Se cambia la narrazione sulla guerra in Ucraina
Lettera aperta di Marco Mayer
Testata: Il Riformista
Data: 03/12/2025
Pagina: 2
Autore: Marco Mayer
Titolo: Se cambia la narrazione sulla guerra in Ucraina

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi 03/12/2025, a pagina 2, la lettera aperta di Marco Mayer dal titolo "Se cambia la narrazione sulla guerra in Ucraina".

Marco Mayer
Disinformazione al lavoro. Nella stampa sta cambiando paradigma: si sta delegittimando l'Ucraina enfatizzando l'inchiesta sulla corruzione del governo. E al tempo stesso si sta cercando di legittimare Hamas e Hezbollah, contro Israele.

Caro direttore,

Sento il dovere di segnalarti che in queste ore stiamo assistendo a un profondo cambio di narrativa rispetto al conflitto mediorientale e alla guerra di aggressione contro l’Ucraina.
Sinora la guerra informativa era diretta a demonizzare ogni aspetto (non solo gli eccessi) della reazione israeliana al 7 ottobre con l’obiettivo di mettere in secondo piano il massacro e i rapimenti degli ostaggi con cui Hamas ha scatenato la guerra contro Israele.
Oggi, invece, è iniziata una fase diversa delle azioni di influenza mediatica perseguite a livello internazionale dall’Iran e dalla Russia, non so dire se in modalità concertate.
I messaggi attuali puntano alla legittimazione delle organizzazioni terroristiche di Hamas e di Hezbollah.
Anche in Italia qualcosa sta cominciando.
Si può assistere così in prima serata su Rai1 all’intervista senza contraddittorio di un dirigente di Hamas dalla Turchia.
E i cortei in piazza, come è avvenuto venerdì a Genova, sono guidati dall’attivista brasiliano Thiago Avila senza che nessun giornale racconti chi sia veramente.
Avila ha apertamente dichiarato di ispirarsi ai terroristi di Hezbollah e in particolare al pensiero di Nasrallah, al cui funerale ha partecipato in prima persona.
Per quanto riguarda l’Ucraina, si pone l’accento solo sui casi di corruzione senza mettere in evidenza che indagini indipendenti come quelle avviate a Kyiv indicano che nella società ucraina ci sono anticorpi efficaci, del tutto inimmaginabili in Russia, anche dopo un decennio caratterizzato da una tragica spirale repressiva.
Dobbiamo ricordare ai distratti che nel 2013 Alexei Navalny prese il 27% alle elezioni per il sindaco di Mosca.
Il 16 febbraio del 2024 morirà in una colonia penale sopra il circolo polare artico.
La disinformazione non si combatte inseguendo le singole fake news, ma con una contronarrazione solida fondata su evidenze empiriche incontrovertibili, anche se ignorate dai più.

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