Riprendiamo da LIBERO di oggi 11/11/2025, a pag. 1/10, con il titolo "Per cavalcare il caso Report l’opposizione si auto-epura", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Se da queste parti (non sia mai!) dovessimo adottare gli schemi mentali e linguistici propri dei compagni, che vedono fascismo e fascisti da tutte le parti, dovremmo parlare- tecnicamente e descrittivamente - di “squadrismo rosso”, della bastonatura come metodo nell’Italia. del 2025.
Attenzione, però: a parti invertite, nel senso che il bersaglio o è “nero” o è presentato come “collaborazionista dei neri”, perfino se a suo tempo era stato indicato dai “rossi”. Ma il metodo è quello: c’è qualcuno che osa disturbare i compagni o i loro amici? E allora parte subito la squadraccia, con mazze e olio di ricino, e provvede a “metterlo a posto”, lasciandolo a terra dolorante e segnato. Naturalmente, nell’era moderna e ipertecnologica, non occorre sporcarsi le mani, e la bastonatura avviene a livello mediatico.
Con effetti ancora più violenti ed “educativi”.
Si prenda il trattamento in corso in queste ore contro l’Autorità che si occupa della privacy: quattro membri (fino a pochi giorni fa stimati e mai coinvolti in polemiche politiche) che erano stati indicati da un Parlamento a salda maggioranza giallorosa sono ora improvvisamente oggetto di un pestaggio pubblico di rara durezza. La loro “colpa”? Aver osato irrogare una sanzione contro il programma Report per aver diffuso un audio tra l’allora ministro Sangiuliano e sua moglie. Una chiara violazione della riservatezza: se l’Authority sulla privacy non interviene in un caso come questo, che ci sta a fare?
Tra l’altro trasmettere quella conversazione non corrispondeva ad alcun interesse pubblico: il caso politico era già esploso e il risvolto familiare non aggiungeva proprio nulla, se non l’umiliazione gratuita di una donna. Si obietta: ma Sangiuliano stesso aveva commesso l’errore di far ascoltare la conversazione all’ineffabile Boccia. E che c’entra? Il fatto che un audio fosse stato malauguratamente ascoltato dalla Boccia non legittimava certo la necessità di farlo sentire a un milione e mezzo di telespettatori. E così - starei per dire: ovviamente- il Garante ha sanzionato Report.
Apriti cielo. Da quel momento, a uno a uno, ai membri dell’Authority è stata letteralmente tolta la pelle: appostamenti per strada, mail e messaggi pubblicati, analisi delle note spese, allusioni su presunti vantaggi per studi professionali di famiglia, esame di altre decisioni del Collegio assunte negli anni passati, e - dulcis in fundo- perfino pubblicazione di un messaggino del malcapitato Ghiglia all’allora parlamentare di opposizione Meloni.
Fino alla botta finale di ieri, con Elly Schlein (non sapremmo nemmeno dire se consapevole o inconsapevole della gravità e della sgrammaticatura delle sue parole) che è arrivata a chiedere il dimissionamento in blocco del Collegio (espresso, lo ripeto ancora, da Camere allora a maggioranza di centrosinistra). Capite bene che la cosa è tre volte significativa. In primo luogo, per la barbarie dell’aggressione, tra l’altro con un curioso capovolgimento delle parti: con il soggetto da sorvegliare (una trasmissione che ha violato una regola di riservatezza) che si mette vendicativamente a bastonare l’organo vigilante, con il supporto allegro ed entusiasta dell’opposizione. Pensa tu che “regime” quello instaurato dal governo Meloni. In secondo luogo, per il carattere “educativo”, anzi “rieducativo”, di questo pestaggio pubblico, politico e mediatico. Da questo momento ogni servitore dello Stato, in ogni ramo dell’amministrazione pubblica, deve sapere che se osa - anche su un singolo punto, anche su una questione incontrovertibile - dare ragione al governo o dare torto agli amici dell’opposizione, la bastonatura è garantita. In terzo luogo, per quello che solo apparentemente è un dettaglio, e cioè la sparizione dal centro della scena del casus belli, e cioè dell’indebita pubblicazione dell’audio scambiato tra due coniugi. Immaginate se il sito Internet di Libero, per qualsiasi ragione, avesse reso pubblica una conversazione tra Elly Schlein e la sua compagna, tra Giuseppe Conte e un suo familiare, e così via. Quand’anche l’avessimo fatto - lo dico per assurdo evocando una presunta motivazione di interesse pubblico, saremmo stati lapidati sulla pubblica piazza. Qui invece volano solo petali di rose verso Report, i partiti amici e i media amichetti. Bello spettacolo...
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