il Vaticano si lamenta dei ritardi con i quali vengono rilasciati i permessi di soggiorno ai suoi rappresentanti e lascia intendere una volontà politica di Israele di emarginare i cristiani. Così sostengono i francescani, custodi dei beni vaticani in Terra santa. Ne abbiamo gà parlato ieri quando abbiamo esaminato il servizio (pessimo) di Luigi Geninazzi su AVVENIRE. Oggi ci riprovano MESSAGGERO E EUROPA, con due articoli sostanzialmente identici a quello di Geninazzi. Che in Israele ci siano dei problemi burocratici non ci stupisce, anche se nel merito non possiamo dire nulla. Quello che sappiamo, nel merito, è che gli interessi vaticani sono garantiti e tutelati nel modo più assoluto. Di più, Il Vaticano gode di privilegi equiparabili a quelli che gode in Italia. Semmai il ragionamento da fare è un altro. Israele ha atteso il riconoscimento dello stato del Vaticano fino al 1994, e lo ha ottenuto solo perchè era l'unica carta che il Vaticano poteva giocare sul piano internazionale dopo l'appoggio dato a Saddam Hussein durante la prima guerra del golfo. Altriomenti sarebbe rimasto fuori dai consessi internaziionali. Israele ha saputo applicare la virtù della pazienza, non può provarci anche il vaticano ?
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