Chi ha diritto a manifestare e chi no
secondo il quotidiano dell'Ing. de Benedetti
Testata:
Data: 09/04/2004
Pagina: 17
Autore: redazione
Titolo: Diecimila a Hebron per difendere la colonia ebraica
Su Repubblica di oggi in un trafiletto viene riportata la notizia di una manifestazione di israeliani svoltasi a Hebron, alla quale hanno partecipato circa 10.000 persone. In tutte le democrazie del mondo è lecito manifestare, l'Italia è un esempio, non si capisce perchè ad alcuni israeliani Repubblica non voglia riconoscere questo diritto, bollandoli come ultranazionalisti e non amichevoli. E' forse un reato vendere magliette con scritte che peraltro non offendono nessuno? Oppure sarebbe meglio che questi "coloni ultranazionalisti" invece di manifestare si facessero esplodere in autobus palestinesi?
Piccolo promemoria storico: la comunità di ebrei di Hebron è sempre esistita nel corso dei secoli; nel 1929 ci fu un vero e proprio pogrom arabo che ne uccise 81. Chiamare queste persone coloni potrebbe essere persino offensivo nei loro confronti, visto che lì abitano da sempre.
Repubblica in poche righe, oltre a negare il diritto a manifestare, dimostra una scarsa conoscenza della storia. Grave per essere un quotidiano che pretende essere progressista . Il tutto senza entrare in merito a polemiche di carattere politico-partitico. "Stam", così, si dice in Israele, e noi potremmo dire, così, tanto per fare le pulci, o un po' di pulizia pasquale, al quotidiano dell'ing. de Benedetti.
(a cura della redazione)
Ecco il pezzo.Circa 10.000 ebrei si sono riversati nella più grande città palestinese della Cisgiordania, Hebron, per manifestare la loro solidarietà alla piccola comunità di coloni della città in occasione della Pasqua ebraica (Pesach). L´invasione, concentrata in gran parte intorno alla Tomba dei Patriarchi - luogo sacro sia agli ebrei sia ai musulmani in quanto si dice custodisca i resti di Abramo - ha creato una situazione di tensione tra i palestinesi. Hebron è abitata da oltre 120.000 arabi e circa 500 coloni ebrei di tendenza ultranazionalista, che vivono asserragliati in una piccola enclave di sei edifici al centro della città. La folla di ebrei non era amichevole: molte bande musicali suonavano canzoni della tradizione ebraica e sulle bancarelle si vendevano cappellini e magliette con la scritta «Hebron: ora e sempre». Ma oltre che ai palestinesi, la manifestazione è stato un messaggio al premier israeliano Ariel Sharon, che sta pianificando la rimozione degli insediamenti dalla Striscia di Gaza.
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