L'Unità di oggi riferisce dell'attentato di ieri mattina a Tel Aviv , nel quale ha perso la vita una giovane soldatessa di 19 anni. Umberto de Giovannangeli, come suo solito, non si esime dal fare considerazioni politiche e riportare notizie in modo che servano da sostegno alle sue tesi faziose. E' questo il caso della dichiarazione di Arafat che, dopo aver pubblicamente condannato l'attentato, (cosa già di per sè paradossale dal momento che le Brigate di Al Aqsa rispondono più o meno direttamente all'anziano terrorista), ha insinuato che dietro ci fosse Israele. Udg non fa nessun commento, come se le parole di Arafat, prive di qualsiasi riscontro e in contrasto con la pubblica rivendicazione delle Brigate di Al Aqsa, fossero assolutamente attendibili. Parallelamente le dichiarazioni di Sharon vengono presentate come lo sfogo indignato e furibondo dell' "anziano leader israeliano".
Due pesi e due misure per le dichiarazioni di Arafat e Sharon. Un credito illimitato è riservato al dittatore e terrorista palestinese, un disprezzo pregiudiziale a un leader democratico.
L'articolo di Udg è paro paro pressochè identico al pezzo ANSA uscito su molti giornali (solo per citarne uno, La Stampa). Ci viene una curiosità. Perchè Udg l'ha firmato ?
Ecco il pezzo:Tel Aviv, ore 7,10 del mattino. Una bomba esplode nell'ora di punta (la domenica è un giorno lavorativo in Israele), pochi secondi dopo che il bus 26 aveva lasciato la fermata di via Har Zion, al centro della città. Stavolta non si tratta di una attacco kamikaze a dflagare è un ordigno nascosto dietro a un cespuglio nei dintorni della centrale degli autobus. Se fosse esploso una manciata di secondi prima, quando il bus era ancora fermo e stracarico di gente che andava al lavoro, la bomba - annota il capo della polizia di Tel Aviv Yossi Sedbon - avrebbe potuto causare una strage. A morire è una giovane soldatessa di leva. I feriti sono oltre 30, quattro dei quali versano in gravi condizioni.
Nell'ordigno, contenente due chili di esplosivo, erano stati inseriti chiodi e bulloni per rendere più devastante l'effetto della deflagrazione.
Shlomi Ben Amo, che seguiva il bus nella propria auto, racconta di "aver visto una ragazza in divisa militare proiettata per aria " dall'esplosione. "La gente era isterica - prosegue- e tutto volava per aria. Un passeggero del bus, Yarden Brihon, riferisce che l'esplosione si è verificata " un secondo dopo che avevamo lasciato la fermata: na donna incinta accanto a me è crollata per terra. L'autista ha aperto le porte e siamo corsi fuori". " Ho visto una giovane soldatessa per terra e le ho gridato: parlami ,parlami: ha bisbigliato qualcosa e ha perso conoscenza", racconta un altro testimone. Il sergente Maayan Nayim, una bella ragazza di 19 anni,è morta poco dopo. A rivendicare l'attentato so le brigate Al Aqsa, un gruppo terrorista vicino ad Al Fatah di Yasser Arafat, che in un comunicato indicano di aver voluto vendicare la morte di diversi loro miliziani e di due comandanti locali uccisi in scontri con militari israeliani nelle ultime settimane a Gaza e in Cisgiordania.
Da Ramallah, Arafat condanna l'attentato insinuando che potrebbe trattarsi di una provocazione israeliana. " Voi sapete perfettamente chi sta dietro a questa azione. Israele lo sa, gli americani lo sanno, gli europei lo sanno", dichiara il presidente dell'ANP non precisando le sue accuse.
L'ultimo attentato contro la popolazione civile israeliana si era verificato il 14 marzo nel porto di Ashdod. Due kamikaze di Hamas si erano fatti esplodere uccidendo 10 persone. Quello di ieri mattina è il primo attenato a Tel Aviv da oltre un anno. L'ultimo si era verificato nell'aprile 2003, quando un giovane inglese di origine pakistana si era fatto esplodere in un bar sul lungomare della città. Nel gennaio dello scorso anno 23 persone erano state uccise in un attentato kamikaze a pochi metri dalla fermata dell'autobus colpita ieri.
La notiozia dell'attentato di Tel Aviv segna la riunione domenicale del governo israeliano. Disinvolto, Ariel Sharon afferma che l'attacco terroristico è stato compiuto " sotto il patronato" della Corte internazionale di giustizia dell'Aja che ha dichiarato illegale la barriera di sicurezza costruita da Israele in Cisgiordania. " Un'ora fa una israeliana è stata assassinata da terroristi criminali palestinesi. L'assassinio compiuto questa mattina è il primo commesso sotto la protezione del parere della Corte dell'Aja", denuncia Sharon aprendo la riunione del suo governo. " Voglio che sia chiaro che Israele respinge assolutamente il parere della Corte internazionale di giustizia dell'Aja", sottolinea il premier nel suo primo commento pubblico sull'argomento. Quello dell'Aja, aggiunge Sharon, " è una deliberazione a senso unico e politicamente motivata".
E' furibondo e indognato l'anziano leader israeliano. E non fa nulla per nasconderlo. Il documento dei giudici internazionali, tuona Sharon, è "uno schiaffo in faccia al diritto sacro della guerra al terrorismo" e incoraggia il terrorismo palestinese. La risposta d' Israele alla " sfida dell'Aja" si concretizza nell'ordine imopartito da Sharon di proseguire la costruzione della barriera in Cisgiordania. " La barriera è parte fondamentale della nostra strategia di difesa contro un terrorismo spietato, crominale, del quale i giudi dell'Aja non hanno tenuto alcun conto", dice all'Unità Ranaan Gissin, consigliere politico del premier Sharon. Secondo il vice ministro della difesa Zeev Boim è probabile che i palestinesi reèponsabili dell'attentato siano arrivati a Tel Aviv passando dalle aree in cui la barriera non è ancora stata costruita. " La sicurezza di Israele non è materia negoziabile nè può essere subordinata a tribunali politici esterni", avverte Gissin. Tra i destinatari di questo "messaggio" c'è anche Kofi Annan. E la replica del numero uno del palazzo di vetro non si fa attendere. " Penso che la decisione della Corte dell'Aja sia chiara", dichiara Annan da Bangkok, dove ha presenziato all'apertura della più grande conferenza mondiale sull'AIDS: " Mentre noi accettiamo che il governo di Israele abbia la responsabilità di proteggere i suoi cittadini - aggiunge il seguretario generale dell'ONU - ogni azione che Israele prende deve essere conforme alla legge internazionale e deve rispettare gli interessi dei palestinesi". Annan ha quindi ricordato che il giudizio della Coret internazionale di giustizia dovrà essere discusso nella settimana entrante dalla assemblea generale dell'ONU. Incassato il successo dell'Aja, i palestinesi mettono a punto la loro offensiva diplomatica. Ieri a Ramallah, durante una riunione di crisi convocata da Arafat e dal premier Abu Ala i vertici palestinesi hanno deciso di far ricorso subito alla Assemblea generale dell'ONU, nella quale dispongono, grazie all'appoggio dei paesi del terzo mondo, di una maggioranza quasi automatica; ma di sospendere sine die, e quanto meno fino a dopo le presidenziali americane di novembre, un passaggio al consiglio di sicurezza. " No abbiamo alcuna ragione di affrettarci a andare davanti al consiglio di sicurezza, per non incoraggiare un veto", spiega il ministro della agricoltura palestinese Ibrahim abu al- Naja. "Abbiamo ritenuto non fosse saggio fare ricorso ora al Consiglio di sicurezza perchè non vogliamo provocare gli americani, soprattutto durante la loro campagna elettorale, forse meglio aspettare la fine dello scrutinio: intanto porteremo la questione all'Assemblea generale", aggiunge una fonte vicina ad Arafat.
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