato dell'esposizione alla luce solare. Non fuma e non consuma alcolici. Negli ultimi mesi ha mantenuto, per quello che è possibile, un'attività quotidiana normale e costante». E' il 29 ottobre 2004 e i medici francesi dell'ospedale militare Percy visitano il paziente Yasser Arafat. Che tredici giorni dopo muore nel reparto di terapia intensiva, dov'è stato trasferito in coma: «Deceduto in seguito a un'emorragia cerebrale che ha complicato un quadro già grave».
E' la cartella clinica segreta del leader palestinese, che fino ad ora solo i parenti (la vedova Suha, il nipote Nasser Al Kidwah) e i medici personali avevano potuto consultare. Il New York Times e Haaretz hanno fatto analizzare il referto a due gruppi di esperti e sono arrivati a conclusioni diverse, che infittiscono il mistero attorno alla morte del raìs. Il quotidiano americano spiega che le pagine non offrono alcuna indicazione precisa sulle cause della morte: «I sintomi e l'evoluzione della malattia mettono a tacere la voce che Arafat sarebbe morto di Aids. E suggeriscono che anche l'avvelenamento è altamente improbabile».
Gli specialisti consultati dal giornale di Tel Aviv — anche se solo con ipotesi — puntano invece sulla sindrome da immunodeficienza acquisita. «Il fatto che questa possibilità sia stata ignorata è inconcepibile e bizzarro — elabora il professor Gil Lugassi, presidente della Società israeliana di ematologia —. Presumo che se ci fosse stato un test dell'Aids negativo sarebbe stato citato». I due giornalisti Amos Harel e Avi Isacharov, che pubblicano l'inchiesta completa nella nuova edizione del libro La settima guerra, hanno contattato Ashraf Al Kurdi, medico personale di Arafat: «So che i dottori francesi hanno trovato il virus dell'Aids nel suo sangue», svela. Per poi aggiungere vapore alla nebbia: «E' stato iniettato nel suo corpo per nascondere che Yasser sia stato avvelenato». Silvan Shalom, ministro degli Esteri israeliano, è intervenuto per escludere responsabilità dei servizi segreti: «I palestinesi la piantino con queste teorie del complotto».
L'unica cosa certa è che i francesi non offrono una vera spiegazione: «Non è possibile determinare una causa che chiarisca la combinazione di sintomi che ha provocato il decesso». Un medico israeliano sentito dal New York Times ipotizza: «Un veleno come la ricina o una tossina prodotta dal colera potrebbero spiegare il quadro clinico e il suo rapido deterioramento». Avi Isacharov evidenzia i punti oscuri attorno al rapporto: il referto tossicologico è catalogato sotto il nome di uno sconosciuto (Etienne Louvet) e alcuni esami sarebbero scomparsi. «La famiglia ha bloccato un test sul fegato dopo la morte. E' strano: avrebbe potuto risolvere il giallo».
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