La convergenza tra jihadismo e totalitarismo comunista
contro l'Occidente e la liberal democrazia
Testata:
Data: 31/08/2005
Pagina: 3
Autore: un giornalista
Titolo: Osama proclamò: convergere con è peccato
Secondo di una serie di articoli, (vedi "Il campo antiimperialista e gli emissari del terrore", Informazione Corretta del 30-08-05) sul RIFORMISTA del 31 agosto 2005.

Ecco il testo:

Il primo problema da risolvere
è l’incompatibilità. Che cosa
c’entra «la guerra contro i
crociati e gli ebrei» lanciata da
Osama bin Laden con la lotta di
classe o con l’attacco allo stato
imperialista delle multinazionali?
Ideologicamente non c’entra
nulla. Che cosa c’entra un movimento
che chiede un ritorno alla
purezza originaria dell’Islam
e vuole edificare regimi teocratici
nei paesi musulmani, con il
socialismo panarabo del Baath?
Nulla.Tanto meno con la battaglia
antimperialista di gruppi e
gruppetti che si ispirano a una
ideologia atea e occidentale come
il comunismo. Nulla di nulla.
Però, in questi anni molte cose
sono cambiate. La reazione
all’11 settembre, la controffensiva
americana che ha portato alla
sconfitta dei talebani e alla caduta
di Saddam Hussein, ha
creato il terreno per una «convergenza
» tattica e operativa. E’
ancora una volta Osama bin Laden
a proclamare il verbo l’11
febbraio 2003. Dice lo sceicco:
«In queste circostanze non ci
sarà danno se gli interessi dei
musulmani convergono con gli
interessi dei socialisti nella lotta
contro i crociati, malgrado la nostra
credenza nell’infedeltà dei
socialisti e nella stupidità di Saddam.
La giurisdizione dei socialisti
e il supporto che avevano
negli Usa è caduto molto tempo
fa, ben gli sta. Ma il popolo iracheno
non deve pagare per la
loro ambiguità. I socialisti sono
infedeli dovunque siano - prosegue
Osama - Ma la lotta che
stiamo ora intraprendendo è come
quella dei musulmani contro
i bizantini. Quindi la convergenza
degli interessi non è nociva. I
musulmani che combattono
contro i bizantini conversero
con i persiani per ottenere la liberazione.
E questo non era nocivo
ai compagni del profeta».
Una volta stabilita la legittimità
della «convergenza», si
aprono le fila per nuove possibili
alleanze e per nuove truppe.
Combattenti, ma anche sostenitori,
propagandisti, arruolatori,
ufficiali pagatori. In Iraq, così, la
guerriglia baathista e il terrorismo
alqaedista si sono dati un
unico nemico tattico, magari
pronti a divergere in futuro.
Fuori dall’Iraq, si è cercata la
penetrazione in Europa, con
metodi diversi, ma un obiettivo
ancora una volta convergente.
I gruppi jihadisti hanno cercato
di penetrare nell’humus
fertile che possono trovare nelle
Londonistan europee. Il Corano
diventa il libro del riscatto, la
stessa religione serve come
cemento ideologico
per una battaglia politica
contro le ingiustizie,
la segregazione, le «illusioni
» dei regimi liberal-democratici
e i «falsi valori»
dell’Occidente. Le componenti
baathiste, più pragmatiche,
hanno cercato di creare
una rete di sostegno alla resistenza
irachena, stabilendo
punti di contatto con una rete
di gruppuscoli di per sé poco
consistenti, ma ramificati in vari
paesi europei, che possono diventare
gli alberghi per i messaggeri,
le stazioni di posta per i
nuovi pony express che cercano
di stabilire contatti con le comunità
musulmane. Non attraverso
la predicazione degli imam nelle
moschee, ma attraverso contatti
operativi di veri e propri agit
prop o autentici agenti segreti.
La prima stazione di posta,
anzi l’albergo del libero scambio
è, da sempre, la Siria. Un ponte
importante è la Giordania (e gli
attentati ad Aqaba mostrano
che sono attive anche cellule
jihadiste). In Europa non esiste
ancora una consistente rete di
supporto. Ma i servizi di intelligence
di vari paesi si
sono scambiati informazioni
e hanno individuato
alcuni personaggi particolarmente
attivi. Nel mirino
è finito, come si sa, Abd Al-
Jabbar al Kubaysi (arrestato
dalgi americani nel 2004
al suo rientro in Iraq).
In Siria dal 1976 al 2002,
leader dell’Alleanza nazionale
irachena, ha viaggiato avanti e
indietro in Europa con il compito
di stabilire contatti. Nel febbraio
del 2003 a Parigi il congresso
dell’opposizione patriottica
irachena è servito per stabilire
contatti con una singolare
rete di groppuscoli, per lo più
derivanti dall’estrema sinistra,
ma con forti innesti anche dalla
destra antagonista e antisemita.
In Austria le figura più significative
sono Wilhelm Langthaler e
Christian Werba, che sono in
contatto con Noel Dominique
presidente della comunità irachena
austriaca. In Italia esiste
una variegata fauna che va dall’Unione
dei comunisti nazionalitari
al Network antimperialista.
Vi confluiscono schegge di
Prima linea, ex ordinovisti, ex di
Terza posizione e dei Nar. Antisionismo
e antimperialismo sono
le matrici comuni, ma anche
le chiavi che li avvicinano ai
gruppi radicali islamici in quel
processo di convergenza contro
il nemico comune.
Naturalmente è ingenuo
pensare che sia questa la rete di
sostegno esterno. E i servizi di
intelligence non lo pensano.Ancor
più ingenui sarebbero i «resistenti
» iracheni ad appoggiarsi
a basi tanto sfilacciate. Ma se
dalla logica delle cellule si entra
in quella della rete, allora la
prospettiva cambia. Non si deve
pensare ad una organizzazione
piramidale con una sorta di politburo,
comitato centrale, Né a
strutture tipo stasi o Kgb. Ma a
un network che passa spesso
per i siti internet, ad appoggi logistici,
a canali di trasmissione
(talvolta anche inconsapevoli)
di messaggi nelle bottiglie che
le onde dell’oceano in cui nuotano
i pesci porteranno a destinazione.
I servizi di intelligence
hanno individuato maglie di
questa elastica ragnatela in
Francia, in Danimarca, in Svezia.
Qui, esattamente a Malmo,
risiede un ex esponente del partito
comunista iracheno, scienziato,
scrittore, propagandista.
Si chiama Noori al Moradi, ha
55 anni, un Phd in fisica conseguito
a Mosca nel 1980, lunghi
soggiorni nello Yemen, in Siria,
in Libia. C’è il sospetto che personaggi
come lui possano aver
stabilito contatti anche con
schegge sparse e ormai disoccupate
di ex agenti dei servizi
dei paesi comunisti. Una cosa è
certa: il nuovo terrorismo è una
galassia talvolta allo stato gassoso.
Bisogna affinare le lenti
prima che si aggrumi.
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