Al Qaeda prepara una strage in Italia
con l'ausilio di terroristi reclutati in loco
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Data: 02/08/2004
Pagina: 6
Autore: Guido Olimpio
Titolo: Autobomba o sostanze chimiche. Già in corso le prove di strage
Al Qaeda si prepara a colpire l'Italia. Al di là della credibilità delle singole minacce rivolte al nostro paese, esiste il pericolo reale di un attentato sul territorio nazionale. Dal Corriere della Sera, l'analisi di Guido Olimpio:L'Italia è nel mirino e la fondatezza o meno dei messaggi inviati a ritmo giornaliero costituisce un particolare secondario. L'Italia è nel mirino non da oggi ed è già stata colpita a Nassiriya. Ora la minaccia può estendersi al territorio nazionale dove esiste una rete eversiva che tende ad ampliarsi. Con gli elementi reclutati in Italia e quelli giunti dai fronti esterni: l'Iraq, ormai laboratorio permanente e ideale di terrorismo, la Cecenia e la Bosnia. Da questi focolai i mujahidin hanno allargato il loro raggio d'azione in zone limitrofe: la Polonia e la Bulgaria sono ritenute il trampolino per possibili attacchi verso Ovest. A Sofia sarebbe operativo un nucleo composto da militanti di Al Ansar Al Sunna e dai seguaci dello Al Tawhid del ricercato Abu Musab Al Zarkawi. «Possono agire in qualsiasi momento», è l'analisi di una intelligence mediterranea. Questo perché i terroristi, riconducibili a una nebulosa qaedista, avrebbero già provato alcuni attentati da compiere in Italia e in altri Paesi. E' possibile — dice una fonte mediorientale — che ricorrano alle autobomba o a sostanze chimiche letali: gli uomini di Al Zarkawi si sarebbero esercitati in Georgia e, più di recente, in Iraq. Il controspionaggio polacco ha anche messo in guardia sui tentativi degli estremisti di procurarsi gas velenosi nei depositi abbandonati dell'esercito iracheno. La missione potrebbe essere affidata a cellule simili a quella di Madrid: con un nucleo di «soldati» reclutati in loco e un paio di «ufficiali» legati alla leadership di Al Qaeda che fanno da cordone ombelicale operativo o semplicemente elettronico (email, telefoni satellitari). L'esecutore materiale ideale è «l' emiro dagli occhi azzurri»: i responsabili dei gruppi sognano di usare un europeo convertito all'Islam radicale. Sia perché può destare meno sospetti nella fase finale dell'attacco sia perché rappresenta un doppio schiaffo ai «crociati». E l'Italia potrebbe non essere l'unica ad essere colpita. L'assalto può svolgersi in più Stati con atti simultanei: sul mappamondo brillano le bandierine degli Stati Uniti (da ieri in allerta arancione), la Grecia (che ospita le Olimpiadi), la Gran Bretagna. Non si può escludere il «piano B»: un attentato contro un bersaglio italiano all'estero (ambasciate, aerei, turisti). E neppure il «piano C»: un'azione in contemporanea ai Giochi olimpici ma non nel territorio greco. Ti aspetti un attacco a Nord e loro agiscono a Sud. L'effetto non cambia. Questo ci riporta all'ultimatum delle Brigate Abu Hafs al-Masri. Si tratta forse non di un vero gruppo bensì di una semplice sigla dedicata al numero tre di Al Qaeda, ucciso nel 2001 in Afghanistan. Magari una voce del coro qaedista. Un propagandista che annuncia la tragedia. Chi manda il messaggio non conosce l'esistenza di un complotto e tanto meno i protagonisti. Sarebbe contrario alle regole della compartimentazione. Ma — mitomani e pazzi a parte — è ipotizzabile che qualcuno abbia deciso di enfatizzare l'atmosfera di ostilità verso l'Italia. Nelle chat virtuali su Internet come nei colloqui faccia a faccia gli integralisti esprimono tutta la loro avversione, promettono punizioni divine. Quindi denunciando la politica del governo Berlusconi non fanno altro che creare delle «premesse» per un attacco. A condurlo sarà poi una «vera» Brigata o semplicemente una banda di sicari associatasi al grande progetto di Bin Laden.
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