Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/11/2025, a pag. 3, con il titolo "«Genova non è moderata... Qui comandano gli estremisti»", l'intervista a Ilaria Cavo di Massimo Sanvito
Onorevole, che aria tira a Genova?
«C’è un clima di cui non sentivamo il bisogno. I toni, da sinistra, sono troppo forti e le dichiarazioni troppo precipitose. Sia nel caso del sindacalista che in quello del liceo devastato noi abbiamo subito preso le distanze, perché la violenza va condannata in quanto violenza. Loro, invece, sono andati oltre: hanno definito il centrodestra fascista e squadrista...».
Poi è emerso che un’aggressione era inventata e l’altra era stata commessa come vendetta dopo alcuni screzi tra ragazzi. Il fascismo, in ogni caso, non c’entrava nulla.
«Pd e Avs hanno pensato solo a precipitarsi nel rilasciare comunicati durissimi di accusa al governo prima di capire come si erano svolti esattamente i fatti. Ora come mai nessuno di loro prende le distanze da quanto ha detto. Se questo non avviene da chi rappresenta le istituzioni si alimenta un brutto clima. Se non c’è la forza di rettificare, allora è chiaro che si tratta di una mera strumentalizzazione».
Ilaria Cavo, presidente del Consiglio nazionale di Noi Moderati, deputata e capogruppo in Consiglio comunale a Genova, racconta a Libero la campagna di veleni orchestrata dal campo largo all’indirizzo del centrodestra sotto la Lanterna. Con un filo conduttore ricorrente: il Ventennio. «La maggioranza di centrosinistra, incapace di dare risposte a problemi concreta, ha deciso di usare l’allarme fascismo come foglia di fico per coprire le proprie man canze», spiega. Le speculazioni sulla finta aggressione squadrista subita dall’ex segretario della Cgil e quelle sul raid al liceo da parte di una decina di giovani, poi risultati slegati a qualsivoglia movimento di destra e persino maranza, tra svastiche disegnate sui muri e il grido “Duce, Duce!”, sono state solo la punta dell’iceberg.
Cavo, vede un’escalation?
«Certo. Gli episodi si stanno moltiplicando. Quando in Consiglio abbiamo chiesto il ripristino della targa in memoria di Norma Cossetto il centrosinistra ci ha detto che era una fascista e non ha votato per la sistemazione dell’insegna capovolta. Tutto questo era avvenuto dopo che un consigliere del Pd aveva rifiutato il minuto di silenzio per Charlie Kirk in aula spigandoci che non potevamo avere voce in capitolo visto che ci avevano già messo a testa in giù. E quando i collettivi dell’Università di Genova avevano raffigurato la rettrice dentro un mirino sa la sindaca Salis cos’ha detto? Che la maggioranza votava la nostra mozione di solidarietà per pragmatismo politico... Ecco, se si mette in fila tutto la riflessione diventa doverosa».
Eppure Silvia Salis si presenta come il volto nuovo della sinistra moderata...
«Fuori da Genova passa questa narrazione ma i genovesi non possono non notare come si sta muovendo. Come può definirsi moderata chi, dopo 24 ore dal suo ritorno dalla Leopolda, stringe la mano a Francesca Albanese che proprio in quei giorni aveva attaccato Liliana Segre? E la fascia tricolore indossata al momento della partenza della Flotilla? È molto chiaro ai genovesi come la sindaca Salis sia molto spinta politicamente da Cinquestelle e Avs non solo sui temi esteri ma anche su quelli locali. Non a caso ha bloccato tutti i grandi progetti, dallo skymetro allo stadio al waterfront. Per non parlare degli aumenti sull’imu per gli affitti, sui biglietti del trasporto pubblico e dei musei».
Ma perché la sinistra si ostina a picchiare sul tasto del fascismo seppur questo non paghi in termini elettorali?
«Perché non hanno argomenti. Credono di stuzzicare la pancia degli italiani con l’antifascismo senza rendersi conto che quei tempi sono stati archiviati sia storicamente che costituzionalmente».
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