Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/11/2025, a pag. 14, con il titolo "Intanto New York si sta arrendendo al sindaco social-islamista" la cronaca di Matteo Legnani.
Con Zohran Mamdani sindaco, New York sarà travolta da una spirale di criminalità e violenza, odio antisemita, chiusure a raffica diattività economiche. E anche il rischio di un attacco terroristico aumenterebbe. A dirlo non sono gli avversari del 34enne candidato democratico alle elezioni del 4 novembre. Ma quegli stessi newyorkesi che martedì prossimo lo incoroneranno primo cittadino della Grande Mela, secondo quanto vanno dicendo ormai da mesi tutti i sondaggi. Tra questi c'è anche la rilevazione effettuata per il Daily Mail dall'agenzia di indagini demoscopiche J.L. Partners, secondo cui Mamdani è dato al 46% delle preferenze con il suo più vicino inseguitore, l'ex governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, staccato di ben 15 punti. Ai newyorkesi è stato chiesto anche cosa si attendano dal mandato del (probabile) futuro sindaco e in particolare se con lui alcuni aspetti della vita cittadina miglioreranno o peggioreranno. E qui arriva la sorpresa, che dipinge gli abitanti della città che non dorme mai come apparentemente disposti a subire di tutto purché, come promesso da Zohran, la città diventi più affordable, ossia meno costosa e più alla portata delle loro tasche. Nel dettaglio, indipendentemente dalla loro appartenenza politica e da come voteranno martedì, secondo il 47% degli intervistati i livelli di criminalità e violenza in città aumenteranno mentre solo per il 32% si ridurranno e per un altro 15% resteranno quelli (tutt'altro che rassicuranti) consegnati alla storia dai quattro anni di amministrazione del sindaco democratico uscente Eric Adams. Il sondaggio rivela anche che per il 43% dei newyorkesi l’economia della città subirà un peggioramento, con un aumento delle attività produttive e dei negozi che chiuderanno i battenti, a fronte di un 23% che la pensa in modo opposto e un 21% che dice che non vi saranno cambiamenti. Accanto a criminalità e violenza, per il 45% degli intervistati sotto la guida del primo sindaco musulmano cresceranno anche gli atti di antisemitismo, con un 21% che la pensa in senso diametralmente opposto e un 23% che dice nulla cambierà. Infine,il 39% dei newyorkesi ritiene che il pericolo di uno o più attentati terroristici in città aumenterà, mentre un 18% pensa che il rischio diminuirà e un 32% che esclude un aumento del rischio di attacchi.
Ma allora, è legittimo chiedersi, perché votare per un candidato che potrebbe riportare New York a quella degli anni Settanta e Ottanta (prima della cura-Giuliani), quando intere zone della metropoli e della stessa Manhattan erano di fatto abbandonate o in mano alla criminalità, il tasso di omicidi era alle stelle e la Grande Mela primeggiava per sporcizia e assenza di manutenzione? La risposta sta nel quinto quesito che il sondaggio ha rivolto agli elettori, riguardante il costo della vita in città e in particolare l'accessibilità, dal punto di vista economico, degli alloggi. Alla domanda se con Mamdani sindaco si verificherà un calo del costo delle case in vendita e in affitto, il 39% degli intervistati ha risposto positivamente, il 32% negativamente e il 19% che nulla cambierà rispetto agli ultimi quattro anni. Nella fascia di votanti/intervistati di età compresa tra i 30 e i 39 anni, che per lo più affittano casa, la percentuale di coloro che prevedono un miglioramento con l’avvento di Mamdani schizza addirittura al 59%. Zohran ha incentrato quasi interamente sul costo della vita la sua piattaforma politica, che prevede il blocco degli aumenti degli affitti, trasporti pubblici gratuiti, asili nido completamente finanziati per i bambini sotto i cinque anni, supermercati di proprietà comunale e un aumento del salario minimo fino a 30 dollari l’ora. Politiche da miliardi di dollari che intende finanziare aumentando del 2% le tasse a carico dei newyorkesi che guadagnano oltre un milione di dollari l’anno e portando l’aliquota massima dell’imposta sulle società dal 7,25 all’11,5%. I suoi critici sostengono che ciò causerà un’ondata di fughe di aziende e individui ad alto reddito da New York, che a sua volta decimerebbe le entrate fiscali della città e renderebbe Mamdani incapace di finanziarele sue politiche. Ma un newyorkese su due pare essere disposto a credere più a lui e alle sue promesse radical, che a loro. Anche a rischio di far tornare la città alle rovine di 40 anni fa.
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