Riprendiamo da IL TEMPO del 23/12/2025, a pag. 5, con il titolo "Quella base degli antagonisti che fa asse col mondo pro-Pal, anarchici e anticapitalisti", il commento di Francesca Musacchio.
Un’area industriale occupata, un lago diventato simbolo, un centro sociale che decide al posto dello Stato.
Nel quadrante est di Roma, tra Prenestina e Pigneto, l’ex fabbrica Snia Viscosa è occupata dal febbraio 1995. Da trent’anni lo spazio è sottratto alla disponibilità pubblica e privata, senza concessioni formali, senza bandi, senza atti di legittimazione.
Il CSOA ex Snia nasce come occupazione per bloccare una speculazione edilizia e si trasforma in un centro autogestito che, ancora oggi, stabilisce funzioni, accessi, priorità e confini di un’area che non gli appartiene.
L’ex Snia, infatti, non è solo ecologismo. È anche uno snodo dell’antagonismo romano. Ospita assemblee antifasciste, iniziative contro la guerra, eventi di solidarietà internazionale, in particolare con la causa palestinese. Nel 2004 è sede del coordinamento che organizza proteste contro la parata del 2 giugno. Nel 2016, durante un banchetto elettorale di CasaPound in zona, si verificano scontri. Il centro respinge ogni responsabilità diretta, ma l’episodio conferma il clima di conflittualità permanente che circonda l’area.
Ideologicamente, il CSOA ex Snia si colloca nella galassia antagonista. Non si dichiara formalmente anarchico, ma collabora stabilmente con reti anticapitaliste, anarchiche e internazionaliste. Firma documenti politici insieme a collettivi zapatisti, femministi ed ecologisti radicali. Rifiuta il profitto, rifiuta la mediazione istituzionale, rifiuta l’idea che lo spazio pubblico debba essere regolato dallo Stato. Uno spazio in cui l’antagonismo non è folklore, ma metodo. E in cui la collettività continua a essere amministrata da chi ha deciso di prendersela.
Quando attivisti del comitato di quartiere Pigneto Prenestino e militanti dell’area antagonista entrano nei capannoni abbandonati dell’ex stabilimento industriale, la fabbrica era inattiva dagli anni Settanta. L’obiettivo dichiarato è impedire nuove colate di cemento e restituire lo spazio alla collettività. Dal punto di vista giuridico, però, l’atto resta un’occupazione abusiva.
Nel tempo l’ex Snia diventa un centro sociale strutturato. Al suo interno prendono forma corsi gratuiti, ciclofficine, teatro, concerti, attività educative, assemblee politiche. Nasce l’Archivio storico “Maria Baccante”, riconosciuto bene culturale nel 2012. Viene inaugurato il Parco delle Energie e prende forma il teatro autogestito “Il Quadrato”. Tutto è regolato da assemblee interne, autofinanziamento e un codice ideologico fondato su antifascismo, antirazzismo e anticapitalismo.
Il nodo centrale resta lo stesso che attraversa l’intero mondo dei centri sociali: chi ha titolo per decidere sull’uso di uno spazio collettivo. Gli occupanti rivendicano l’autogestione come legittimazione sufficiente. Lo Stato resta fuori.
Negli anni il centro diventa anche piattaforma di mobilitazione. È tra i protagonisti delle campagne per la tutela del lago Bullicante, nato nel 1992 dopo lavori edilizi. Nel 2022 e nel 2023 organizza cortei e sit in davanti alla Regione Lazio e al Campidoglio per chiedere l’estensione del vincolo ambientale e l’esproprio dell’area privata. Il 5 giugno 2023 migliaia di persone sfilano in difesa del lago, con l’adesione di reti ambientaliste internazionali.
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