Albanese e la lezione pro-Gaza
Commento di Giorgia Petani
Testata: Libero
Data: 15/12/2025
Pagina: 6
Autore: Giorgia Petani
Titolo: Francesca Albanese e la lezione pro-Gaza Verso le ispezioni in altre due scuole

Riprendiamo da LIBERO di oggi 15/12/2025, a pag. 6, con il titolo "Francesca Albanese e la lezione pro-Gaza Verso le ispezioni in altre due scuole", la cronaca di Giorgia Petani.

Francesca Albanese, altre due lezioni a sorpresa nei licei, a far propaganda per la causa di Gaza (cioè di Hamas). Proteste dei genitori, insegnanti complici, presidi scavalcati.

Il webinar di Francesca Albanese continua a scatenare polemiche.
Dopo i casi del liceo Dini di Pisa, dell’Istituto Comprensivo Massa 6 di Massa e del liceo Montale di Pontedera, questa volta a protestare sono i genitori degli studenti dell’Istituto Enrico Mattei di San Lazzaro e di una scuola a Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia.
Come riporta Il Resto del Carlino, la giurista è intervenuta da remoto mercoledì scorso. Stando a quanto ricostruito dal quotidiano, a iscriversi all’incontro sarebbe stata una docente di italiano del Mattei.
I ragazzi delle quinte sarebbero stati informati dell’appuntamento online solo al termine della prima ora di lezione di italiano. L’insegnante avrebbe agito all’insaputa non solo dei genitori degli studenti, ma anche del consiglio d’istituto e del preside Roberto Fiorini. «Chiediamo, come genitori, se la dirigenza fosse stata avvisata dell’incontro fatto dalla classe con Francesca Albanese. Vorremmo venissero chiarite le dinamiche che hanno portato a questa lezione», ha spiegato uno dei genitori. Nella prima fase del collegamento Albanese avrebbe presentato il suo libro Quando il mondo dorme per, poi, «spiegare che ora vive all’estero e che tutti i suoi conti sono stati bloccati a seguito di una serie di indagini sul suo conto».
Da lì avrebbe, infine, parlato del suo passato, della sua conoscenza della Palestina, di Gaza, e naturalmente «di quanto sta accadendo».
Indispettito anche il preside Fiorini.
«Sono in attesa della relazione didattica da me personalmente richiesta alla docente che ha preso l’iniziativa – dice –. Relazione che ho richiesto nel rispetto della libertà didattica, ma anche del pluralismo necessario per un apprendimento consapevole. Non eravamo a conoscenza dell’iniziativa presa dalla docente, né io come organo monocratico né il Consiglio di istituto come organo collegiale».
Insomma, i docenti emiliani avrebbero utilizzato lo stesso modus operandi adottato dai docenti pro Gaza toscani. Per il deputato della Lega Rossano Sasso, l’ultima segnalazione arrivata grazie al consigliere comunale della Lega Matteo di Benedetto, «è solo l’ennesima strumentalizzazione da parte di alcuni docenti ideologizzati. Siamo dinanzi ad una rete chiamata “Docenti per Gaza”, che contro ogni principio pedagogico posto a tutela della missione educativa e spesso all’insaputa delle famiglie, utilizza le classi come palco per la propria propaganda», ha tuonato l’esponete del Carroccio augurandosi che il Ministero avvii delle ispezioni.
Nel corso del primo evento, la relatrice avrebbe definito il governo «composto da fascisti e complice di un genocidio», arrivando persino a incitare gli studenti ad occupare le scuole. Parole che nel caso in cui risultassero vere «sarebbero molto gravi», ha sottolineato al Il Tempo il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. A intervenire in difesa della relatrice Onu è stato il Cobas scuola di Bologna, che in una nota lamenta «un clima da “caccia alle streghe”». A giudizio del sindacato di base la colpa sarebbe delle famiglie: «Il canovaccio è quello già vissuto in svariate occasioni: qualche genitore militante si rivolge alla dirigenza chiedendo di intervenire sulle scelte didattiche». «L’obiettivo è infondere paura, imporre un’agenda di argomenti tabù...».

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