I relatori speciali dell’ONU che proteggono i terroristi di Hamas
Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista
Data: 26/11/2025
Pagina: 5
Autore: Iuri Maria Prado
Titolo: I relatori speciali dell’ONU che proteggono i terroristi di Hamas

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 26/11/2025, a pagina 5, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "I relatori speciali dell’ONU che proteggono i terroristi di Hamas".


Iuri Maria Prado

Una squadra di "relatori speciali" capitanata da Francesca Albanese, sta boicottando il piano di pace per Gaza, condannando la risoluzione appena passata in Consiglio di Sicurezza. ONU contro la pace. E ONU contro se stessa: ormai siamo al paradosso.

Capitanato da Francesca Albanese - la sedicente avvocata secondo cui Hamas ha fatto parecchie cose molto buone - un manipolo di “special rapporteur” delle Nazioni Unite ha buttato giù un documento diretto al boicottaggio del piano per Gaza adottato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 17 novembre.
L’appello messo insieme da questi “esperti” - che si dilunga nell’elenco delle presunte violazioni israeliane del cessate il fuoco senza menzionare quelle non presunte, ma certe, compiute dalle formazioni terroristiche di Gaza - riesce a superare per improntitudine i comunicati fatti diffondere l’altro giorno dalla medesima Albanese, già impegnata ad accusare l’Unione europea di comportarsi come un “avvoltoio” nella partecipazione “coloniale” a quel piano per la smilitarizzazione della Striscia.
Anche più disinibito, quest’ultimo documento riesce a esibirsi nello sproposito per cui “non ci può essere pace duratura senza responsabilità per i crimini commessi dal 7 ottobre 2023”.
Che uno dice: vabbè, 7 ottobre, dunque parliamo dei crimini di Hamas.
Macché.
I crimini sono quelli di Israele: dal 7 ottobre.
E sulla scorta di questa bella premessa - liquidata la risoluzione per Gaza del Consiglio di Sicurezza come “il modello che ha radicato il regime di apartheid coloniale israeliano” - gli “esperti” sollecitano gli Stati membri a sabotare il piano adottando misure alternative.
Quali?
Sanzioni a Israele, embargo di forniture di armi a Israele, processi a Israele.
E infine la chicca: “Un intervento internazionale guidato dalle Nazioni Unite se gli attacchi persistono e la situazione umanitaria peggiora ulteriormente”.
La gravità di questi comunicati non riguarda tanto - o non solo - il carattere formalmente eversivo per cui si segnalano, con questi “consulenti” impegnati a contestare e a lavorare contro la stessa organizzazione cui prestano consulenza.
È la sostanza del loro impegno militante a fare ben più grave la faccenda.
Si tratta, infatti, di un’attività apertamente rivolta a intralciare le iniziative di smilitarizzazione ed esautoramento delle formazioni terroristiche di Gaza, iniziative che il Consiglio di Sicurezza ha affidato alla “Forza Internazionale di Stabilizzazione temporanea” che dovrebbe essere istituita dagli Stati membri in collaborazione con il “Board of Peace”.
Ricordiamo che cosa dovrebbe assicurare, tra l’altro, quel dispositivo: “La distruzione e la prevenzione della ricostruzione delle infrastrutture militari, terroristiche e offensive, nonché il disarmo permanente delle armi detenute da gruppi armati non statali” a Gaza.
Questi “esperti” vogliono proteggere Gaza?
Sì, a modo loro: non vogliono proteggere Gaza da Hamas, ma dalle forze legittime che vogliono liberarla da Hamas.
Che è un altro modo per dire che questi esperti proteggono Hamas.

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