Strage di Tel Aviv : una cronaca scorretta e squlibrata
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Testata:
Data: 01/03/2005
Pagina: 4
Autore: la redazione
Titolo: Terrorismo, Israele pressa Siria e Abu Mazen La replica di Damasco: "Voi i responsabili
A pag. 4 di City di oggi la redazione firma il seguente articolo dal titolo "Terrorismo, Israele pressa Siria e Abu Mazen La replica di Damasco: "Voi i responsabili", accompagnato da una foto di ortodossi ( del gruppo dei Neturé Karta, i religiosi antisionisti che manifestarono anche a Durban contro Israele e un esponente dei quali era ministro di Arafat per la "questione ebraica") che manifestano con dei cartelloni dai colori della bandiera palestinese con scritto in inglese e in arabo: Free Palestine e www.nkusa.org. La didascalia li descrive in modo non certo imparziale "Rabbini anti-sionisti manifestano a favore dei diritti dei palestinesi", e in quel "diritti" è già contenuto un giudizio.
Di seguito il testo dell'articolo:GERUSALEMME - Aumentano le pressioni di Israele sul presidente palestinese Abu Mazen dopo l'attentato suicida di venerdì sera a Tel Aviv rivendicato dalla Jihad islamica.
Tel Aviv da un lato punta l'indice contro Damasco, accusata di "fomentare il terrorismo" nei Territori, ma dall'altro mette all'angolo l'Anp.
Non c'è contraddizione tra le accuse a Damasco e la richiesta rivolta all'Anp di combattere il terrorismo,. E non si vede come tale richiesta, del tutto ovvia e imprescindibile per qualsiasi stato si trovasse nelle stesse condizioni di Israele, possa "mettere all'angolo" i dirigenti palestinesi.
Semmai, sono i terroristi a cercare di mettere nell'angolo lo stesso Abu Mazen."Non ci sarà alcun progresso politico finché l'Anp non agirà energicamente contro le infrastrutture del terrorismo", ha detto il premier israeliano Ariel Sharon, aggiungendo che il suo Paese potrebbe compiere "attività militari per difendere i suoi cittadini", cioè gli "omicidi mirati" (da poco sospesi) di dirigenti e militanti di organizzazioni radicali palestinesi. La Siria intanto respinge le accuse israeliane sulla responsabilità nell'attentato (quattro morti e decine di feriti) e ribalta tutto, insinuando il coinvolgimento di Israele. "La velocità con la quale si accusa la Siria mostra che si conosce l'autore di questa operazione e, a mio avviso, sa che si trova in Israele, anche se non voglio lanciare accuse. Mani israeliane sono all'origine di questo attentato per distruggere l'unità nazionale palestinese. La Siria allunga la mano per la pace", ha detto il ministro degli esteri siriano, Faruq El Sharaa. Si fa sentire anche la Jihad islamica, che minaccia "nuove operazioni" se "l'aggressione israeliana proseguirà".
Le accuse infondate della Siria e quelle della Jihad, che parla di "aggressione" israeliana dopo aver compiuto una strage di giovani israeliani, sono riportate comes e fossero dotate di credibilità.E mentre il padre di una delle vittime chiede al governo "vendetta", Tel Aviv ha interrotto le operazioni per l'uscita delle forze di occupazione da cinque città della Cisgiordania.
L'accostamento tra le dichiarazioni del padre di una delle vittime e l'interruzione delle operazioni di ritiro vuole suggerire che quest'ultima sia una forma di"vendetta", mentre è solo un modo di assicurarsi la sicurezza.
Secondo il linguaggio degli attivisti anti-israeliani le forze di difesa israeliane sono "forze di occupazione".
Il governo di Israele, inoltre, ha ovviamente sede... a Tel AvivUn duro colpo alla strategia di Abu Mazen che punta proprio sulla fine dell'Intifada, il graduale ritiro delle truppe israeliane e la ripresa di consizioni di vita normali nei Territori. Così Abu Mazen si ritrova di fronte allo stesso interrogativo che ha pesato sugli ultimi anni del suo predecessore Yasser Arafat: come soddisfare le esigenze di sicurezza di Israele ed evitare, allo stesso tempo, uno scontro interno palestinese.
In un articolo di cronaca viene inserita una valutazione storica, che è presentata in modo apodittico, e che è falsa. Arafat non affrontò nessun problema del tipo di quello proposto: il terrorismo era una parte della sua politica.
Si tratta un fatto storico ormai ampiamente documentato (vedi ad esempio Arafat, l'uomo che non volle la pace, di Barry e Judith Rubin)Abu Mazen ha ribadito di voler catturare i responsabili dell'attentato e ha anche avvertito i capi dei servizi di sicurezza che "rischiano il posto" se non produrranno risultati concreti in breve tempo. (Ansa, Ap)
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