L'ONU e il sangue degli innocenti
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://israel247.org/lonu-et-le-sang-des-innocents-259802.html
Hamas non ha mai nascosto i suoi crimini, ma l'ONU è lenta a condannarli, così come Amnesty International che ha atteso due anni prima di pubblicare un rapporto sulle atrocità del gruppo terrorista islamico. Questo silenzio ha contribuito al dilagare dell'antisemitismo e il prezzo è salatissimo, come si può vedere dall'attentato in Australia.
Amnesty International ha finalmente riconosciuto che Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno commesso crimini contro l'umanità. Questa è l'affermazione dell'organizzazione per i diritti umani in un nuovo rapporto di oltre 170 pagine. Amnesty International considera il massacro di civili del 7 ottobre un “crimine di sterminio contro l'umanità” ed elenca altri crimini contro l'umanità commessi da gruppi palestinesi come la prigionia, la tortura, la sparizione forzata, lo stupro e “altre forme di violenza sessuale.”
È difficile capire perché questa rinomata organizzazione non governativa internazionale abbia impiegato più di due anni per giungere a questa conclusione. Eppure i terroristi pieni d'odio che avevano invaso i kibbutz al confine con Gaza non avevano fatto alcun tentativo di nascondere i loro crimini. Si erano filmati in tempo reale mentre massacravano indiscriminatamente neonati, anziani, donne e bambini, stupravano e torturavano e avevano pubblicato queste immagini atroci sui social network al grido di Allah Akbar. Sono immagini insopportabili, aggravate da quelle dei prigionieri e delle prigioniere presi in ostaggio. Ad esempio, la straziante immagine di una giovane mamma terrorizzata che stringe i suoi due bambini al cuore, trascinata dai terroristi nei sinistri tunnel di Gaza, dove lei verrà assassinata e i suoi figlioletti saranno strangolati a mani nude.
D'altro canto, ci sono stati anche due anni di silenzio assordante da parte delle Nazioni Unite riguardo agli eventi del 7 ottobre. Beh, non proprio silenzio: all'indomani di questo pogrom moderno, il suo Segretario Generale, Antonio Guterres, lungi dal condannarlo energicamente, si è spinto fino a fornirne delle giustificazioni. L’impostazione era già stata data. Ancor prima dell'inizio dell'offensiva israeliana a Gaza, centinaia di migliaia, forse milioni, hanno marciato su entrambe le sponde dell'Atlantico applaudendo Hamas e sventolando striscioni che invocavano la distruzione dello Stato ebraico. Quanto al signor Antonio Guterres, non aveva ancora pronunciato, e non pronuncia tuttora, una parola per le vittime, né una parola per gli ostaggi torturati, né per le giovani donne sottoposte ad abusi sessuali. Se ha trovato la sua voce, è stato solo per condannare ripetutamente lo Stato ebraico. Purtroppo, presto sono seguite nuove accuse, anche da parte di Amnesty International, in un momento in cui questa organizzazione non aveva ancora sufficientemente studiato la documentazione ampiamente disponibile sui crimini di Hamas. La più grave di queste accuse è quella di genocidio. A Gaza ci sono oltre due milioni e mezzo di abitanti. Secondo quanto riferito dal Ministero della Salute locale, che dipende da Hamas, dal 7 ottobre sarebbero stati uccisi più di 70.369 palestinesi – tra civili e combattenti – e questi dati sono considerati affidabili dall'ONU (!!!). Queste cifre sono infondate e respinte da Israele. Inutilmente. Un'accusa che, purtroppo, riecheggia quella dell'omicidio rituale – e che uccide. Lo abbiamo appena visto di nuovo in questo giorno di Chanukkah in Australia. Continuare, come fa l'ONU, a rifiutarsi di condannare Hamas non equivale forse a rendersi complici di crimini contro l'umanità?