Quale ‘accoglienza’? Ecco gli orrendi traffici degli schiavisti
Commento di Daniele Capezzone
Testata: Il Tempo
Data: 07/12/2025
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: Quale ‘accoglienza’? Ecco gli orrendi traffici degli schiavisti

Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 07/12/2025, a pag. 1, con il titolo "Quale ‘accoglienza’? Ecco gli orrendi traffici degli schiavisti", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

A cosa (o a chi) serve aumentare le pene per gli scafisti? - Fondazione  Giangiacomo Feltrinelli
C'è una rete strutturata di scafisti e mediatori che trasformano la disperazione dei migranti in un lucroso traffico criminale

Parte oggi la terza grande inchiesta del Tempo. Dopo la campagna dei mesi passati (che ovviamente proseguirà) sui rischi legati alle reti islamiste, e dopo quella appena avviata sul degrado e l’insicurezza a Roma (oggi vi parliamo della condizione di Colle Oppio), prende avvio in questo numero un’indagine esclusiva che fa letteralmente impressione. Ma quale «accoglienza». Cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: è una nuova tratta degli schiavi. Il nostro Alessio Buzzelli ha scovato e smascherato una organizzatissima rete di scafisti con i loro traffici orrendi. È un’inchiesta coi fiocchi: Il Tempo ha recuperato telefoni, indirizzi mail, profili social, con «esche» predisposte da trafficanti e «mediatori» per i migranti illegali, veri e propri tariffari, e offerte per trasformare la disperazione di alcuni in un lucroso commercio per altri. Ogni volta che sentirete qualcuno (magari in buona fede) parlare di «accoglienza», voi lettori del Tempo avrete gli argomenti per dimostrare quello che dovrebbe essere chiaro a tutti. Esistono reti criminali che lucrano sulle ondate migratorie e hanno bisogno – per prosperare – che l’immigrazione resti selvaggia e incontrollata. L’esito è quello che conoscete: un’invasione che piace tanto alla sinistra, legioni di disperati buttati nelle nostre città e stazioni, una fortissima propensione al crimine di questi sbandati, e una drammatica insicurezza che incombe sulle nostre vite. Il governo si sta impegnando seriamente, in Italia e in Europa, contro tutto questo. Ma deve misurarsi con ostilità di tutti i tipi, politiche e giudiziarie. La nostra campagna serve a correre più velocemente nella direzione giusta.

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