Charles Krauthammer e Maria Giovanna Maglie
Plauso al Foglio
Testata:
Data: 00/06/2002
Pagina: 1
Autore: Charles Krauthammer e Maria Giovanna Maglie
Titolo: Nessuna concessione territoriale al terrorismo di Arafat
Plauso al fantastico Charles Krauthammer (ma anche alla bravissima Maria Giovanna Maglie).


Prima pagina

Nessuna concessione territoriale al terrorismo di Arafat

Krauthammer bastona Bush

Se cercavate un esponente del falchismo, un commentatore conservatore pronto ad azzannare le debolezze e i tentennamenti di George W. Bush in politica mediorientale, questo è il migliore. Charles Krauthammer, premio Pulitzer, colonna settimanale sul Washington Post, ultima pubblicata con il titolo "a guarantee of more violence", una garanzia di maggiore violenza.

Ce l’ha con il piano di pace mai partorito dall’Amministrazione, con quell’ipotesi di Stato palestinese provvisorio, che gli pare demenziale. Ce l’ha ancora di più con il Dipartimento di Stato e con Colin Powell, che i conservatori vogliono morto, che Krauthammer ritiene colpevole di politica filopalestinese all’interno del governo. Fine dell’occupazione, speranza in fondo al tunnel, possibilità per un popolo di avere finalmente la terra, così si arretano il terrorismo, i massacri, i kamikaze, così si arriverà a una pace stabile e duratura? Solo gli stupidi o quelli senza memoria non ricordano quel che successe due anni fa a Camp David, quando il presidente degli Stati Uniti riunì un summit estremo e il premier israeliano promise la fine totale dell’occupazione, e Arafat rispose grazie no perché questo significava far la pace. E qui Krauthammer rende omaggio al detestato Clinton, il cui piano e tentativo furono criticati e sbeffeggiati da repubblicani e conservatori.

Ma come non gli piaceva quello del 1999, non gli piace questo progetto analogo, anche se partorito da Amministrazione repubblicana. L’espressione mantra "terra in cambio di pace", spiega, così è morta per sempre, perché i palestinesi la terra la vogliono senza la pace, come Hezbollah ha fatto in Libano. Per questo muoiono ogni giorno gli innocenti, per questo continuare a parlare oggi di Stato palestinese, provvisorio o no, significa offrire ricompense per il terrorismo.

Che non è solo uno scandalo morale, è anche diplomazia disastrosa, dimostra che uno può dire di no a un’offerta generosa, cominciare una guerra, uccidere, e dopo due anni gli rifanno la stessa offerta, senza neanche chiedergli prima una garanzia di cessate il fuoco. A Krauthammer sembra chiaro che diritto allo Stato, sia pur provvisorio, significa tre cose:
1) inviolabilità territoriale. Oggi il terrorismo è ridotto al dieci per cento della sua potenzialità perché l’esercito israeliano entra nei Territori palestinesi. Diventerebbe invasi americana nell’area per venticinque anni è stata il disarmo dei palestinesi. Se avranno uno Stato, rivendicheranno il diritto ad avere un esercito come qualunque altro Stato. La Cisgiordania si riempirà di armi di guerriglia tosta, ma quelle le ha già di straforo pure oggi, e pure di bei katiusha e missili antiaerei, cioè di armi da guerra regionale. Chiede, si fa per dire, Krauthammer, vi viene in mente che cosa potrebbe accadere ad aerei civili che atterrassero all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sotto il tiro di uno Stato palestinese armato, provvisorio o no? 3)Alleanze. Caratteristica basilare di uno Stato è il diritto di contrarre alleanze.
Arafat ne ha già con Iran e Hezbollah. Sono segrete ora, diventerebbero manifeste.
Ancora una domanda per Bush, che faremo quando si alleerà anche con la Siria o con l’Iraq, e inviterà i loro eserciti in Cisgiordania per proteggere la Palestina dall’aggressione israeliana?
Insomma, la concessione di uno Stato è follia. Costituirebbe collasso morale e strategico degli Stati Uniti, darebbe ai palestinesi quel che vogliono senza nemmeno chiedere loro di mettere giù la pistola.
L’avranno alla fine quando avranno messo fine per sempre ai massacri. Terra in cambio di pace, se lo ricordino alla Casa Bianca.
Fantastico Krauthammer.
MGM



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