Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 10/12/2025, a pag. 1, con il titolo "Ma domani a processo va Matteo Salvini", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Il Tempo di ieri vi ha descritto numeri alla mano: l'inferno di Termini e dell'Esquilino, un arresto al giorno, con l'80% dei fermati che sono stranieri. Avete letto bene: 80%, in un Paese in cui i residenti non italiani sono in tutto l'8% della popolazione. Non basta? Il Tempo di oggi vi racconta la storia di un egiziano che arriva nel Grand Hotel Italia, commette un numero impressionante di reati, è destinatario di sette provvedimenti di espulsione, ma – com'è come non è – sta ancora qua. Da qualche giorno, per lo meno, alloggia in carcere. Ma sempre qui, mica nel suo Paese. E infine la notizia più atroce, quella che apre il nostro giornale: lo stupro di una 23enne, domenica, all'uscita della metro Jonio, da parte di tre belve ancora da acciuffare. Mentre scriviamo, non ne conosciamo né l'identità né la nazionalità: abbiamo solo la descrizione attribuita alla vittima, che avrebbe parlato di tre uomini nordafricani. Davanti a questi episodi che gridano vendetta, indovina chi va domani a processo? Un trafficante di esseri umani? I mercanti di disperati oggetto dell'ultima inchiesta del Tempo? No: a giudizio andrà Matteo Salvini, cioè un ministro che – all'epoca, dal Viminale – si batté con forza per fermare le navi e chiudere i porti. La storia la sapete: incredibilmente mandato alla sbarra, Salvini è già stato assolto. Ma, in un estremo assalto, la Procura di Palermo ha presentato ricorso in Cassazione saltando il secondo grado. Morale? Anche i bambini hanno capito che una maggioranza schiacciante di italiani è favorevole a una linea più rigida contro l'immigrazione illegale. E – di nuovo – anche i bambini hanno capito il tasso di politicità dell'attacco giudiziario in corso da anni su questo tema. Noi, qui al Tempo, riconosciamo al governo l'eccellente risultato raggiunto in Ue con la lista unica europea dei Paesi dove si potranno rimandare i migranti. Ma su tutto – espulsioni in testa – chiediamo di andare ancora più veloce. Altro che “percezione”. Non se ne può più.
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