Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 13/12/2025, a pag. 2, con il titolo "Lezioni di Intifada", il commento di Edgardo Sirignano.
Lezioni di Intifada. Il rischio, paventato dal Tempo, non è più semplice monito ma realtà. Ecco perché le istituzioni, di fronte a quanto anticipato su queste colonne, non possono più indugiare e devono far luce su quella che potrebbe rivelarsi una pericolosa propaganda, tra l’altro senza contraddittorio.
A confermarlo è il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che, senza esitazioni e facendo riferimento alla nostra inchiesta, chiede agli organi competenti di avviare un’ispezione immediata laddove Francesca Albanese, nell’ambito del progetto «Palestina Racconta», avrebbe presentato posizioni alquanto discutibili. «Leggo su organi di stampa – scrive in una nota – che in alcune scuole una relatrice, invitata durante l’orario scolastico a intervenire su fatti di attualità, avrebbe rilasciato dichiarazioni che, se comprovate, potrebbero costituire ipotesi di reato».
Era il 9 dicembre, infatti, quando su queste colonne denunciavamo le «strane lezioni» tenutesi prima a Massa e poi a Pisa, in cui sarebbero stati diffusi messaggi che poco hanno a che vedere con la cronaca e la storia. Il tutto prima del famoso incontro-scandalo di Pontedera, in cui l’esperta di diritti, secondo quanto reso noto da Matteo Bagnoli, esponente di FdI, avrebbe addirittura accusato il governo Meloni di essere fascista, di complicità in un genocidio, definito Leonardo criminale e persino invitato i ragazzi a occupare le scuole.
Ci sarebbe stato poi un ulteriore colloquio compromettente, avvenuto a Bassano del Grappa e bloccato prima che si andasse oltre. Qui, ci viene rivelato in esclusiva, l’Albanese avrebbe dovuto tenere una relazione di due ore. Nel momento in cui i toni, però, non sarebbero corrisposti a quelli di una normale presentazione, sarebbe intervenuta una prof che avrebbe chiesto di non politicizzare la lezione. Motivo per cui la dirigente di turno, dopo neanche sessanta minuti, avrebbe bloccato il tutto.
Un qualcosa, dunque, su cui chi ha il compito di vigilare non può soprassedere: ispettori a Pontedera e richieste di chiarimento ai presidi delle scuole interessate. Martina Palumbo, capo dipartimento del MIM, in una nota che ha come oggetto «manifestazioni ed eventi pubblici all’interno delle istituzioni», aveva già chiarito come qualunque iniziativa svolta in aula debba essere «volta a garantire il confronto tra posizioni diverse e pluraliste». Nella direttiva, rivolta a tutti i presidi, non c’è un vero e proprio riferimento al progetto dell’Albanese, ma è chiaro come, quando si parla di «recenti iniziative che non sono apparse in linea con le indicazioni fornite in precedenza», si facesse riferimento anche alle ospitate della relatrice Onu.
Su quanto accaduto non può far finta di nulla neanche l’Aula di Montecitorio. Il deputato meloniano Alessandro Amorese presenta un’interrogazione sul «rischio di indottrinamento ideologico», motivo per cui si scatena più di un semplice dibattito tra le parti. La sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti evidenzia la gravità dell’incitare i discenti a occupare. Ancora più dura la Lega che, mediante un comunicato, sottolinea come «sia inaccettabile che si svolgano lezioni orientate contro il Governo».
Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, sottolinea poi un ulteriore pericolo, ovvero che i colloqui, mediante il potentissimo webinar, siano andati oltre le aule comprese nell’indagine del MIM: il messaggio, a suo parere, sarebbe già arrivato a oltre 11 mila internauti. Detto ciò, c’è chi plaude all’attivismo di Valditara, come nel caso di Mariastella Gelmini di Noi Moderati o del capogruppo di FI Maurizio Gasparri, che dice «no a palcoscenici per monologhi Pro-Pal», e chi invece, come nel caso del M5S, lo accusa di «propaganda mascherata da zelo istituzionale». Ancora più duro il Pd, che mediante il deputato Arturo Scotto parla di «governo epuratore». Non mancano neanche le critiche della Rete degli Studenti Medi, che denuncia l’«abuso di potere», o di Laura Boldrini, che parla di «logica da regime».
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