Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/11/2025, a pag. 13, con il titolo "Netanyahu avverte: «Sacche di Hamas a Gaza Reagiremo alle minacce»", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Gli Stati Uniti mentono e Marco Rubio è il capo dei bugiardi: è questo il messaggio diffuso ieri da Hamas che in una nota ha smentito il segretario di Stato americano secondo cui il gruppo terrorista continua a fare incetta degli aiuti internazionali destinati alla popolazione di Gaza. «Accuse false, che mancano di prove sul campo e fanno parte di una campagna sistematica di disinformazione», afferma una dichiarazione dell’ufficio stampa del governo di Gaza gestito da Hamas. La nota arriva dopo che, durante il fine settimana, il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha pubblicato un video registrato da droni-spia in cui presunti operativi del gruppo terrorista saccheggiano un camion umanitario nel sud della Striscia di Gaza.
La replica di Hamas a Rubio è l’ennesimo segnale di sfida di un gruppo terrorista che da un lato ha siglato il piano di pace per Gaza ideato da Donald Trump ma dall’altro continua a esercitare il proprio potere sull’enclave palestinese, dimostra di non volerlo cedere né tantomeno di voler disarmare. Eppure, la graduale uscita di scena del gruppo islamico è prevista dalla fase due del cessate il fuoco con Israele, quando cioè tutti i corpi degli ostaggi israeliani saranno restituiti alle rispettive famiglie. A domenica, erano undici le salme ancora nelle mani di Hamas.
Sempre ieri Hamas ha reso noto di aver rinvenuto i resti di tre persone in un tunnel a Khan Younis. Si tratterebbe dei corpi di tre ostaggi israeliani ma il congiuntivo è di rigore visto che più di una volta il gruppo terrorista ha restituito salme risultate poi di altre persone. Alle 20 di domenica, il portavoce delle Idf ha annunciato che «secondo le informazioni fornite dalla Croce Rossa, tre bare contenenti i corpi degli ostaggi sono state trasferite in custodia e vengono trasportate alle forze delle Idf a Gaza». Il passaggio successivo è quello delle analisi del Dna dei corpi che sarà confrontato con quello dei famigliari di chi attende da oltre due anni di poter dare sepoltura a un congiunto.
Secondo il Jerusalem Post in queste ore Hamas avrebbe anche chiesto, attraverso i mediatori, l’immunità temporanea per 200 dei suoi effettivi di stanza in tunnel sotterranei che intendono uscire alla luce in aree all’interno della Linea Gialla, ossia in zone di Gaza ancora sotto controllo israeliano. La Croce Rossa sarebbe disponibile a garantire loro un’“uscita sicura”, evitando cioè contatti con le Idf. La mera presenza di terroristi nei tunnel rappresenta una violazione dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. E proprio da questi tunnel nei giorni scorsi sono partite delle incursioni che hanno ucciso alcuni militari delle Idf. Dell’atteggiamento di Hamas ieri ha parlato il primo ministro israeliano Benjamin (Bibi) Netanyahu, all’inizio della riunione settimanale del gabinetto. Sacche di terroristi armati sono presenti a Rafah e a Khan Younis, ha affermato Bibi, ma «Saranno eliminati», ha promesso sottolineando anche che Israele informerà gli amici americani «ma non chiederà loro il permesso». I «tentativi di Hamas di ingannare noi, gli Stati Uniti e il mondo» sono patetici, ha poi aggiunto, «e pian piano riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi».
Domenica è stata l’ennesima giornata tesa anche sul confine israelo-libanese: qua vige la tregua siglata da Israele ed Hezbollah a novembre del 2024 ma da diverse settimane le Israeli Defense Forces (Idf) colpiscono nel sud del Libano gli elementi sospettati di lavorare al ripristino della potenza di fuoco della milizia sciita. Ieri le Idf hanno confermato di avere eliminato quattro operativi d’élite di Hezbollah; fra gli uccisi ci sarebbe anche il capo della logistica. Secondo le Idf, era in corso il «trasferimento di armi e nei tentativi di ricostruire infrastrutture terroristiche nel Libano meridionale». Fonti di agenzia internazionale hanno riferito che in centinaia si sono radunati domenica a Nabatieh per piangere gli esponenti di Hezbollah uccisi negli ultimi attacchi israeliani. Le loro bare erano avvolte nella bandiera gialla del gruppo armato e i partecipanti lanciavano petali scandendo «morte a Israele, morte all’America».
Netanyahu ha anche affrontato la minaccia rappresentata dalla milizia sciita, al pari di Hamas impegnatasi a deporre le armi: «Hezbollah continua a subire continui colpi, anche in questi giorni, ma sta cercando di riarmarsi e riprendersi», ha affermato Bibi. «Ci aspettiamo che il governo libanese faccia ciò che si è impegnato a fare, cioè disarmare Hezbollah, ma è chiaro che eserciteremo il nostro diritto all’autodifesa come concordato nei termini del cessate il fuoco», ha avvertito. «Non permetteremo al Libano di diventare di nuovo un nuovo fronte contro di noi e agiremo come necessario».
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