Per D'Alema Israele non vuole la pace
il presidente DS (stra)parla ancora
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Data: 03/04/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Per D'Alema Israele non vuole la pace
Da Il Foglio.it/camillo, riprendiamo l'intervista a Massimo D'Alema (Sky TG24, Pierluigi Diaco). Anche se abbiamo più volte ripreso le affermazione del presidente DS in questi giorni, ne riparliamo in quanto ogni volta che (stra)parla D'Alema ne aggiunge di più gravi. Si noti l'atteggiamento del tutto contrario a Israele e come trascuri il terrorismo palestinese. Ecco l'intervista:
APBS (POL) - 02/04/2004 - 14.32.00Apc-IRAQ/ D'ALEMA: CHI FA GUERRA POI NON FA IL PEACE-KEEPING ------------------------------------------------------------------------ Apc-IRAQ/ D'ALEMA: CHI FA GUERRA POI NON FA IL PEACE-KEEPING "M.O: Israele non vuole pace, con Berlusconi meno credibili" Roma, 2 apr. (Apcom) - La politica internazionale in primo piano nell'intervista di Massimo D'Alema a Pierluigi Diaco su Sky Tg24. Il presidente Ds parla dell'Iraq e della questione palestinese (due "cose diverse", sostiene, anche se previsioni "ottimistiche e poco fondate" volevano la guerra in Iraq propedeutica alla pace in Medio Oriente), sollecitando nel primo caso il passaggio di consegne all'Onu e nel secondo il ritorno alla politica. E criticando la linea seguita da Bush e da Sharon, ma anche l'atteggiamento del governo italiano. In Iraq, sostiene il presidente Ds, c'è stata "una guerra promossa con delle menzogne, con l'inganno, probabilmente premeditato: nessuno può pensare che la grande potenza potesse non sapere". Un "primo errore degli Usa" al quale ha fatto seguito un secondo: "Non aver passato la mano" all' Onu. D'Alema è netto: L'Iraq deve essere aiutato e sostenuto dalla Comunità internazionale per un tempo lungo, ma non dall'esercito occupante. Non si è mai visto che chi fa la guerra fa anche il 'peace-keeping'. La sinistra italiana è antiamericana? Il presidente Ds respinge l'accusa: "Il problema non è essere amici o no degli Usa ma di quali Usa si parla. Non possiamo essere sudditi, un amico può dire ad un amico: fermati è un errore". E puntualizza: "Noi vogliamo lavorare con quella parte di Usa che respingono la politica unilaterale". La critica al Governo italiano è esplicita nel caso del Medio Oriente: "Berlusconi ha schiacciato il governo attuale su un rapporto preferenziale con la destra israeliana, ha intaccato il nostro ruolo e ci ha tolto credibilità". D'Alema allarga il ragionamento: cosa impedisce un accordo di pace nella regione? "Sembra - risponde - che sia Israele a non volerlo". L'uccisione di Yassin è stigmatizzata: "Considero moralmente inaccettabile la pianificazione di un assassinio come strumento di lotta". Ma non solo: "Quando Israele lancia un missile su Gaza, area densamente popolata, e pensa di eliminare un terrorista, io penso che ne ha creati dieci insieme a odio, disperazione e vendetta. Bisogna fermare la spirale di violenza". Anche l'annuncio del ritiro da Gaza "è positivo" ma a condizioni precise: una delle quali è che "non deve lasciare la sensazione tra i palestinesi, che noi abbiamo percepito, che Israele decida tutto da solo e voglia ridisegnare i confini a suo piacimento". Occorre, conclude D'Alema, "un accordo-negoziato". Red/Ate
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