Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 19/11/2025, a pagina 7, l'intervista di Aldo Torchiaro a Marco Mancini dal titolo "Unità killer iraniane operano in Italia. Mancini: «Amici di Israele nel mirino»".
Aldo Torchiaro
Marco Mancini, ex capo del controspionaggio italiano, rivela informazioni che Il Riformista pubblica in esclusiva. Ecco i nomi, le cellule e le operazioni coperte che nessuno ha mai raccontato: l’unità “11mila” e l’unità “840”.
Ci può spiegare di cosa si tratta?
«Ci sono due unità di élite iraniane attive nel mondo, la “11mila” e la “840”. Sono due strutture terroristiche costituite all’interno della Forza Quds, un gruppo d’élite che fa capo a Teheran ed è composto da iraniani e da uomini scelti di Hezbollah, libanesi con doppio passaporto iraniano. Quest’ultima è comandata da Esmail Qaani, un agente operativo dell’intelligence di Teheran. Il nickname di Esmail Qaani è Akbamead. La Forza Quds, diretta da Esmail Qaani, è alle dipendenze del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, guidato da Mohammad Pakpour. Entrambe le unità sono composte da agenti iraniani, specializzati in azioni di sabotaggio, spionaggio e terrorismo».
Sono sostanzialmente agenti operativi dei servizi iraniani?
«Sono unità dell’intelligence iraniana inquadrate all’interno della Forza Quds».
Però sono in Hezbollah?
«Sono in Hezbollah, ma capirai anche dopo che ci sono anche agenti di Hezbollah che già fanno parte dell’“11.000”. Il capo operativo l’abbiamo localizzato, è ricercato ed è di Hezbollah. L’unità “11mila” è formata da circa 11.000 terroristi».
Questi sono nomi codificati?
«Sì, le chiamano con questi nomi in codice. L’unità “11mila” si chiama così perché ha 11.000 effettivi nel mondo. Cinquecento sono gli agenti operativi, tutti gli altri sono informatori, supporto logistico, ufficiali e sottufficiali infiltrati in enti, università, organizzazioni internazionali per riportare ogni cosa di interesse iraniano alla centrale di intelligence della struttura, a Teheran».
Qual è la loro missione?
«L’obiettivo è quello di eliminare i nemici dell’Iran, del regime della Guida suprema Khamenei, eliminando prioritariamente ebrei e israeliani nel mondo sospettati di collaborare con l’intelligence di Tel Aviv».
Se nel mirino ci sono ebrei e amici degli ebrei, ci siamo dentro tutti.
«Certo, ci siamo dentro tutti: coloro che fanno informazione, facendo parlare l’opposizione iraniana o spiegando sui loro media le ragioni di Israele possono entrare tra gli obiettivi da eliminare prioritariamente. In Nord e Sud America, in Europa e quindi anche in Italia».
Con quale modalità operativa lavorano all’estero questi due gruppi?
«Il modus operandi delle unità “11mila” e “840” consiste nel prendere contatti con gruppi criminali locali e delegare le azioni terroristiche contro i loro obiettivi a trafficanti di droga che individuano, nel contesto in cui operano, il target da eliminare».
Per esempio, in Italia?
«In Italia si muovono con una rete di infiltrati che parla con gruppi che trafficano in sostanze stupefacenti, tra cui bande di albanesi».
Dalle informazioni che ha, dove è operativa l’unità “11mila”?
«Nel 2024 è risultata molto attiva in Grecia, Australia, Messico e Brasile. Il comando operativo dell’unità “11mila” si trova nella valle della Bekaa, in Libano, nella zona sotto controllo di Hezbollah. È diretta dal cittadino libanese con passaporto iraniano Haitham Diad».
Ricercato dal Mossad, immagino…
«Diad è attivamente ricercato dall’intelligence di Tel Aviv. Attualmente si nasconde in una villa, in un’abitazione indipendente, nella città di Talabaya, in Libano, vicino alla valle della Bekaa. Durante gli ultimi bombardamenti che hanno colpito il Libano si era rifugiato in Siria. Si era rifugiato nel consolato iraniano in Siria, colpito da Israele proprio per eliminarlo. Ma non è stato eliminato, è ancora vivo e pericoloso».
Che storia ha alle spalle?
«Haitham Diad, per conto di Hezbollah, ha vissuto a lungo in Brasile ed è stato sospettato dalla polizia brasiliana di far parte di un’organizzazione di trafficanti di droga. Traffico che serviva a Hezbollah per finanziare la propria attività. Hezbollah da diversi anni si occupa di droga per finanziarsi. Quando era in Brasile, Diad ha contratto matrimonio con una cittadina brasiliana, cristiana. Fanno così, per mimetizzarsi. Ora sono divorziati, lei dovrebbe trovarsi in Francia».
Veniamo dunque all’Europa. Le informazioni che ci dà sono inquietanti.
«Lo so. Ma è meglio saperle, queste cose. Qui abbiamo l’unità “840”, costituita da circa 700 uomini, è nata per volontà diretta del comandante della Guardia della Rivoluzione islamica. È diretta da Azher Bacri, un agente dei servizi di una pericolosità unica. Ben addestrato, parla tre lingue, arabo, inglese e farsi, perfettamente. È lui l’agente per le operazioni speciali, le operazioni che devono essere condotte verso personalità del mondo ebraico, israeliani e amici degli ebrei e degli israeliani in Europa, e dunque in Italia. È una personalità pericolosa, di primo piano, Azher Bacri».
Si muove su indicazioni dirette di Teheran?
«Studia, congegna ed esegue i suoi progetti con un’alta autonomia, ma va spesso a Teheran insieme con il suo braccio destro, Mohammed Rashai. Le operazioni, e quindi l’acquisizione di informazioni, poi vengono passate ad Azher Bacri per decidere se eliminare, compiere attentati, sabotaggi o uccidere qualche ebreo, qualche europeo, qualche americano. Perché la “840”, a differenza della “11mila”, opera contro obiettivi europei e americani. Devono identificare ed eliminare tutte le persone che lavorano contro l’Iran o che sono sospettate di lavorare per i servizi segreti israeliani».
Con quali dimensioni sono presenti sul territorio europeo e in Italia?
«La “840” opera con strutture che hanno alle dipendenze dai 200 ai 250 agenti in ogni continente. Le informazioni sono richieste da Azher Bacri, pianificate, trasmesse al capo desk, il quale si avvale, come sovrintendente dell’azione operativa, di tale Mohammed Rashai. Lui è quello che si muove, anche fisicamente, per i sopralluoghi, i pedinamenti, le verifiche sui target, anche in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Rashai porta le notizie raccolte, grezze, al capo desk, il quale, una volta analizzate e verificate nella loro interezza e nella loro fattibilità, le passa al capo, che è Azher Bacri. Ovviamente qualsiasi eliminazione viene proposta da Azher Bacri gerarchicamente a Esmail Qaani, poi alla Guardia della Rivoluzione e poi, ovviamente, a Khamenei».
Qual è il grado di pericolosità?
«Massimo. Possono colpire cittadini ebrei e non ebrei, israeliani e amici degli israeliani, o sospettati di essere amici degli israeliani. Sono addestrati per infiltrarsi, per confondersi con soggetti non iraniani, anche sposandosi con donne cristiane. L’Iran si sta riarmando e sta svolgendo un’azione capillare di intelligence in tutto il mondo. Dobbiamo alzare la guardia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha capito il pericolo di infiltrazione russa. Bisogna far capire che quello iraniano non è da meno».
Come si dovrebbe agire?
«Serve un’attività di controspionaggio forte, coordinata tra i Paesi europei. Non possiamo più affrontare minacce globali combattendo come singola nazione. L’Iran ha esportato la guerra attraverso i propri agenti segreti».
Le unità killer che ci sta descrivendo godono di una copertura diplomatica?
«Secondo le mie informazioni ci sarebbero delle strutture nella rete diplomatica e consolare iraniana che forniscono, anche nell’area italiana ed europea, queste operazioni. Io so quali sono le centrali da dove partono gli ordini operativi, conosco quella di Roma e quella a Ankara. So dove si nascondono le coperture delle unità “11mila” e “840”. E la struttura che tiene le fila all’interno dell’Europa, sto parlando di strutture informative che acquisiscono queste informazioni, è da anni l’ambasciata iraniana in Turchia».
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