Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/12/2025, a pag. 11, con il titolo "Netanyahu e la 'grazia': «Non mi ritiro»", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Pace fatta fra Israele e Germania, anche se non c’era stata nessuna guerra. Con una visita nello Stato ebraico il cancelliere Friedrich Merz ha riportato la Repubblica federale tedesca in cima alla lista degli amici di Israele in Europa. A Gerusalemme il capo del governo tedesco ha dapprima incontrato il presidente Isaac Herzog, al quale ha ricordato che se in passato «le azioni delle Forze armate israeliane ci hanno posto davanti a un dilemma davanti al quale abbiamo reagito, oggi fra noi non esistono differenze sostanziali. Israele ha il diritto di difendersi perché questo è l’unico modo per garantire la sua esistenza». Il cancelliere ha così archiviato il caso da lui stesso aperto lo scorso maggio quando, davanti all’avanzata israeliana su Gaza, affermò: «Francamente, non capisco più quale sia il loro obiettivo».
Merz era arrivato in Israele dalla Giordania, dove era stato ricevuto da re Abdallah II: nella sua due giorni nella regione, il cancelliere non si è dunque recato a Ramallah, sede l’Autorità nazionale palestinese (Anp) presieduta da Mahmoud Abbas; una “dimenticanza” che allinea il governo tedesco alla Casa Bianca secondo cui, prima di essere coinvolta nel processo di pace messo in moto da Donald Trump, l’Anp deve riformarsi, cominciando con un taglio netto delle politiche di sussidio alle famiglie dei “martiri” caduti uccidendo cittadini israeliani, civili o militari. Prima di partire per il Medio Oriente, Merz ha però fatto sapere di avere parlato al telefono con Abbas rinnovandogli l’appello a riformare l’Anp «affinché possa giocare un ruolo costruttivo nella Gaza post-bellica».
Centrale l’incontro di ieri con Bibi: da quando il capo del governo israeliano è stato raggiunto assieme a un suo ex ministro da un mandato di arresto della Corte internazionale di giustizia (Cig) per presunti crimini di guerra a Gaza, le visite di leader internazionali a Gerusalemme sono molto diminuite, per non parlare dei viaggi dello stesso Bibi all’estero. Anche quando vola verso gli Stati Uniti, che non riconoscono autorità alla Cig, il primo ministro cerca di non sorvolare Paesi che lo arresterebbero se il suo aereo subisse un guasto e fosse obbligato ad atterrare.
La presenza di Merz a Gerusalemme è un attestato di fiducia nei confronti di Netanyahu. La visita del cancelliere segue di pochi giorni l’arrivo in Germania delle prime componenti del sistema antimissile a medio raggio Arrow-3 sviluppato dall’industria bellica israeliana e acquistato dai tedeschi per 4 miliardi di euro, la maggiore commessa nella storia di Israele (che dai tedeschi compra invece sommergibili).
«Vengo come un amico consapevole che l'amicizia tra Germania e Israele è infinitamente preziosa», ha affermato Merz. «Non solo la Germania lavora per la difesa di Israele», ha replicato Bibi, «ma Israele, lo Stato ebraico, lavora per la difesa della Germania 80 anni dopo l'Olocausto». I due hanno discusso di antisemitismo, con Merz che ha tracciato un confine fra criticare Israele e odiare gli ebrei, e dissentito sull’esito del processo di pace: uno Stato palestinese secondo il cancelliere – «ma non lo riconosceremo nel prossimo futuro» –, la possibile annessione dei Territori secondo Bibi, che ha anche usato la conferenza stampa congiunta per ribadire che, grazia presidenziale o meno, lui non si ritirerà dalla politica. Merz non lo ha invitato a Berlino: finché il mandato di arresto della Cig resta in piedi, il tema è tabù.
Sullo sfondo del Merz-Bibi resta la cronaca dalla regione: gli Abu Shabab, i miliziani gazawi anti-islamici, hanno reso noto di aver vendicato la morte del loro ex capo, Yasser Abu Shabab, ucciso giorni fa da Hamas, eliminando quattro effettivi del gruppo terrorista. Intervistato da Tucker Carlson, il primo ministro del Qatar, Abdulrahman Al Thani, ha invece negato che Doha finanzi il gruppo terrorista, con il quale avrebbe relazioni da una decina di anni «su richiesta di Washington» e sotto il controllo israeliano, per facilitare la mediazione nella regione. E ieri fonti di Difesa israeliane hanno rivelato di aver scoperto una rete di riciclaggio di denaro del gruppo islamico palestinese nel cuore della Turchia, che opererebbe sotto la guida e con fondi dell’Iran.
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