La stretta su Islam e radicalizzazione non può più attendere
Commento di Anna Maria Cisint
Testata: Il Tempo
Data: 06/12/2025
Pagina: 3
Autore: Anna Maria Cisint
Titolo: La stretta su Islam e radicalizzazione non può più attendere

Riprendiamo da IL TEMPO di oggi 06/12/2025, a pag. 3, con il titolo "La stretta su Islam e radicalizzazione non può più attendere", il commento di Anna Maria Cisint. 

La sindaca di Monfalcone candidata alle Europee: “Qui portano la sharia, in  cambio diamo case popolari” - la Repubblica
Anna Maria Cisint, eurodeputata della Lega, denuncia una strategia di espansione dell’islamismo in varie città italiane ed europee, favorita da leggi permissive, finanziamenti esteri e fondi illeciti. Sostiene che questo fenomeno crei enclavi radicalizzate che puntano a influenzare la politica locale

È in atto vera e propria strategia di conquista. L'ho vissuto a Monfalcone da sindaco, ed è nei fatti in molte città italiane come Roma, Bologna, Torino, Milano, Firenze, ma anche più piccole come Sassuolo e Mestre. E lo vediamo in Francia, dove l'intelligence ha lanciato un allarme rosso sull'islamismo in Europa. Un fenomeno che, tra tolleranza e leggi troppo morbide - come quella sui ricongiungimenti familiari che con questo Governo abbiamo finalmente modificato e su cui arriverà un'ulteriore stretta - trova terreno fertile proprio in quelle realtà dove il numero di extracomunitari è esploso. Dove la quasi totalità degli studenti nelle scuole non è italofona, le attività commerciali storiche sono state sostituite da quelle etniche e da moschee, che si reggono su finanziamenti provenienti da Paesi, come il Qatar e da organizzazioni vicine alla Fratellanza Musulmana, come UCOII.
Ma anche su fondi illeciti, come quello del "pizzo islamico": denaro estorto dai capi delle comunità, rimesso in circolo per foraggiare tale strategia occupazione territoriale, in cui ogni nuovo insediamento diventa un tassello di un disegno volto a sovvertire il nostro sistema economico e politico. Un habitat ideale dove pullulano integralismo e centri islamici, zone franche dove si predica la Sharia. Ne abbiamo visto gli effetti in Francia: un sondaggio vede i giovani molto più radicalizzati delle generazioni precedenti, indottrinati dagli imam all'odio verso l'Occidente. Poi si passa alla scalata politica, perché è proprio questo quello che vogliono: annullarci e governarci. Prima sfruttando la sinistra - che si svende per voti e ideologia - per poi, quando le comunità hanno i "numeri", scaricarla e lanciare il partito islamista come a Monfalcone e a Roma. E accadrà così anche a Torino e Bologna. Per questo è più che mai necessario intervenire: da tempo, con la Lega al Governo, stiamo lavorando a un pacchetto di norme contro la radicalizzazione. Il principio è semplice: senza regole chiare nessuno spazio può essere concesso agli islamici. È una questione di sicurezza e di difesa dell'Italia, che se intende ancora avere un futuro deve preservare la sua identità senza più cedere terreno a chi vorrebbe cancellarla. Il primo passo è il censimento di tutti i luoghi di culto: lo sto già facendo in autonomia raccogliendo decine di segnalazioni dai cittadini per poi pretenderne dai sindaci la chiusura, proprio come ho fatto a Padova. Ma la vera svolta arriverà con le nostre nuove norme: anche le associazioni islamiche dovranno pubblicare i loro bilanci e redigere statuti conformi al nostro ordinamento, dove si conferma che qua valgono le nostre leggi, anche se in contrasto con il Corano. E poi stop ai finanziamenti dall'estero, sì a registri ufficiali degli imam, e dei luoghi di culto. Regole chiare che chi non rispetterà sarà messo al bando.

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