Odio e guerre in questo Natale rosso sangue
Editoriale di Aldo Torchiaro
Testata: Il Riformista
Data: 24/12/2025
Pagina: 1
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: Odio e guerre in questo Natale rosso sangue

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 24/12/2025, a pagina 1, l'editoriale di Aldo Torchiaro: "Odio e guerre in questo Natale rosso sangue".

File:Aldo Torchiaro.png - Wikipedia
Aldo Torchiaro

Botte da orbi dei pacifisti. Alessandro Di Battista e il professor Angelo D'Orsi reagiscono male al flash mob pro-Ucraina dei Radicali. Finisce in rissa in un clima ben poco natalizio. Il movimento pacifista sta oggettivamente aiutando l'opera delle dittature, è parte della loro guerra cognitiva contro Israele (+400% di atti antisemiti in un anno, in Italia!) e contro l'Ucraina.

Alla faccia del Natale.
Quest’anno le festività sono tutt’altro che buone e, a ben guardare, di buoni ce ne sono pochi in giro. Il 2025 ha visto incrementare del 400% gli episodi di antisemitismo violento in Italia, mentre nel mondo va anche peggio. Nel frattempo il tentativo di chiudere quella centrale dell’odio e delle barricate che è Askatasuna è tutt’altro che concluso e a Torino si preannunciano giornate, e nottate, di guerriglia urbana.

I pacifisti, d’altronde, sono così: menano. Alzano il volume prima e le mani poi contro chiunque non la pensi come loro. A Napoli, lunedì, l’incontro dei pacifisti – quelli che chiedono la resa dell’Ucraina come gesto di pace – con Alessandro Di Battista e il professor Angelo D’Orsi si è trasformato quasi in rissa contro i manifestanti nonviolenti di Radicali e +Europa con le magliette ucraine. Spintoni, urla, perfino il microfono della telecamera degli attivisti spaccato a terra. Il clima del Natale non ha contagiato tutti. Anzi, ben pochi.

Sul piano internazionale il quadro è persino peggiore. Gli Usa di Donald Trump bombardano l’Isis in Siria, minacciano il Venezuela e se la prendono ancora con la pacifica Groenlandia. L’Iran, negli ultimi giorni, accelera il riarmo, moltiplica le esercitazioni militari e torna a puntare i missili contro Israele. Putin martella Kyiv senza pietà, colpendo obiettivi civili proprio nel giorno di Natale. La Santa Sede implora una tregua natalizia, ma da Mosca arriva un secco «niet».

La Cina intensifica la pressione su Taiwan, inviando nelle ultime 24 ore sei aerei militari e sei navi, portando a cifre record le incursioni nello Stretto dall’inizio di dicembre. In Myanmar è in corso una nuova ondata di violenza contro oppositori e dissidenti in vista di un voto pilotato. Dall’Onu arriva una risoluzione di condanna della quale, non trattandosi di Israele, quasi nessun giornale ha dato conto.

Con buona pace del Natale, il mondo è in ebollizione. Anche in una Roma inzuppata di pioggia la tensione sale in Parlamento, dove il voto di fiducia alla manovra è accompagnato da fischi e cartelli. In Senato le opposizioni presentano quattro testi diversi, ma secondo una cabina di regia unica, tra urla, proteste e accuse rivolte alla maggioranza.

E dai tribunali arrivano parole che fanno riflettere, al culmine di un anno segnato ancora da violenze e femminicidi. Ciro, figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo, condannato in primo grado per violenza sessuale insieme ai suoi complici, riceve le motivazioni della sentenza. Il tribunale di Tempio Pausania parla di un «clima predatorio e di una condotta violenta e insidiosa», diretta all’imposizione di atti sessuali di gruppo ai danni di una ragazza incosciente. Una pagina di cronaca che arriva tra jingle natalizi, panettoni e ultimi regali.

La bontà non va più di moda. I propalatori del disarmo a tutti i costi favoriscono la guerra, a partire da quella cognitiva, condotta da Cina, Russia e Iran contro l’Occidente. Chiedono il disarmo a senso unico di Israele, dell’Europa e dell’Ucraina, facendo il gioco dei cattivi, cattivissimi maestri che li manovrano alle spalle.

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