Laicità e ayatollah, la Francia infiltrata dall’Iran
Analisi di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio
Data: 08/11/2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: Laicità e ayatollah

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/11/2025, a pagina 1/3, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Laicità e ayatollah".

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Giulio Meotti

Politica e intellettuali, così l'Iran si è infiltrato in Francia | Il Foglio
Un rapporto del think tank France2050 denuncia una massiccia infiltrazione iraniana nella politica, nei media e nelle università francesi, mirata a diffondere l’islam radicale e destabilizzare il Paese. Teheran, secondo lo studio, utilizza il suo “soft power antisionista” e reti di studenti e politici per influenzare la sinistra e sostenere Hamas

Roma. Improvvisamente, in mezzo alle folle parigine per Gaza, è spuntato un rettangolo verde, bianco e rosso, decorato con un simbolo musulmano e la scritta “Allahu Akbar”. La bandiera della Repubblica islamica dell’Iran è diventata una presenza fissa nelle manifestazioni filopalestinesi. Il think tank France2050 ha pubblicato un rapporto che rivela come l’Iran lavori da anni per “plasmare la politica e i media nel tentativo di seminare il caos e destabilizzare il governo”. Presentato al Parlamento e al ministero dell’Interno, il rapporto chiede una commissione d’inchiesta con pieni poteri per “smascherare completamente la portata dell’infiltrazione”.

Secondo Gilles Platret, sindaco di Chalon-sur-Saône nella Francia orientale e autore principale dello studio, Teheran è riuscita a estendere la sua influenza ideologica e politica nelle società occidentali.

“L’infiltrazione iraniana ha agito come un veleno, penetrando lentamente nella società, goccia dopo goccia, e ora si diffonde, esercita influenza e corrode”, si legge nel rapporto, sottolineando che le operazioni dell’Iran in Francia sono ora più potenti che mai. Secondo lo studio appena pubblicato, dal massacro di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre 2023, le istituzioni francesi, i media, i partiti politici di estrema sinistra, le principali università, gli intellettuali e gli organismi studenteschi sono diventati tutti bersagli dell’ingerenza iraniana. Il loro obiettivo, afferma il rapporto, è quello di “promuovere l’islam radicale in Francia”.

Tra i soggetti presi di mira c’è l’eurodeputata della France insoumise, Rima Hassan, che sarebbe “diventata un tramite per i rappresentanti della Repubblica islamica dell’Iran” (sono citati anche i nomi di Mathilde Panot, Thomas Portes, Sébastien Delogu e Ersilia Soudais fra i parlamentari che sarebbero stati cooptati dall’Iran).

A maggio, il ministero dell’Interno aveva già declassificato un rapporto sui Fratelli musulmani, infiltrati da anni nelle banlieue francesi, nella politica e nella società. L’ex agente di polizia Matthieu Ghadiri ha raccontato a Emmanuel Razavi e Jean-Marie Montali, autori del libro “La Pieuvre de Téhéran” (Éditions du Cerf), che mentre conduceva la vita apparentemente normale di uno studente è stato avvicinato dai servizi segreti iraniani. Gli hanno parlato delle sue origini iraniane, della grandezza dell’Iran, e lo hanno lusingato. E poi la richiesta: vogliono che si infiltri nel Partito Socialista.

Ma ciò che gli agenti iraniani non sapevano è che questo studente di origine iraniana lavorava in realtà per la Francia e che si sarebbe infiltrato nella piovra iraniana. “Si rivolgono ai partiti politici per far passare le loro idee” racconta Ghadiri. “Una volta reclutati, la loro missione è quella di entrare in contatto con la sinistra, di partecipare alle riunioni. I servizi segreti iraniani 

possono anche reclutare studenti. Viene loro chiesto di entrare in contatto con associazioni, poi con i politici. Gli studenti sono uno degli obiettivi principali. Possono chiedere alle loro reclute di avvicinarsi ad associazioni filopalestinesi o a reti legate ai Fratelli musulmani, che sostengono Hamas. Quando mi reclutarono, fu per spiare e influenzare il Partito socialista, al quale ero vicino”. Nell’ultimo anno, l’ambasciata iraniana a Parigi è stata molto affollata. Nel febbraio scorso ha ospitato un gruppo di studenti provenienti da importanti università francesi. A giugno si è tenuta una conferenza sugli stessi argomenti alla Sorbona. “La più grande forza dell’Iran è il suo soft power antisionista”, afferma Amélie Chelly, ricercatrice specializzata in Iran e islam politico.

Il rapporto di France2050 presenta anche probabili scenari nel caso in cui non venissero adottate misure. Prevede che nei prossimi dodici-diciotto mesi l’Iran perpetrerà un assassinio mirato di un dissidente o di una figura ebraica o israeliana (questa settimana a Vienna è stato scoperto un deposito di armi di Hamas).

Nel breve termine, il rapporto raccomanda alle autorità francesi di mappare le organizzazioni di facciata iraniane e le loro fonti di finanziamento e di rafforzare la sicurezza delle persone e dei luoghi ad alto rischio (in particolare quelli relativi a ebrei e leader dell’opposizione iraniana). Nel medio termine, il rapporto raccomanda alla Francia di esercitare pressioni affinché il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica venga designato come organizzazione terroristica a livello dell’Unione europea e di rafforzare i controlli sui visti per le persone legate al regime. “La guerra ombra è qui e il costo dell’indifferenza sarà misurato in vite umane, libertà e sovranità”, conclude il rapporto.

I mullah si sono inseriti nelle crepe della società europea. La prima volta che ci sono riusciti era il 1979 e l’ayatollah Khomeini lanciò la sua rivoluzione da sotto un melo alla periferia di Parigi.

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