Solo tifosi o anche terroristi ?
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Testata:
Data: 26/06/2004
Pagina: 2
Autore: la redazione
Titolo: Abusi e tifoseria
A pag. 2 di City del 24/6/04 un articolo dal titolo "Ecco gli abusi israeliani a Hebron" Ex militari accusano l'esercito (ripreso dalla Reuters).


TEL AVIV - La polizia israeliana ha interrogato ieri gli organizzatori della mostra "Rompiamo il Silenzio: i soldati raccontano Hebron", quattro ex coscritti dell'esercito che raccontano con foto, video e testimonianze gli abusi dei militari nella città palestinese. Un filmato è stato sequestrato. "E' un tentativo di impedire che altri soldati rompano i silenzio", dice Giora Salmi, la direttrice della galleria di Tel Aviv che ospita le testimonianze raccolte dai quattro durante il loro servizio a Hebron, dove 500 coloni ebrei vivono tra 150mila palestinesi. In una delle foto c'è un detenuto palestinese bendato e ammanettato. In un'altra un bambino sotto il tiro di un fucile, in un'altra ancora i graffiti anti-arabi fatti dai coloni sulle case palestinesi (foto Reuters). Secondo l'esercito, gli interrogatori servonoper aprire un'inchiesta interna all'esercito sugli stessi abusi. In un filmato, un soldato con voce e volto camuffati racconta di un commilitone che spara un lacrimogeno contro i palestinesi senza essere stato provocato. "I miei superiori a Hebron hanno sempre mostrato poco interesse per il codice di condotta etica dell'esercito - ha dichiarato al quotidiano Haaretz uno degli ex militari -Yehuda Shaul - e molti comandanti di nuova generazione di Tsahal (l'esercito israeliano, ndr) di etica non vogliono nemmeno sentir parlare". (Reuters)

Per noi che conosciamo la società israeliana, quella araba e tante altre ancora, questo articolo mette in evidenza che l'esercito e la magistratura israeliana sono molto severe anche con chi si limita a scrivere sui muri (per cui la parola "abuso" ci fa quasi ridere, visto quello che viene scritto sui muri delle nostre città). Ma il lettore medio che leggerà l'articolo distrattamente penserà alla cattiveria e all'ostinazione dei soldati israeliani che "non vogliono nemmeno sentir parlare di codice etico". Magari paragonando un arresto, seppur brutale, sempre legittimo, un lacrimogeno eccessivo o un graffito su un muro alle torture di Abu Ghraib o peggio ancora agli sgozzamenti e ai linciaggi arabi.

Si dice che lo sport è un'occasione per far incontrare culture diverse e promuovere progetti di pace. Non è così purtroppo per City che a pag. 11, quella dedicata al calcio, che firma un articolo dal titolo: Gaza tifava Italia "Sempre difesa, che delusione"

Gaza (Territori Palestinesi" - Tutti davanti ai televisori a Gaza martedi sera, dimenticando la guerra e le sofferenze, per guardare la partita dell'Italia, la squadra più amata dai palestinesi, soprattutto nella Striscia. Ma dopo il fischio finale anche nella Striscia è arrivato il coro di fischi e critiche contro i signori del pallone italiani e il Trap. "Ci hanno totalmente deluso, dice Samih Ata, un poliziotto di 28 anni di Gaza City. "Gli italiani non sanno scegliere gli allenatori della nazionale: seguono sempre la stessa tattica difensivista. Devono smetterla di deludere i tifosi". "La miglior difesa è l'attacco", sottolinea Abu Kamal, 25 anni, miliziano delle Brigate Martiri di Al Aqsa, il gruppo armato vicino ad Al Fatah di Yasser Arafat.

Viene il dubbio che invece di parlare di calcio si stia riferendo alla guerra mossa contro Israele. Siamo noi malpensanti?

Lui si dice molto deluso dalle prove di Vieri e Del Piero. "Non capisco perché gli italiani abbiano tenuto Trapattoni dopo il mondiale", aggiunge Samir, profugo come tanti a Gaza (Ansa)

Sembra proprio che City non si sia lasciata sfuggire l'occasione di descrivere questi "bravi ragazzi", miliziani, poliziotti, profughi, ma mai terroristi (come dovrebbero essere chiamati i membri delle organizzazioni terroristiche) come molto empaticamente vicini ai loro coetanei italiani. Insomma se questi "attivisti" (per usare un altro termine tanto di moda nella redazione di City) tifano in questo modo per l'Italia, "dimenticando per una sera le loro sofferenze", non saranno poi così cattivi, no?

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