Il silenzio a sinistra è complicità culturale
Commento di Anna Maria Cisint
Testata: Il Tempo
Data: 31/12/2025
Pagina: 2
Autore: Anna Maria Cisint
Titolo: Il silenzio a sinistra è complicità culturale

Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 31/12/2025, a pag. 2, con il titolo "Il silenzio a sinistra è complicità culturale", il commento di Anna Maria Cisint. 

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C’è chi oggi si dice sorpreso, ma i segnali c’erano da tempo e sono stati ignorati. Il caso Hannoun riporta al centro una rete ideologica e finanziaria che per anni ha trovato spazio nel silenzio politico e istituzionale, soprattutto a sinistra. Ora la questione non è più ideologica ma di sicurezza e credibilità dello Stato, chiamato a decidere se continuare a voltarsi dall’altra parte o intervenire davvero

Da anni denuncio ciò che oggi esplode davanti agli occhi di tutti: il rischio concreto di islamizzazione radicale nel nostro Paese. Sono stata la prima ad alzare la voce quando nessuno voleva ascoltare, a segnalare le reti ideologiche che crescevano nelle nostre città, a mettere in guardia mentre altri minimizzavano, ridevano o mi attaccavano. Oggi i fatti dimostrano che avevo ragione. Il caso di Mohammad Hannoun, accusato di finanziare Hamas e già sanzionato dagli Stati Uniti, è solo l’ultimo capitolo di una storia che molti hanno preferito ignorare. Davanti a un’inchiesta di questa portata, la sinistra continua a tacere. Nessuna presa di distanza, nessuna responsabilità, nessuna riflessione sul fatto che figure del genere siano state accolte, ascoltate e persino legittimate in contesti politici e istituzionali. Il silenzio è assenso, e questo silenzio diventa complicità culturale.

Per questo ho deciso di presentare un’interrogazione al Parlamento europeo. Serve chiarezza, servono risposte e serve un controllo serio su come soggetti legati a circuiti radicali riescano a muoversi indisturbati tra associazioni, manifestazioni e istituzioni. È necessario che l’Ue metta in campo strumenti nuovi e più rigorosi, perché non è più accettabile che il territorio europeo venga utilizzato come piattaforma logistica e finanziaria per movimenti estremisti. Il comportamento della sinistra è fuori da ogni logica politica e lede la dignità di un paese come il nostro. Continua a mantenere una vicinanza politica e culturale con ambienti che giustificano il terrorismo, spalancando porte a soggetti che non dovrebbero nemmeno risiedere in Italia, e opponendosi a ogni tentativo di difendere la sicurezza nazionale. Così facendo, mette a rischio la nostra democrazia e il nostro futuro.

In questi anni non ho ricevuto solo critiche: ho ricevuto insulti, delegittimazioni, perfino minacce di morte. Ma non arretrerò di un passo. Le nostre proposte legislative vanno in una direzione chiara e concreta: una nuova stretta sui ricongiungimenti familiari per evitare abusi, il divieto del velo integrale nei luoghi pubblici, la creazione di un Osservatorio antiradicalizzazione capace di monitorare le attività delle associazioni, individuare moschee abusive e proporre interventi mirati. Serve un registro nazionale dei luoghi di culto e degli imam, unico strumento per garantire trasparenza, sicurezza e pieno rispetto dei valori costituzionali.

In questo percorso è necessario anche affermare con chiarezza che l’Ucoii non rappresenta il volto moderato dell’Islam in Italia. Le sue ambiguità, le sue posizioni e le sue vicinanze culturali non sono compatibili con l’idea di un Islam integrato e rispettoso dell’ordinamento repubblicano. L’Italia deve svegliarsi. Non possiamo lasciare che il radicalismo islamista trovi spazio nelle nostre città, nelle nostre scuole, nelle nostre istituzioni. La sicurezza non può essere barattata per calcolo politico. Continuerò questa battaglia in ogni sede. Ora non ci sono più scuse. È il momento di agire.

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