Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 07/12/2025, a pag. 11, con il titolo "Quei Patriot a Kiev che provengono da Israele", il commento di Michael Sfaradi.
Un tacito patto di non interferenza tra Israele e Russia potrebbe essersi incrinato dopo il misterioso volo di un jet governativo israeliano a Mosca. Le recenti forniture di sistemi Patriot all’Ucraina e la vendita degli Arrow 3 alla Germania potrebbero aver irritato il Cremlino. Se il chiarimento non avrà effetto, Mosca potrebbe reagire armando l’Iran con S400 e Sukhoi Su35
Sappiamo che le notizie messe in sordina a volte si rivelano importanti o fondamentali. Non è un segreto il tacito accordo fra Benjamin Netanyahu e Vladimir Putin che prevede la non interferenza russa nello scontro fra Israele, Iran e i suoi proxy, e la non interferenza israeliana nella guerra in corso nel Donbass. La Russia non ha finora fornito all'Iran sistemi missilistici S400 e aerei Sukhoi Su35 e Israele, nonostante le pressioni dell'amministrazione Biden, non ha mai fornito all'Ucraina tecnologia bellica offensiva. Solo sistemi di difesa civile come il preavviso cellulare di bombardamento o ambulanze e apparati medici. Il 3 dicembre è girata per poche ore una news a proposito di un aereo israeliano Gulfstream che nei giorni scorsi è atterrato a Mosca ed è ripartito per Israele dopo circa sei ore. Su questo argomento abbiamo posto diversi quesiti alle solite fonti, ma anche quelle solitamente più loquaci non si sono volute esporre. Il silenzio aumenta il sospetto che qualcosa si sia rotto nel patto non scritto fra Gerusalemme e Mosca. Le domande senza risposta sono: chi c'era a bordo? Se una delegazione è partita per la Russia per colloqui e non sono stati usati aerei di linea ma il più costoso jet governativo in un viaggio andata e ritorno modello mordi e fuggi, a cosa era dovuta questa fretta? Non avendo notizie o commenti ufficiali possiamo basare la ricerca della possibile verità sul passato recente. Il primo punto è che gli USA hanno in Israele, sotto diretto controllo del Pentagono, magazzini di armi dai quali sono partite forniture destinate all'Ucraina. Anche se non coinvolta direttamente, per Gerusalemme è stato imbarazzante. Secondo: Israele aveva in prestito, o in comodato d'uso, vecchie batterie antimissile Patriot che gli ingegneri israeliani avevano rinnovato con tecnologia moderna. Gli americani hanno preteso la loro restituzione e, dopo essere arrivate alla Ramstein Air Base, base USA in Germania, questi Patriot sono stati girati all'Ucraina. Non è chiaro se prima della restituzione questi missili erano stati riportati al loro stato originale, cioè obsoleti, oppure se quando sono arrivati in Germania avevano ancora le migliorie tecniche apportate durante la loro permanenza in Israele. Se così fosse, ma è difficile che Gerusalemme si sia esposta, il famoso patto non scritto avrebbe motivo di scricchiolare. Ultimo particolare, forse il più importante, onorando un contratto da diversi miliardi di euro, Israele ha fornito alla Germania batterie antimissile Arrow 3. Pensando male sapendo di azzeccarci è proprio questa parte che ha creato attrito fra Israele e Russia. Forse, il condizionale è obbligatorio, la delegazione israeliana atterrata a Mosca aveva il compito di spiegare a chi di dovere che i Patriot erano americani e oggetti da museo, che Arrow 3 è un'arma difensiva e che soprattutto è stata venduta alla Germania e non all'Ucraina. Se Mosca non ha intenzione di aprire un fronte anche con la Germania non ha nulla da temere. A questo punto non resta che attendere: se abbiamo colto nel segno si delineano due diverse situazioni, al Cremlino capiscono e si mantiene lo status quo oppure non capiscono e presto vedremo gli S400 schierati a protezione dei siti sensibili iraniani e Sukhoi Su35 volare su Teheran.
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