Le toghe rosse liberano Shahin
Commento di Giulia Sorrentino
Testata: Il Tempo
Data: 16/12/2025
Pagina: 2
Autore: Giulia Sorrentino
Titolo: Regalo di Natale all'Imam

Riprendiamo da IL TEMPO del 16/12/2025, a pag. 2, con il titolo "Regalo di Natale all'Imam", il commento di Giulia Sorrentino.

Giulia Sorrentino

SHAHIN LIBERO. MA RESTA IL PROBLEMA DI UN MINISTRO CHE COMPIE ATTI A DIR  POCO DISCUTIBILI Mohamed Shahin è finalmente libero. Dopo settimane di  detenzione nel CPR di Caltanissetta, la Corte d'Appello
L’imam di Torino Mohamed Shahin, considerato pericoloso per la sicurezza nazionale e destinatario di un decreto di espulsione, è stato rilasciato dal Cpr nonostante precedenti contatti con ambienti jihadisti e dichiarazioni di minimizzazione del 7 ottobre.
I giudici hanno ritenuto tali legami isolati e datati, concedendogli un permesso di soggiorno provvisorio

Mohamed Shahin, l'imam di Torino ritenuto dalle nostre autorità un pericolo per la sicurezza nazionale, è uscito dal Cpr di Caltanissetta. Era stato trasferito lì circa tre settimane fa, dopo che il Viminale aveva emesso un decreto di espulsione a suo carico. Eppure, per certe toghe, era un brav'uomo.

Shahin, lo stesso che aveva ritenuto opportuno dire pubblicamente che «il 7 ottobre non fu violenza».
Beh, in effetti Hamas ha solo trucidato più di 1200 ebrei, perché mai dovremmo parlare di violenza.

Anche perché la Corte d'Appello di Torino, quando il 27 novembre ha convalidato il trattenimento dell'imam nel Cpr, dopo che la commissione territoriale aveva invece respinto la domanda di protezione internazionale da lui presentata, evidenziava come Shahin «nel marzo 2012 veniva fermato dalla Polizia di Imperia insieme a Giuliano Ibrahim Del Nievo, indagato per reati di terrorismo, trasferitosi quello stesso anno in Siria per unirsi alle formazioni jihadiste e morto in combattimento nel 2013». E che «nel 2018, nell'ambito di indagini coinvolgenti Halili Elmahdi (tratto in arresto e condannato per reati di apologia di terrorismo), veniva registrata una conversazione in cui questi consigliava ad altro soggetto di rivolgersi a Shahin presso la moschea di Torino».

Ma, a leggere le affermazioni del dott. Ludovico Morello, colui che ha firmato per far uscire Shahin dal Cpr, «i contatti con soggetti indagati e condannati per apologia di terrorismo sono isolati e decisamente datati (si fa unicamente riferimento a una identificazione del 2012 e a una conversazione del 2018, quest'ultima peraltro intercorsa tra soggetti terzi) e sono stati ampiamente spiegati e giustificati dal trattenuto nel corso della convalida».

Quindi, in buona sostanza, si possono frequentare volti noti del terrorismo internazionale? Una decisione, ovviamente, non gradita al Viminale e ora, secondo quanto si apprende, gli uffici del ministero starebbero seriamente valutando di presentare ricorso in Cassazione contro la decisione dei giudici.

All'imam, intanto, è stato consegnato un permesso di soggiorno provvisorio emesso dalla Questura di Caltanissetta.

Una decisione che ha generato profondo sgomento nel centrodestra, scatenando anche l'ira della premier Giorgia Meloni, che si è chiesta come si possa difendere l'interesse nazionale se poi ogni iniziativa viene sistematicamente annullata dai giudici. Il terrorismo e ogni sua forma dovrebbero essere duramente criticati e attaccati da chiunque. Anche se ormai, purtroppo, nelle stesse piazze in cui si invoca la distruzione di Israele, sentiamo ripetere l'equazione per cui Hamas è Resistenza. Ma sono tagliagola, e chiunque li osanni dovrebbe essere espulso da questo Paese.

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