Il cinismo di Luciano Violante
nelle dichiarazioni a Porta a Porta
Testata:
Data: 26/03/2004
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: Il peso delle parole
Luciano Violante è intervenuto ieri sera 25 marzo 2004 a Porta a Porta. A commento delle sue parole pubblichiamo la lettera aperta che gli ha inviato Andrea Jarach, presidente della Federazione delle Associazioni Italia-Israele.
Ne condividiamo totalmente il contenuto, specialmente là dove Jarach si augura che gli elettori si ricordino del cinismo di Violante alle prossime elezioni.

Signor Violante,

ho potuto assistere alla puntata di giovedì di Porta a Porta e purtroppo ho dovuto sentire i suoi interventi relativi alla crisi mediorientale. Mi sono stupito di come lei ha commentato il dramma dei nostri caduti di Nassirya con sue personali deduzioni e accuse circa la gestione della sicurezza. Proprio una persona con la sua storia professionale avrebbe fatto una miglior figura ad aspettare i risultati dell'inchiesta in corso astenendosi dal mettere in dubbio l'operato di chi ha rischiato e perso la vita per la protezione di tutti noi nella guerra al terrorismo internazionale.


Ma il mio stupore si è trasformato in disappunto quando ho sentito il suo commento all'episodio del bimbo palestinese convinto a trasformarsi in martire assassino.
La sua affermazione che i bambini palestinesi non hanno un futuro e muoiono anche per questo, mentre i bambini israeliani se non muoiono hanno un futuro di fronte a loro è falsa, spaventosa e indegna di un rappresentante del popolo italiano.

Mi auguro che i suoi elettori meditino sul suo cinismo alle prossime elezioni.


Lei finge di non sapere che i bambini israeliani muoiono per una deliberata strategia assassina dei terroristi palestinesi, mentre i bimbi palestinesi muoiono in quanto addestrati al martirio da criminali fanatici, o perchè spinti in mezzo alle sparatorie per acquisire un vantaggio mediatico dalla loro eventuale morte, o perchè per errore vengono colpiti in azioni di guerra. Una guerra non voluta da Israele ma scatenata dall'estremismo palestinese contro ogni trattativa ed accordo di pace.

Lei dimentica che il terrorismo attacca, mentre Israele si difende.
Lei dimentica quando da magistrato era in prima linea contro il terrorismo.
Lei dimentica che la democrazia israeliana non deve essere sacrificata.
Lei dimentica a quali principi si sia ispirato il nostro Paese all'atto della nascita dalla Repubblica: giustizia e libertà.
Due parole che solo in Israele, in tutto il Medio Oriente, hanno trovato un significato pieno.
Lei sacrifica le ragioni di Israele alla ragion politica e così facendo concorre a mantenere il popolo palestinese assoggettato ad una sanguinaria e corrotta dittatura.


Noi siamo con la giustizia, noi siamo con la libertà, noi siamo con la democrazia, noi siamo con Israele.

Andrea Jarach
Presidente della Federazione delle Associazioni di Amicizia Italia Israele