Se la nonviolenza condanna l'autodifesa e non l'aggressione
causa il proprio discredito morale
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Data: 26/08/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Se la nonviolenza condanna l'autodifesa e non l'aggressione
Una notizia ANSA di oggi, 26-08-04:
(ANSA) - RAMALLAH (CISGIORDANIA), 26 AGO - Aron Gandhi,
nipote dello storico leader pacifista indiano Mahatma Gandhi, ha
esortato oggi i palestinesi a ricorrere alla lotta non violenta
contro l' occupazione israeliana affermando che in questo modo
potranno meglio convincere l'intera comunita' internazionale
delle buone ragioni della loro causa.
Gandhi, che si e' cosi' espresso a conclusione di un
colloquio di circa un'ora a Ramallah col presidente dell'
Autorita' nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat, si e' detto
convinto che israeliani e palestinesi possano arrivare a una
vera pace, con l'aiuto del Quartetto (Usa, Ue, Russia e Onu) e
nel rispetto delle risoluzioni dell' Onu.
Gandhi ha definito ''malvagia'' la barriera che Israele sta
costruendo in Cisgiordania e ha detto che le giustificazioni di
sicurezza sollevate da Israele sono ''false'' e che si tratta di
una barriera che ''sta soffocando il popolo palestinese''.
Nabil Abu Rudeina, consigliere di Arafat, ha dichiarato che i
palestinesi aspirano alla pace e ha sollecitato il Quartetto e
la comunita' internazionale a premere su Israele perche' ritorni
al tavolo dei negoziati senza condizioni preliminari.
L'esponente pacifista partecipera' nel corso della giornata a
una manifestazione di sostegno ai palestinesi che stanno
attuando nelle prigioni israeliane uno sciopero della fame per
migliorare le loro condizioni di detenzione e visitera' un campo
profughi palestinese.
Domani sara' ricevuto dal premier palestinese Abu Ala (Ahmed
Qrei) assieme al quale partecipera' a una manifestazione a Abu
Dis, alle periferia di Gerusalemme est, contro la barriera in
costruzione.
Le tesi di Gandhi sono palesemente insostenibili: la barriera difensiva è comprovatamente servita a salvare vite umane e probabilmente altrettanto hanno fatto le restrizioni imposte ai terroristi detenuti. Fatti di cui per un giudizio equilibrato avrebbe dovuto tener conto. La sua parzialità, invece, discredita la portata morale delle sue prese di posizioni e del suo stesso richiamo alla nonviolenza.