Cari compagni, le patrimoniali sono già undici
Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero
Data: 10/11/2025
Pagina: 1/10
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: Cari compagni le patrimoniali sono già undici

Riprendiamo da LIBERO di oggi 10/11/2025, a pag. 1/10, con il titolo "Cari compagni le patrimoniali sono già undici", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

La tassa patrimoniale c'è già. Anzi ce ne sono undici, sotto diverse forme, come il bollo auto, il canone e le tasse sulla casa. Ma la sinistra ne vuole introdurre di nuove perché in fondo resta comunista e vuole l'esproprio.

E poi hanno il coraggio di dirti che non devi chiamarli comunisti. E forse è vero, perché dovresti aggiungere che sono pure imbroglioni.
Esempio: da qualche giorno è ripartito il coretto “ci vuole la patrimoniale”. E lì il comunista gode, si sa, perché la proprietà è un furto e i ricchi vanno puniti, mica incentivati a far circolare denaro e a creare altra ricchezza. È la ben nota propensione di alcuni a considerare la ricchezza privata come qualcosa di “sequestrabile” dallo Stato: una logica da regime.
Ma - ecco il punto - dove sta l’imbroglio? Nel fatto che in Italia la patrimoniale c’è già.
Anzi, ce ne sono più o meno undici, secondo un censimento sommario e forse perfino incompleto. Avrebbe detto il grande Rino Tommasi: sono undici «sul mio personalissimo cartellino». La più devastante è ovviamente quella sugli immobili (Imu/Tasi), ma l’elenco è interminabile. Bollo auto; canone radio tv; diritti catastali; imposta di bollo; imposta di registro e sostitutiva; imposta ipotecaria; imposta sul patrimonio netto delle imprese; imposta su imbarcazioni e aeromobili; imposta su transazioni finanziarie; imposta su successioni e donazioni.
Ricorderete cosa accadde nel 2011, con il macigno Imu/Tasi quasi triplicato: e con i ben noti conseguenti effetti sulla liquidità delle famiglie, sulla svalutazione degli immobili, sul crollo del mercato immobiliare. Prima di quell’intervento il gettito fiscale derivante dal mattone italiano era di circa 8 miliardi annui; dopo la “cura” si impennò a 25; da quel momento ne sono stati tagliati solo 4 (cioè il gettito annuo della tassa sulla prima casa, che peraltro non è stata nemmeno tolta per tutte le abitazioni). Morale: resta tuttora una patrimoniale immobiliare da circa 21 miliardi l’anno. In un decennio, per dire, ci sono stati 210 miliardi di liquidità sottratta alle famiglie e inevitabilmente tolta ai consumi.
E qui sta la distorsione mentale dei compagni, il loro andare contromano in autostrada. Tra persone normali, il tema sarebbe quello di capire (in un orizzonte di cinque-dieci anni) come ridurre piano piano le patrimoniali esistenti. E invece loro chiedono di aumentarle. Anzi di “introdurle”, come se già non ci fossero.
Come sempre dunque occorre usare la sinistra alla stregua di una bussola al contrario, e fare esattamente l’inverso. Il mio personale auspicio, se il centrodestra rivincerà le Politiche nel 2027, è che, anche a piccolissimi passi, cioè procedendo per step minimali, si prenda anno dopo anno l’iniziativa di abbassare un poco le patrimoniali esistenti a partire da quella immobiliare. Sarebbe un bel segnale per un settore economico decisivo e per un numero altissimo di famiglie italiane.
La sinistra strillerà? Pazienza. Si sa: da quelle parti c’è una travolgente passione erotica verso obblighi, tasse e burocrazia. Fare il contrario significa acquisire la garanzia economica, politica e direi quasi morale di procedere nella direzione più giusta per l’Italia.

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