Combattere l'integralismo islamico
nella prospettiva di Paul Berman, un falco di sinistra
Testata: Corriere della Sera
Data: 18/03/2004
Pagina: 35
Autore: Paul Berman
Titolo: Io, Berman, falco di sinistra contro il nichilismo islamico
Sul Corriere della Sera di Oggi viene publicato un estratto dal nuovo libro di Paul Berman (in uscita da Einaudi), intellettuale liberal americano, che spiega la necessità di intervenire in maniera decisa contro il terrorismo islamico, in parziale contrapposizione con quelle che sono le sue scelte politiche. La conclusione è chiara e non lascia spazio ai se e ma cui siamo abituati nei dibattiti di casa nostra.
Informazione Corretta ne raccomanda la lettura.

Che cosa significa dire che nel 1989 in realtà il XX secolo non finì, che gli impulsi peggiori e più spaventosi dell'era moderna restavano in circolazione e provocavano ancora danni? Il significato va al di là della semplice osservazione che i tiranni malvagi sono sempre un problema. Dovremmo chiederci: come è successo che nel XX secolo un nuovo movimento dopo l'altro abbia presentato al mondo fantasie folli e apocalittiche, e che sia stato osannato dalle folle, e che abbia continuato a massacrare i propri nemici e perfino i propri amici? Questi movimenti sorsero da una repulsione per i fallimenti e l'ingenuità della civiltà liberale, si collegavano ad alcune delle vette più alte e belle raggiunte in letteratura e filosofia e raggiungevano le profondità della natura umana, il che li rendeva potenti.
I movimenti totalitari fiorirono anche perché il clima della vita moderna permise loro di farlo. Per arrivare a una situazione in cui i nazisti hanno conquistato l'Europa, bisogna che ci siano non solo i nazisti, ma anche gli altri movimenti di destra che vedono di buon occhio il nazismo e anche un'opposizione di sinistra, come i socialisti pacifisti francesi, che non capisce che i nazisti sono nazisti. Per avere Stalin che tiranneggia mezza Europa, bisogna avere non solo gli scaltri leader e i carri armati sovietici, ma anche i sindacalisti ingenui e gli operai ignoranti che credono a tutto ciò che sentono dire. I movimenti totalitari sorgono a causa dei difetti nella civiltà liberale, ma si sviluppano a causa di altri difetti nella civiltà liberale e se continuano a svilupparsi è a causa di ulteriori difetti: un difetto liberale dietro l'altro.
Proprio ora siamo circondati dai terroristi dei movimenti totalitari islamici, che hanno già ucciso un numero impressionante di persone, soprattutto nei Paesi musulmani, ma non solo. Di che cosa abbiamo avuto bisogno perché questi terroristi prosperassero? Abbiamo avuto bisogno di un’enorme mancanza di fantasia e coraggio politico nel mondo musulmano.
Abbiamo avuto bisogno, da parte della gente nel resto del mondo, di una quasi deliberata assenza di curiosità per questa mancanza: l'assenza di curiosità che ci ha permesso di supporre che il totalitarismo fosse stato sconfitto, anche quando stava raggiungendo un nuovo zenit. Abbiamo avuto bisogno di una buona dose di illusioni, di fede ingenua in un mondo razionale che, con la sua incapacità di comprendere la realtà, contribuì proprio alla nascita dei movimenti totalitari. Abbiamo avuto bisogno di una Sinistra politica che, nel suo fervore antimperialista, ha perso la capacità di tenere testa al fascismo e a volte è scesa un po' più giù per il pendio scivoloso. Abbiamo avuto bisogno di un'applicazione cinica, nel corso dei decenni, delle dottrine « realiste » o nixoniane, che perfino oggi portano ad avere buoni rapporti con i sistemi feudali più reazionari. Abbiamo avuto bisogno dell’incapacità di aggrapparci ai nostri principi liberali e democratici, dell'incapacità perfino di articolare questi principi. Abbiamo avuto bisogno di un’ignoranza provinciale sulle correnti intellettuali nel resto del mondo. Abbiamo avuto bisogno di risentimenti stupidi in Europa e di un’arroganza stupida in America. Abbiamo avuto bisogno di tante cose. Ma non sono mancate, anzi abbiamo avuto tutto quanto in abbondanza.
E ora ci troviamo di fronte a una situazione terribile. Persone lungimiranti ci avvertono di eventi spaventosi che incombono e gli avvertimenti sono plausibili. Ma non ci possono consigliare sul da farsi, se non altro perché i profeti di sventura sono dappertutto e ci avvertono su che cosa fare e che cosa non fare. Il presidente degli Stati Uniti ha dimostrato un talento costante nel pestare i piedi, proprio quando gli Usa hanno più bisogno che i loro amici siano amici, e un'incapacità costante di comprendere la dimensione intellettuale della guerra. Il giornalista di Le Monde
Jean- Marie Colombani — che ha scritto quella commovente espressione di solidarietà agli Stati Uniti, « Nous sommes tous Américains! » nella notte dell' 11 settembre — finì con lo scrivere una risposta leggermente scettica al suo stesso editoriale, un libro dal titolo Tous Américains?, in cui, con animo bendisposto, ricordava quanto fossero magnifici gli Stati Uniti in passato. In quei giorni, ci dice, l'America « aveva un grande presidente, Franklin Delano Roosevelt. Oggi non è certo così » . Il che è assolutamente vero.
Ma che cosa ci possiamo fare? Le bombe terroriste continuano a esplodere, in ogni caso, e i guerrieri suicidi continuano a marciare in estasi verso la morte e noi americani, i francesi e tutti gli altri dobbiamo reagire, anche senza Roosevelt a indicarci la via.
Siamo in una situazione assurda. È davvero un momento che sarebbe piaciuto a Camus. Abbiamo tutti i motivi di essere terrorizzati: ma essere terrorizzati non è una buona idea. Come vorrei che tutto il mondo si rivelasse spiegabile razionalmente, che un Chomsky ce lo potesse illustrare chiaramente e che ogni cosa dimostrasse di essere colpa delle perfide aziende petrolifere e dei loro alleati nei media o di qualche altra pestilenza identificabile.
Ma non c'è una logica sola a governare il mondo e nessuno interverrà al posto nostro per imporne una: né Dio né Hegel né Franklin Delano Roosevelt. Dobbiamo rinforzarci. Abbiamo bisogno di un nuovo radicalismo che spinga Bush a spiegare più chiaramente qual è la posta in palio e a offrire soluzioni politiche a chi potrebbe altrimenti diventare nostro nemico; un nuovo radicalismo che spinga Bush a ripudiare in modo più convincente gli errori « realisti » del passato. Bush farà ciò che farà. In ogni caso facciamo pressione. Alcuni aspetti di una guerra contro terrorismo e totalitarismo possono essere combattuti anche da persone che non sopportano George W. Bush. I pacifisti tedeschi non approvano la politica americana. Ma anche i pacifisti tedeschi — anzi, soprattutto loro — possono partecipare. Il mondo musulmano è stato sommerso dalle teorie filosofiche tedesche del passato: le teorie del nazionalismo e del totalitarismo rivoluzionari abilmente tradotte nei dialetti musulmani. I tedeschi vadano a bussare, porta a porta, in tutta la regione, per cambiare il prodotto distribuito. Si renderanno utili. I francesi sono indignati per la pena di morte. I francesi vadano a vedere dove le vittime sono sepolte dai bulldozer. Non hanno bisogno che siano i presidenti americani a indicare loro la direzione. Negli Stati Uniti, noi stessi non abbiamo bisogno che un presidente enunci le idee che devono essere enunciate. Il Partito democratico non ha un Roosevelt, che sapeva come gestire una guerra delle idee anche mentre gestiva l'altro tipo di guerra. Però il partito di Roosevelt può essere il partito di Roosevelt. Schlesinger indicò i sindacati in America e il ruolo lungimirante che svolgevano in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Forse i sindacati non sono più all'altezza di un compito di questo genere. Va bene, allora oggi abbiamo ricche fondazioni. Abbiamo organizzazioni per i diritti umani. Le fondazioni e le organizzazioni proseguano la propria guerra. Al Qaeda è una rete a maglie larghe. Noi dovremmo costituire una rete con maglie ancora più larghe. Una guerra è una guerra e non c'è niente da cui trarre conforto. Ma non abbiamo neanche motivo di tremare violentemente come Henry James nel 1914. James vide che le speranze dell’Ottocento si dissolvevano e tremava perché sapeva che la civiltà veniva trascinata dalla corrente verso il Niagara.
Non dobbiamo avere la sua stessa paura.
La civiltà è già andata oltre il precipizio.
Questo è stato il senso del Novecento.
Non abbiamo modo di sapere come si evolverà la situazione: se le decisioni del presidente si dimostreranno sagge o insensate; se i pianificatori militari si riveleranno astuti o ingenui; se i nostri nemici saranno più o meno numerosi; se qualche scaltro agente di polizia o della dogana salverà una città o no. Ma, diversamente da James, possiamo basarci sull’esperienza degli ultimi decenni e questa ci può dire, in generale, quale obiettivo tenere a mente.
Descrivendo i nichilisti e il loro pensiero, Camus scrisse: « Qui, suicidio e omicidio sono due facce dello stesso sistema » . Noi siamo antinichilisti: almeno, ci conviene esserlo. Gli eventi hanno dimostrato che esiste anche un sistema antinichilista. Analogamente, anche il sistema antinichilista ha due facce. Nel sistema antinichilista, la libertà degli altri significa la nostra sicurezza. E allora sosteniamo la libertà degli altri.
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