Riprendiamo da IL TEMPO del 28/12/2025, a pag. 2, con il titolo "Arrestato Hannoun, finanziava Hamas con finti fondi umanitari", la cronaca di Giulia Sorrentino.
Giulia Sorrentino
Il cerchio attorno ad Hannoun si stava stringendo e finalmente ieri è scattato il suo arresto insieme ad altri otto suoi collaboratori. L’inchiesta condotta per mesi da Il Tempo ha portato alla luce troppe ombre attorno alla sua figura, fino al Daspo che un mese fa è stato emesso dal questore di Milano per frasi violente e di incitamento all’odio. Ed è anche per la pressione mediatica che lo aveva colpito dopo anni di “oblio” che, secondo la gip Silvia Carpanini, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sussisteva un concreto pericolo di fuga e la destinazione sarebbe stata proprio la Turchia, dove Hannoun, che dispone di un passaporto turco, un conto corrente e un’abitazione a Istanbul, aveva diverse conoscenze.
La sua intenzione era quella «di aprire lì un ufficio ove spostare l’attività dell’associazione», ma negli ultimi giorni le intercettazioni hanno evidenziato come tale programma fosse in fase di attuazione. Emerge infatti che Hannoun aveva programmato la partenza per Istanbul per il 27 dicembre 2025 e che la famiglia lo avrebbe raggiunto a breve. Nove persone sono state arrestate da Polizia e Guardia di Finanza dopo le indagini condotte in modo congiunto con la Digos di Genova.
Persone accusate di aver finanziato Hamas per sette milioni di euro attraverso associazioni tra cui La Cupola d’Oro e proprio la Abspp di Hannoun, la stessa con cui la deputata dei Cinque Stelle Stefania Ascari e l’ex grillino Alessandro Di Battista sono andati in missione in Libano dal 10 al 15 gennaio 2023 e nel sud della Turchia dal 15 al 20 gennaio 2023, poi in Siria nel marzo 2023, chiedendo addirittura donazioni per l’associazione.
Hannoun viene descritto come «membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica Hamas» e «vertice della cellula italiana dell’organizzazione Hamas». Associazioni, quelle coinvolte, che si occupavano della raccolta e dell’invio, direttamente o indirettamente, ad esponenti di Hamas, in particolare ad Osama Alisawi, già ministro del governo di Hamas a Gaza, che riceveva ingenti somme di denaro, nonché direttamente o indirettamente anche mediante operazioni di triangolazione con associazioni con sede in Turchia.
Insieme a lui è stato arrestato a Firenze anche Rahed Al Salahat, membro del comparto estero dell’organizzazione terroristica e, dal maggio 2023, componente del board of directors della European Palestinians Conference, al cui interno opera in stretto contatto con Majed Al Zeer. Al Salahat è un componente della cellula italiana dell’organizzazione terroristica e dipendente della Abspp da luglio dello scorso anno, referente per Firenze e la Toscana, e condivideva con Hannoun e con gli altri indagati le decisioni riguardanti le iniziative da adottare, anche volte a costituire l’Associazione Benefica La Cupola d’Oro al fine di proseguire l’attività nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche. È con lui che, come si evince dalle carte, Hannoun è stato intercettato mentre esprimeva apprezzamenti sugli attentati terroristici.
Fermato anche Riyad Abdelrahim Jaber Albustanji, giordano che al momento dell’arresto si trovava a Modena ma abita stabilmente in Norvegia e spesso viene in Italia e si reca in Cisgiordania. Secondo quanto risulta, ha un ruolo sia nella propaganda sia nel fundraising, che espleta attraverso i suoi giri europei e italiani. È proprio lui l’elemento di collegamento con l’ala militare di Hamas ed è stato infatti ritratto con i vertici delle Brigate Al Qassam.
Poi Raed Dawoud e Yaser Elasay, membri del comparto estero di Hamas, e Osama Alisawi che, oltre a essere stato ministro di Hamas, ha cofondato la Abspp nel 1994 promuovendo il finanziamento di Hamas tramite le organizzazioni da lui gestite o da quelle associate a esse. I fondi venivano raccolti ufficialmente a fini umanitari per la popolazione palestinese a Genova e in altre località in Italia e all’estero, ma per gli inquirenti «più del 71% finiva al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica».
Chissà se chi lo ha frequentato e ha fatto parte della sua rete ora avrà almeno il buongusto di spiegare il perché.
Per inviare la propria opinione al Tempo, telefonare 06/675881, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
segreteria@iltempo.it