Victor Fadlun: “Odio antiebraico coltivato dai pro-Pal”
Intervista di Giulia Sorrentino
Testata: Il Tempo
Data: 15/12/2025
Pagina: 5
Autore: Giulia Sorrentino
Titolo: Odio antiebraico coltivato dai pro-Pal

Riprendiamo da IL TEMPO del 15/12/2025, a pag. 5, con il titolo "Odio antiebraico coltivato dai pro-Pal", l'intervista di Giulia Sorrentino.

Giulia Sorrentino

Victor Fadlun: “Il silenzio degli altri è complice del Male”. La lettera  del presidente Cer a Repubblica - Shalom
Dopo l’attentato antiebraico di Sydney, il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun invita a non arrendersi al terrorismo e denuncia il clima di odio antisemita alimentato dal movimento ProPal

Timore ma consapevolezza che non si può e non ci si deve arrendere.
È questo il sentimento che si percepisce dal tono del Presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, dopo l'attentato terroristico che ha colpito gli ebrei in Australia. Fadlun poi commenta il disegno di legge sull'antisemitismo, che non piace a tutta la sinistra: «Credo nella parola dell’Ihra. Mi auguro che ci sia un ravvedimento».

Dodici morti e oltre trenta feriti, è questo il bilancio dell'attentato di Sydney.
«Il tentativo era di fare ancora più vittime, volevano fare una carneficina. Questo è testimoniato dalle modalità, dalle armi trovate sul posto, c'erano anche esplosivi. E di nuovo colpire durante una festa. Questa è la festa della luce, della speranza. Colpire in una festa in cui sanno che ci sono bambini, il paragone è come il Nova Festival: si colpisce chi festeggia la vita. Il tentativo è cancellare la speranza in un futuro, nel bene. Questo è proprio terrorismo nel senso letterale, in questo momento in cui poi c'è un percorso di pace in Israele, che con fatica sembra avviato».

L'Australia è Occidente. È un attacco anche alle radici giudaico-cristiane.
«Sicuramente. Il tema è che purtroppo tutto questo non nasce dal nulla, ma c'è un clima d'odio antiebraico che sta crescendo ed è coltivato dal mondo ProPal, che poi sfocia in eventi drammatici. In Italia chi sta fomentando tutto ciò, chi si fa paladino del movimento ProPal dovrebbe pensarci bene, perché le parole pesano e hanno delle conseguenze».

Chi è che si dovrebbe fare un esame di coscienza oggi?
«Tutti coloro che sono in testa al movimento ProPal. Questo è antisemitismo. Quindi chi lo propugna in questo modo ha la coscienza potenzialmente sporca, è moralmente complice della carneficina di questi miei fratelli, di questi ebrei».

Qualcuno di voi si è chiesto se potrebbe succedere anche qua?
«Noi abbiamo molta fiducia nel Ministero dell'Interno e in tutti coloro che stanno lavorando affinché vengano prevenute queste tragedie. Ma l'allarme c'è. Noi siamo fermi e saldi nei nostri principi e non possiamo accettare che ci sia una sorta di diktat a non condurre le nostre vite, perché questo è esattamente l'obiettivo del terrorismo».

Tra le vittime c'è un rabbino, è una morte altamente simbolica.
«Sì, ma non è la prima volta, purtroppo, perché si espongono in prima persona per avvicinare gli altri a una religione di pace. Quindi sono i primi obiettivi di chi invece propugna la morte e il terrore».

Nonostante ciò, c'è chi però in Italia è addirittura contro un disegno di legge bipartisan sull'antisemitismo.
«Quel disegno di legge punta proprio a distinguere tra la contestazione del governo e la contestazione dello Stato. Criticare l'esistenza di uno Stato, quello ebraico in particolare, nella definizione di antisemitismo dell’Ihra è un atto di antisemitismo. Diverso è criticare il governo, in tutto il mondo viene fatto. Quindi quel disegno di legge ha piena legittimità e ringraziamo chi lo porta avanti».

Tra loro non rientra una parte del Pd: ieri hanno fatto un minuto di silenzio per l'attentato, però poi c'è chi in quel partito non vuole il disegno di legge sull'antisemitismo. Il senatore Boccia, fedelissimo di Elly Schlein, si è discostato dalla posizione del suo collega Delrio. Non c'è un po' di incoerenza?
«Vorrebbe dire che bisogna capire se hanno ragione Boccia e altri oppure l’Ihra quando stabilisce che definire Israele Stato fascista o augurarsi “dal fiume al mare” è un atto di antisemitismo. E io credo nella parola dell’Ihra. Mi auguro che ci sia un ravvedimento».

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