I dettagli dell'operazione lanciata ieri dall'esercito israeliano nella striscia di Gaza trovano ampio spazio sui principali quotidiani italiani.
Sulla morte dei due ragazzini, imputata da tutti i nostri media a Israele,si veda il resoconto di Ha'aretz che abbiamo inserito nella critica all'Ansa.
L'Operatione Arcobaleno, così chiamata da Zahal, ha lo scopo di interrompere il continuo flusso di armi ed esplosivi tra la Striscia e l'Egitto che avviene attraverso una selva di cunicoli sotterranei. Nella prospettiva del ritiro da Gaza, si rende necessario indebolire quanto più possibile le infrastrutture terroristiche in modo che il governo della striscia non cada nelle mani di Hamas o, peggio ancora, di Al Qaida.
Di seguito analizziamo come La Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, Ansa, L'Unità e Il Mattino hanno riportato la notizia.
A pagina 9 di REPUBBLICA troviamo l'articolo del corrispondente Alberto Stabile dal titolo "Gaza, attacco ai campi profughi" che, all'analisi, si rivela assai sbilanciato e critico nei confronti di Israele. In sostanza, Stabile si sofferma esclusivamente sulle sofferenze palestinesi, senza indagare a fondo sulle ragioni dell'intervento israeliano.
(a cura della redazione di Informazione Corretta)Ariel Sharon ha messo in moto una possente macchina bellica per far cessare il contrabbando d´armi dall´Egitto alla Striscia di Gaza e convincere gli scettici che ritiro non vuole dire ritirata e abbandonare Gaza non significa ammettere la sconfitta. Le conseguenze per i palestinesi sono tragiche. Alla fine della prima giornata dell´operazione poeticamente definita «arcobaleno» contro i campi profughi e la città di Rafah, nel sud della Striscia, si contano 20 morti e decine di feriti, in buona parte tra la popolazione civile. Ma nonostante le condanne della comunità internazionale, l´offensiva, ha assicurato il ministro della Difesa, Shaul Mofaz, andrà avanti fino a quando sarà necessario.
Da quanto sostiene Stabile l'operazione arcobaleno sarebbe stata avviata da Sharon per puro capriccio politico, per dare una prova di forza agli elettori del Likud dopo la debacle del referendum interno. Del fatto che Gaza sia la roccaforte di Hamas, gruppo terrorista che da 10 anni colpisce Israele con sanguinari attentati e contrario a qualsiasi accordo di pace che non preveda la distruzione di Israele, Stabile non fa alcun cenno.Per primi sono arrivati gli elicotteri Apache. Non era ancora spuntata l´alba che il quartiere di Tar el Sultan, vicino al confine, rimbombava d´esplosioni. Al primo bombardamento sono state uccise tre persone. I medici del piccolo ospedale locale dicono che due erano miliziani di un qualche gruppo armato.
Il secondo bombardamento degli elicotteri, diretto come il primo, secondo le fonti militari israeliane, contro «posizioni terroriste», ha ucciso otto persone e ferito 23. Hamas, che non nasconde mai le sue perdite, ha fatto sapere che tre dei morti erano suoi combattenti.
Che, tuttavia, sia alto il tributo di sangue imposto alla popolazione civile non lo dicono soltanto le fonti palestinesi. Lo ammette anche, indirettamente, l´esercito quando, stilando un primo, provvisorio bilancio delle perdite inflitte, dice che su 15 «terroristi» uccisi, nove erano «vecchie conoscenze», militanti della resistenza armata inseriti da tempo nella lista di quelli «da catturare o uccidere».
Probabilmente al giornalista di Repubblica sfugge il fatto che i terroristi ( o come li chiama lui , i combattenti) di Hamas si facciano sistematicamente scudo con la popolazione civile, che viene, tra le altre cose, continuamente invitata a unirsi ai combattimenti.
Poi sono arrivate le ruspe, i carri armati, i blindati, i tiratori scelti, gli artificieri, i genieri, i commando addestrati al combattimento casa per casa. L´intera divisione, che era stata assemblata nei giorni scorsi al confine di Rafah, s´è mossa con l´inarrestabile lentezza di un dinosauro, travolgendo campi coltivati a pomodori, serre, case. Tre le demolizioni. Rafah è stata completamente accerchiata, strangolata e separata dal resto della Striscia.
Una dimostrazione di potenza, ma anche la rappresentazione dal vivo di quello che significherà, domani, ritirarsi da Gaza mantenendo il diritto, ma forse è meglio dire il potere, di contrastare con ogni mezzo l´eventuale minaccia proveniente dal territorio evacuato.
Se gli israeliani avessero voluto muoversi come elefanti in una cristalleria avrebbero benissimo potuto farlo bombardando le case al confine della striscia senza dover mandare soldati a combattere casa per casa rischiando la loro vita; quella sarebbe stata sì una dimostrazione di potenza . Per salvaguardare al massimo la popolazione civile l'esercito ha scelto questo metodo. Se Stabile ne conosce altri che portano allo stesso risultato i comandi israeliani saranno ben lieti di accogliere i suoi suggerimenti.Fonti della sicurezza palestinese hanno denunciato che alle ambulanze è stato impedito di accorrere dove c´era bisogno, al punto che due mezzi di soccorso sono stati colpiti da proiettili israeliani. La camera mortuaria del piccolo ospedale s´è subito riempita. I cadaveri sono stati depositati nelle celle frigorifere del vicino mercato ortofrutticolo.
L´assedio è stato tolto nel primo pomeriggio, almeno in parte. Nel senso che è stata aperta l´unica strada che da Rafah porta a Khan Yunis e a Gaza città. Gli sfollati, che avevano abbandonato le loro case per timore che venissero distrutte (ieri erano già 1400, ma sono 3000 dall´inizio della seconda intifada) hanno potuto trovarsi un altro tetto. Per molti di loro è come vivere un secondo e più amaro esodo, se si tiene conto che nella città di Rafah vivovo 40mila persone e nei campi profughi, ormai inglobati nel territorio urbano, vivono 90mila profughi.
Come in una litania sentita più volte, Stabile racconta la terribile tragedia e l'immane sofferenza del popolo palestinese; le anime belle rimarranno commosse, senza dover indagare il perchè e il come.
Già alla prima avvisaglia dell´operazione scattata ieri, alte si erano levate le proteste dell´Autorità palestinese contro quello che Arafat e i suoi ministri definiscono come «un grande massacro pianificato». Alla denuncia palestinese ieri s´è aggiunta la condanna del rappresentate Ue per la Politica estera Javier Solana e quella della Lega araba che ha definito l´operazione un caso di «pulizia etnica».
Le voci della propaganda palestinese non potevano che costituire la fine di questo fazioso articolo. Capiterà forse mai a Stabile di criticare Arafat con lo stesso ardore e la stessa animosità con cui critica Sharon?
Sul CORRIERE DELLA SERA Elisabetta Rosaspina ripropone, seppur meno faziosamente, le tesi e il tono della cronaca di Alberto Stabile: grande attenzione sulle sofferenze dei palestinesi con relative descrizioni e di interviste, e assolutamente niente a proposito delle ragioni che hanno portato l'esercito israeliano a questa operazione. Ragioni che il lettore del Corriere della Sera può evincere esclusivamente dal titolo dell'articolo, dal quale si capisce il motivo dell'operazione.
"Caccia ai tunnel di Gaza, uccisi 19 palestinesi"
Ecco l'articolo:
GERUSALEMME — L’ « Operazione Arcobaleno » , nome poetico per uno dei più massicci raid israeliani dall’epoca della guerra dei Sei Giorni, prosegue secondo i piani a Gaza. Dopo avere isolato con decine di carri armati Rafah e il campo profughi di Tel Al Sultan, tre chilometri più a nord, dal resto della Striscia, è iniziata quella che le televisioni israeliane definiscono la « guerra dei cecchini » . Un palestinese è stato ucciso dall'esplosivo che stava maneggiando e altri 19 dal fuoco israeliano, inclusi due fratelli di 15 e 13 anni che avevano infranto il veto dei genitori per salire sul terrazzo di casa a nutrire i piccioni in gabbia.
L'esercito promette un'inchiesta sulla fine dei due ragazzini, ma ciò non basta a proteggere i vertici militari e il governo israeliano da un' ondata di critiche internazionali che nemmeno il presidente americano riesce ad arginare con totale convinzione. Bush si è detto « turbato » dall'impennata di violenza nel sud della Striscia, ma l'ha giustificata con il diritto all' autodifesa dello stato ebraico.
Per le Nazioni Unite, l'Unione Europea ed Amnesty International, invece, il governo di Ariel Sharon sta andando ben oltre la legittima difesa.
« Quel che sta accadendo a Gaza — ha detto Javier Solana, responsabile degli affari esteri per l'Unione Europea — va condannato, e va condannato con forza » . Amnesty International ha presentato un rapporto i cui si configura contro Israele l'accusa di « crimini di guerra » , per la sistematica e punitiva distruzione di tremila case palestinesi, in corso dal settembre del 2000, data d'inizio della seconda Intifada. Il consiglio di sicurezza della Lega Araba si è riunito al Cairo e spinge le sue conclusioni anche più in là: l'Operazione Arcobaleno è finalizzata alla « pulizia etnica » della zona.
Il governo ha deciso di non ripetere l'errore commesso a Jenin ( Cisgiordania), nell' aprile del 2002, quando impedì alla stampa e alle organizzazioni internazionali di accedere al campo profughi per più di una settimana, in cui fu ipotizzato un massacro.
Il check point di Rafah è stato riaperto ai giornalisti ieri pomeriggio, ma le testimonianze raccolte sul campo di battaglia e negli ospedali contrastano con obiettivi e criteri dichiarati dall' esercito per il suo intervento: scovare i tunnel che permettono l'ingresso di armi sempre più potenti ed esplosivi forniti dall'Iran e dagli hezbollah, distruggere soltanto le case che servono da base ai terroristi, rispondere al fuoco degli uomini armati.
Gli abitanti parlano di corpi abbandonati in mezzo alla strada e impossibili da raggiungere perché esposti al tiro dei militari israeliani appostati sui tetti, di ambulanze alle quali è stato impedito di raggiungere i feriti, di gente morta dissanguata, di celle frigorifere insufficienti nell' obitorio di Rafah. Nessuno riuscirà mai a stabilire se Said Lemghayer, 23 anni, centrato alla testa, davanti alla sua casa, nella zona periferica di Tel Al Sultan, e Fathi Abu Ermaneh, 35, fulminato con un proiettile al collo per strada fossero armati, come sostiene l'esercito, oppure no, come protestano i vicini palestinesi. Il primo missile, sparato da un elicottero, avrebbe colpito invece la moschea del quartiere, uccidendo all'alba un primo gruppo di uomini. Decine di blindati sono entrati subito dopo a Tel Al Sultan e, raccontano gli abitanti, i militari hanno battuto casa per casa sulle tracce di ricercati di Hamas, della Jihad Islamica e delle Brigate dei martiri Al Aqsa. Più difficile da giustificare la morte, ieri mattina, della quindicenne Asma Mughayer e del fratellino Ahmed, colpiti sul terrazzo di casa, al terzo piano, con una precisione da far escludere l'eventualità di pallottole vaganti.
Il fratello maggiore, Alì, ha raccontato di aver impiegato un'ora per riuscire a trascinare dentro casa i corpi dei due ragazzini, sotto il fuoco di un cecchino, dal tetto del palazzo accanto. Anche l'ambulanza è arrivata 5 ore dopo e almeno altre sei autolettighe sarebbero state bloccate ai check point mentre cercavano di raggiungere l'ospedale di Khan Younis, più a nord e meglio attrezzato. Ma l'esercito smentisce di aver ostacolato in alcun modo i soccorsi ai feriti.
Il comando delle operazioni nega anche di aver in programma la demolizione immediata delle case che fronteggiano la « Philadelphi road » , per allargare la strada, lunga nove chilometri, che divide Gaza dall'Egitto.
Sul quel percorso, la settimana scorsa, erano morti undici soldati israeliani, quando uno dei loro blindati era finito su una mina e l'altro era stato colpito da un missile kassam. L'incursione a caldo aveva provocato, in risposta, 29 morti fra i palestinesi, cinque dei quali civili, nel quartiere di Zeitun. Ma l'ingresso massiccio di tank e truppe è stato posticipato di qualche giorno, forse per non trasformare il Forum mondiale economico, che si è svolto nel fine settimana in Giordania, in un convegno contro Israele.
Nessuno dei 40 mila abitanti di Rafah e dei suoi 91 mila profughi si era illuso però che l'attacco potesse tardare molto ed essere breve.
L'Operazione Arcobaleno « andrà avanti per tutto il tempo necessario » ha confermato il ministro della Difesa Shaul Mofaz.
L'articolo di Yariv Gonen sulla STAMPA pare essere quello dai toni più equilibrati; se non altro oltre alle sofferenze dei palestinesi vengono riportate le ragioni di Israele. Non equilibrate sono invece le didascalie che accompagnano le due immagini pubblicate vicino all'articolo: nella prima foto si vedono i corpi dei due fratellini palestinesi e la didascalia riporta la versione palestinese dell'accaduto, per cui sarebbero stati i "cecchini israeliani" a ucciderli; la versione israeliana, da noi riportata più avanti è però diversa e doveva anch'essa essere riferita.
"Venti palestinesi uccisi nella battaglia di Rafah"Israele ha lanciato ieri nel Sud della Striscia di Gaza la più importante operazione militare degli ultimi dodici mesi: nel corso della notte decine di mezzi blindati e centinaia di soldati hanno totalmente isolato i 145.000 abitanti della città di Rafah dal resto della Striscia «per mettere fine una volta per tutte - hanno detto i responsabili dell’esercito - al traffico di armi dal territorio egiziano».
I combattimenti nei quartieri di Tel el-Sultan e Salah ad-Din sono stati durissimi e le truppe dello Stato ebraico sono state costrette ad avanzare con cautela e a procedere di casa in casa. In serata il bilancio provvisorio delle vittime palestinesi era di 20 morti e di decine di feriti.
Migliaia di persone hanno inoltre abbandonato le loro case a precipizio, nel timore che esse vengano presto abbattute dai militari israeliani. Questi sfollati - mentre la battaglia infuriava - hanno cercato riparo nelle scuole, negli istituti religiosi e in uno stadio di calcio.
Da più parti al mondo si sono levate ieri, immediate, espressioni di condanna verso Israele e di apprensione per la sorte dei civili di Rafah. L’Alto responsabile per la politica estera europea Javier Solana, ha affermato che «quanto avviene a Rafah dev’essere duramente condannato». Dal Palazzo di Vetro il Segretario generale Kofi Annan ha manifestato «apprensione», mentre gli Stati Uniti hanno chiesto a Gerusalemme «chiarimenti urgenti». Da Ramallah, l’Autorità nazionale palestinese ha denunciato la «catastrofe umanitaria» in corso a Rafah e ha accusato Israele di condurre «una guerra di sterminio».
Secondo l’organizzazione umanitaria palestinese Pchr-Gaza dall’inizio dell’Intifada l’esercito israeliano ha demolito a Rafah 1059 abitazioni, lasciando senza tetto 8500 persone. Nelle giornate comprese fra il 13 e il 15 maggio scorsi ottantadue case sono state rase al suolo. E ieri la Corte Suprema di Gerusalemme ha respinto l’appello di 46 abitanti di Rafah che - avendo appreso che Israele intende demolire altre centinaia di abitazioni - volevano almeno far valere le loro ragioni in tribunale.
In una conferenza stampa tenuta nella zona dei combattimenti il capo di Stato Maggiore di Gerusalemme, Moshe Yaalon, ha detto che l’«Operazione Arcobaleno», come è stata battezzata, non ha per ora limiti di tempo, e ha aggiunto che essa è stata decisa per impedire che attraverso Rafah armi inviate dall’Iran e dagli Hezbollah libanesi entrino nella striscia di Gaza. Nel linguaggio dei militari israeliani, Rafah è «il cancello del terrorismo» perché attraverso i suoi tunnel sotto il confine armi ed esplosivi inviati dal territorio egiziano entrano in grandi quantità nella Striscia. Fonti di intelligence aggiungono che Israele ha notato nel Nord del Sinai la presenza di razzi Katyusha, probabilmente iraniani, che di lì a pochi giorni sarebbero entrati a Gaza insieme con una fornitura di lanciarazzi Rpg.
Nei combattimenti di ieri (oltre a due fratelli di 10 e 11 anni, Ahmed e Asmaa El-Mughayer) è rimasto ucciso un comandante militare di Hamas, Ibrahim Darwish. Fra i grandi ricercati dell’Operazione Arcobaleno spiacca il nome di Jamal Abu Samhadana: una persona che ha fama di essere un importante contrabbandiere e di comandare al tempo stesso i Comitati di resistenza popolare, una fazione locale cui è stato attribuito mesi fa l’attacco a un convoglio diplomatico statunitense.
Un portavoce di Hamas ha fatto sapere ieri da Rafah assediata che i combattenti sono decisi a ingaggiare battaglia «fino all’ultima goccia di sangue, fino all’ultimo proiettile». Da parte loro la Brigate dei martiri di Al-Aqsa hanno avvertito che nessun condominio in Israele può ora ritenersi sicuro perché la legge del taglione vuole che «per ogni casa di Rafah venga demolita anche una casa a Tel Aviv».
L'ANSA rimane fedele solo alle fonti palestinesi, com'è evidente dal trafiletto in cui dà conto della morte dei due fratellini, attribuendola ai soldati israeliani.Il quotidiano israeliano di sinistra Ha'aretz riporta invece che: ".....Una inchiesta militare preliminare sull'incidente, (...) ha rilevato che i ragazzini sono stati probabilmente uccisi da una trappola esplosiva che avrebbe dovuto uccidere i soldati israeliani, e non dal fuoco israeliano, come riportava mercoledì la Radio militare...".MO: scontri a Gaza morti 2 ragazzi
(ANSA)-RAFAH, 18 MAG - Oggi a Rafah due ragazzi palestinesi sono rimasti uccisi negli scontri tra l'esercito israeliano e i gruppi armati palestinesi. La notizia arriva da fonti palestinesi e stando alle informazioni sarebbero 16 i palestinesi finora morti a Rafah, dove da ieri e' in corso una forte offensiva militare israeliana. Le giovani vittime, Ahmed Mohammad Al Mughayer (11 anni) e sua sorella Asmaa (15 anni) sarebbero stati uccisi da pallottole vaganti mentre si trovavano in casa.
Sull'UNITA':
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=34646
L'articolo è firmato da Umberto De Giovannangeli:
"Massacro israeliano a Rafah: venti palestinesi uccisi"
Macerie e sangue. Distruzione e morte. Benvenuti nell’inferno di Rafah. Come un rullo compressore, «lento e sistematico» l’esercito israeliano ha cominciato l’altra notte, tra forti proteste internazionali, una vasta operazione militare senza limiti di tempo a Rafah, al confine con l’Egitto nel sud della Striscia di Gaza. L’«Operazione Arcobaleno» (questo è il nome in codice), inizia al calar delle tenebre, quando le ombre della notte vengono squarciate dai trancianti dei colpi di artiglieria e dai razzi sparati dagli elicotteri Apache. Ad essere uccisi sono almeno 20 palestinesi, in maggioranza combattenti - ma ci sono anche un ragazzo di 11 anni e la sorella di 15 - a cui si aggiungono altri due colpiti dai soldati in Cisgiordania in due distinti incidenti.
I "due colpiti" sono il capo dei martiri di Al-Aqsa a Jenin e un altro terrorista armato a Nablus. Ma sono solo dettagli che UDG ritiene superfluo riportare...I feriti sono decine. Israele non ha annunciato sue perdite. I palestinesi denunciano una «catastrofe umanitaria» e accusano Israele di «crimini di guerra»
come a Jenin, ma questa volta c'è la stampa internazionale che accompagna l'operazione, proprio per smentire questa propaganda... ma dov'è il giornalista dell'Unità?Un’accusa, questa, che è stata lanciata anche da Amnesty International e dalla Lega Araba. Da Ramallah, il presidente palestinese Yasser Arafat ha affermato che a Rafah l’esercito sta attuando un «grande massacro».
Israele ribatte che i suoi soldati hanno ordini tassativi di fare ogni sforzo per non colpire la popolazione civile e di sparare solo sui punti dai quali proviene il fuoco di combattenti palestinesi, accusati di piazzarsi deliberatamente in aree densamente abitate da civili. A Rafah vivono, in condizioni di sovraffollamento, circa 90mila persone.
in realtà sono circa 75.000, ma a De Giovannangeli piace alzare i numeri.L’esercito afferma di aver distrutto finora solo quattro case con l’intento di demolire gallerie sotterranee usate per contrabbandare armi dall’Egitto
tra cui l'abitazione di uno dei massacratori della donna incinta e le sue quattro figlieLe autorità di Gerusalemme sostengono inoltre che l’operazione, lanciata dopo l’uccisione di 13 soldati per mano palestinese la scorsa settimana, mira a distruggere le «infrastrutture del terrorismo» e non legata al progettato allargamento dell’asse Philadelphi, a ridosso del confine con l’Egitto, che dovrebbe comportare la demolizione di centinaia di case. Frattanto la Corte suprema israeliana ha respinto la richiesta di 49 palestinesi di vietare l’eventuale demolizione delle loro case a Rafah. Il capo di stato maggiore Moshe Yaalon, in una conferenza stampa ha detto che Israele ha informazioni secondo le quali armi da guerra provenienti dall’Iran, tramite gli Hezbollah libanesi, si trovano in posizioni avanzate nel Sinai, sul versante egiziano del confine, in attesa di essere contrabbandate in Israele. È ciò che Tsahal è deciso di impedire, temendo che alcune di queste armi, come razzi katiuscia, una volta trafugate nella Striscia possano poi essere usate per colpire le città del sud. ...
IL MATTINO dà credito solo ed esclusivamente alle versioni palestinesi. Anche il quotidiano napoletano esprime tutto il suo sdegno per il "massacro pianificato", come ha dichiarato Arafat. Insomma, il giornale pende letteralmente dalle sue labbra. Non riportiamo l'articolo perchè in alcuni tratti è perfettamente identico a quello dell'Unità di UDG.
Sul Mattino trova spazio anche un articolo sulle dichiarazioni di Arafat ("è un massacro pianificato"): si noti che quando Arafat spara menzogne su Israele, il quotidiano trova spazio per questo, mentre quando inneggia al terrorismo, alle sue parole viene dato pochissimo rilievo.Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere al giornale di riferimento. Gli indirizzi e-mail si trovano nella sezione "Media".