Ricorsi storici per capire l'Iraq
i terroristi non stanno facendo niente di nuovo, ecco perchè
Testata:
Data: 09/04/2004
Pagina: 3
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: Dal Kamikaze al kidnapper il rapimento è più negoziale
Sul Riformista di oggi Aldo Torchiaro analizza i parallelismi tra i metodi che i terrorsiti iracheni utilizzano e quello che è successo nel Libano con gli Hezbollah. Si scoprono interessanti analogie,il terrorismo islamico è globale, inutile fare falsi distinguo. Ecco il pezzo.
L’escalation della violenza in Iraq è entrata ieri in una fase nuova: quella dei rapimenti. Sono stati prelevati contro la loro volontà otto religiosi
sudcoreani, rilasciati nel pomeriggio, tre civili giapponesi, due arabi di nazionalità israeliana ed un cittadino britannico, che sarebbe stato preso
in ostaggio lunedì senza che la notizia trapelasse.
La kidnapping policy introduce un elemento di novità nel carnage iracheno: agli occhi dei gruppi armati gli stranieri non sono più esclusivamente carne da macello ma divengono oggetto di trattativa,di ipotesi negoziale.
Se il gruppo estremista Ansar a-Din, che si è reso protagonista del prelevamento dei due arabi israeliani ha puntato ad un riscatto monetario per rafforzare le risorse della lotta armata, la rivendicazione del gruppo che ha rapito i tre giapponesi è stata esplicitamente politica. La televisione Al Jazeeraha infatti mandato ieri due rivendicazioni agghiaccianti.«Siamo una fazione religiosa», ha annunciato un uomo mascherato, «abbiamo catturato spie che appartengono al nemico sionista e chiediamo l’immediato rilascio di tutti i prigionieri». Davanti alle telecamere, i due uomini sono sembrati terrorizzati e hanno reso un’improbabile confessione:«Sono una spia israeliana». In un altro video, terroristi delle "Brigate dei Mujahidin" mostrano i giapponesi in ostaggio, tra cui una donna. Tre dei vostri figli sono caduti nelle nostre mani - è scritto in un comunicato del gruppo letto da un anchorman della televisione del Qatar - Vi offriamo due possibilità: ritirare le vostre forze o li bruceremo vivi.Vi diamo tre giorni a partire dal giorno in cui il nastro è stato trasmesso». Sono 550 i soldati giapponesi sul suolo iracheno. Il salto di
qualità dei gruppi sciiti punta sulla visibilità mediatica ma anche sull’apertura di un tavolo separato tra milizie e singoli paesi coinvolti nella ricostruzione irachena. Il comandante della brigata polacca, generale Edward Gruszka, è in contatto con esponenti moderati sciiti per tentare di allentare la
tensione, come ha riferito da Varsavia il portavoce dell’Esercito, Zdzislaw Gnatowski. «Il generale sta avendo colloqui con esponenti religiosi moderati
per verificare la possibilità di stabilizzare la situazione, evitare che precipiti e prendere le distanzedalle azioni degli estremisti», ha riferito un portavoce.L’area presidiata dal tricolore italiano non èavulsa dal trend dell’ostaggio straniero. Rimangono sfumati i confini della vicenda che avrebbe portato al rapimento, e poi al rilascio, di due attivisti dei diritti umani sudcoreani a Nassiriya tre giornifa. A quel gesto aveva fatto seguito un ultimatum al contingente italiano, lanciato dal capo popolo sciita Sayyed Riyad, dell’Esercito di Al Mahdi, secondo il quale i due ostaggi non sarebbero stati liberati finché «i soldati italiani non se ne fossero andati dalla città». In quel caso la liberazione è peròavvenuta senza concessioni. Per quanto riguarda il contingente polacco, il portavoce ha sottolineato che «non vi sono negoziati in corso con rappresentantidi Moqtada Sadr». Proprio il gruppo Al Sadr sarebbe dietro alla regia della kidnapping policy, in
continuità con un filone non nuovo nella scuola delfondamentalismo sciita. In Siria, in Iran, in Libano,ma anche nello Yemen e nelle Filippine, tutti i
gruppi fanatici negli ultimi vent’anni hanno intrapresola strada del rapimento per entrare in una fase negoziale e mediatica diversa. In particolare, sono
molte le analogie con quanto avvenne in Libano dove la cosiddetta "Resistenza Islamica" ai soldati israeliani occupanti iniziò ad un certo punto a limitare le azioni kamikaze favorendo la strategiadel prelevamento mirato. Hezbollah si specializzò in questo ramo, proponendo ai generali israelianilo scambio con i miliziani fatti prigionieri. Ieri mattina, gli uomini del leader radicale Moqtada Sadr avevano rivelato di aver preso in ostaggio alcuni spagnoli e «forse un americano», con l’intenzione di scambiarli con il braccio destro dell’hotaljesam, Moustafa al-Yaacoubi, arrestato sabato scorso dalle
forze della coalizione. Il governo giapponese, seguitoin serata da quello ucraino - che schiera un contingente di 1600 uomini in Iraq - ha affermato
con la massima solennità che non avrebbe mai ceduto ad alcuna richiesta di mediazione o di scambio di prigionieri con i terroristi.
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