Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/11/2025, a pag. 6, la cronaca di Lorenzo Cafarchio dal titolo: "Il centrodestra chiede che Hannoun adesso venga cacciato dall’Italia"
Polarizzazione. Indispensabile per l’antifascismo polarizzare il dibattito, un grande classico del loro repertorio, specialmente sull’asse del conflitto israelo-palestinese. Ieri vi abbiamo dato notizia dell’ennesimo corteo tenuto dall’Associazione dei Palestinesi in Italia (Api) svoltosi a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, perché il presidente del sodalizio il 63enne Mohammad Hannoun è stato raggiunto, per mano della Questura, da un foglio di via che gli impedirà per i prossimi sei mesi di accedere nel territorio urbano del capoluogo lombardo.
L’architetto sabato pomeriggio ha sfoggiato il solito repertorio. «Non ci fermeremo perché la cosiddetta tregua di Trump e il garante di questa tregua, il garante nazi-sionista, non è affidabile», regola numero uno del club buttarla sul pericolo fascista. E ovviamente, a sua detta, è stato diffamato dai giornali in odore di Fascismo, mentre in Italia «non comanda il governo, ma la lobby sionista». Tutti criminali, chiaro.
Ma perché ha ricevuto il foglio di via? Lasciamo da parte le accuse di finanziamento ad Hamas, che lui respinge, la misura giudiziaria è arrivata dopo che a Milano, durante le manifestazioni delle scorse settimane, aveva parlato della legge del taglione incitando all’uccisione dei collaborazionisti con Israele. Morte per morte. E sabato a Sesto dal pulpito del furgone che guidava la manifestazione si è lasciato andare a una lunga filippica, alquanto sgrammaticata a dire il vero, sulla pena di morte. Esiste in Palestina «non l’ho inventata io», poi dice che «c’è negli Stati Uniti» e in altri Stati, «ma in Italia non c’è». Cosa avrà voluto dire? Lamenta che il provvedimento del questore di Milano lo definisce come un soggetto che «istiga a delinquere» - e questo si vedrà nelle sedi competenti - ma le sue parole sono al fiele e si scagliano, in primis, contro l’Italia. Serpeggia, in questo scenario, il tentativo di saldatura tra l’antifascismo militante nostrano con alcune strutture politiche e associazioniste islamiche. Ultimo caso la riunione, del 30 ottobre a Piacenza, che ha visto l’Api dialogare con il sindacato Usb, il Collettivo 26x1 - “Aldo dice 26x1” e il nostalgismo partigiano è servito- con l’immancabile Potere al popolo.
Ovviamente sul caso la sinistra non pervenuta. Hanno le orecchie ancora impegnate ad ascoltare dei cori provenienti da giovani di Gioventù Nazionale a Parma, mentre il centrodestra entra a gamba tesa. La senatrice di Noi Moderati, Mariastella Gelmini, sottolinea come «i deliri di Hannoun esasperano un clima già di forte tensione». Federico Mollicone, di Fdi, evidenza gli attacchi alla stampa e alla collega Sorrentino de Il Tempo. Inoltre aggiunge che il leader dell’Api «ha nuovamente elogiato le esecuzioni sommarie compiute dall’organizzazione terroristica palestinese, definendole “la loro legge”». Sulla falsariga il vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, Riccardo De Corato, il quale ritiene Hannoun «un soggetto pericolosissimo e come tale va sanzionato ed espulso». Infine Lucio Malan, presidente dei senatori di Fdi, pone l’accento sui «veri e propri deliri verso cui» principalmente «Pd e M5S sono stati troppo indulgenti e ambigui. Ricordiamo, infatti, che grazie a loro Hannoun ha avuto la possibilità di accedere al Parlamento e di parlare».
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