Hannoun parla, Conte fa la vittima ed Elly ancora tace
Cronaca di Pietro Senaldi
Testata: Libero
Data: 31/12/2025
Pagina: 1/3
Autore: Pietro Senaldi
Titolo: Schlein resta in silenzio Conte ora fa la vittima. La sinistra è imbarazzante

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/12/2025, a pag. 1/3, con il titolo "Schlein resta in silenzio Conte ora fa la vittima. La sinistra è imbarazzante" la cronaca di Pietro Senaldi.

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Pietro Senaldi

Anni passati ad incontrare Hannoun, ma adesso che è stato arrestato la sinistra si ritrova in imbarazzo. Conte nega ogni affinità (anche se era il suo partito che lo invitava in Parlamento) e la Schlein sceglie il silenzio. La sinistra imbarazzata e imbarazzante.

Suggerisce il saggio: meglio tacere e sembrare stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio. Nel caso di Elly Schlein e Giuseppe Conte, se alla parola “stupidi” si sostituisce quella di “ipocriti”, il detto funziona ancora meglio. La leader del Pd e quello di M5S sembravano aver trovato finalmente qualcosa su cui andare d’accordo.
Sull’arresto del presidente dei Palestinesi in Italia, Mohammad Hannoun, sospettato di utilizzare le sue associazioni di beneficenza per finanziare i terroristi di Hamas, i due eterni duellanti del campo largo avevano capito che il silenzio è d’oro.
Infatti in quattro giorni, dal 27 dicembre a oggi, non avevano proferito verbo in merito. Poi ieri, in serata, l’ex avvocato del popolo ha ceduto: «Il centrodestra cerca di infangarci. Ci accusano di essere complici dei terroristi, mentre noi siamo sempre contro».
Al lettore ora decidere se pare più stupido, o ipocrita, chi tace o chi alla fine ha scelto di togliere ogni dubbio. Quel che è certo, è che anche nella gestione della patata bollente dei soldi italiani ad Hamas, i due bastioni del campo largo sono su posizioni differenti. Lei e lui, gli inconciliabili, anche quando sembrano scegliere la medesima via, basta avere pazienza qualche giorno e si capisce che muovono sempre separati. Si possono capire le ragioni dell’ammutolita, visto che a sinistra, chiunque ha parlato in proposito, è precipitato nel giustificazionismo patetico o nell’avventurismo grottesco. Però continuare a voltarsi dall’altra parte, ignorando la notizia della settimana e sforzandosi di discettare d’altro, finisce per costringere Elly nella parte di chi ignora la trave conficcata nel proprio occhio e analizza nel dettaglio la pagliuzza in quello altrui. Un leader si giudica anche da questi fondamentali: saper trovare parole acconce su argomenti potenzialmente imbarazzanti. Meglio allora Conte, che si difende con la stantia tattica dell’attacco, benché alquanto tardivo? È naturale che l’arresto di Hannoun metta in difficoltà Pd ed M5S, i partiti che, per ogni volta in cui hanno dovuto condannare la strage del 7 ottobre a opera dei terroristi palestinesi, si sono sentiti in obbligo di accusare cento volte Israele di genocidio. Il grillino però adesso ha tentato un atto di coraggio, per quanto pedestre. Un altro saggio, proprio originario delle terre di Hannoun, ricorda infatti che «nel silenzio si ascolta la verità». E la verità raccontata prima dalle bocche cucite di questa sempre più improbabile accoppiata e poi dall’arrocco di Giuseppi e dall’ostinato silenzio solitario, più che unitario, di Schlen è che entrambi i leader sui soldi italiani ad Hamas sono alla disperazione.
Le accuse propagandistiche e infingarde al governo Meloni di essere complice delle stragi di Gaza sono lo specchio della copertura politica, ingenua ma complice, che le forze progressiste hanno dato a chi è accusato di finanziare il terrorismo antisemita. Siccome nessuno pensa che i loro partiti abbiano responsabilità penali o abbiano compiuto azioni materiali in questo senso, sarebbe molto conveniente, sia per Schlein sia per Conte, prendere le distanze dagli errori fatti inconsapevolmente nel passato. Altrimenti, qualcuno potrebbe iniziare a sospettare a torto che gatta ci cova. Nessuno però lo fa, né la zittita né il loquace.
È fine anno ed è lecito lasciarsi andare al buon umore. Ecco allora un asettico quanto oggettivamente ridicolo elenco delle preoccupazioni di Schlein mentre la magistratura abbatteva uno dei pilastri del castello pro-Pal, su cui sia dem sia grillini hanno piazzato la propria bandierina. All’indomani dell’arresto di Hannoun, Elly si è precipitata a chiedere una firma contro la riforma della magistratura. «Dobbiamo raccogliere 500mila sottoscrizioni per il referendum» ha spiegato: qualcuno le dica che il referendum ci sarà in ogni caso, perché lo ha chiesto il governo che ha scritto la norma.
Poteva mancare un attacco a Salvini?
Arriva nel giorno in cui dalle carte dei magistrati risultano le ramificazioni di Hamas in tutta Italia. "Il leader della Lega non sa fare il ministro e incolpai giudici”, tuona la Nazarena. Non sta parlando dei magistrati che sanno fare il loro lavoro ma hanno incriminato Salvini per sei anni per sequestro di persona, “fatto che non sussiste», come da doppia sentenza. Elly si riferisce al verdetto che sblocca l’aumento dei pedaggi autostradali, fermato dal ministro delle Infrastrutture leghista. I compagni sono così: guai a chi cerca di lasciare qualche soldo nelle tasche degli italiani. Infine l’intemerata contro la manovra, che «aiuta i ricchi», visto che prevede mini tagli dell’Irpef a chi guadagna 50mila euro, e «non abolisce la Fornero», come se i dem puntassero a questo.
Quanto all’ex avvocato del popolo, qualcuno deva avergli dato un suggerimento.
In 25 minuti di intervista in tv a In Onda, su La7, domenica sera, non aveva proferito verbo su Hannoun. I suoi sforzi si erano concentrati nel sostenere che non è trumpiano, anche se ha dichiarato «sull’Ucraina, meglio lasciare fare a The Donald che all’Europa» e non è neppure putiniano, anche se non ha mai detto mezza frase in difesa di Zelenski ma si è solo speso per disarmare Kiev. Poi il leader grillino ha parlato di politica interna: «La maggioranza sembra un circo ma non fa ridere». E sul Pd: «Non facciamo il programma con loro perché ognuno deve mettere fieno in cascina per sé». E qui iniziano a ridere gli altri. Qualche riflessione su Hannoun? Spiacenti, tempo scaduto: ci ha pensato solo dopo; tardi e male.

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