Il terrorismo sdoganato dalle università italiane
Analisi di Andrea Carteny
Testata: Il Riformista
Data: 01/11/2025
Pagina: 4
Autore: Andrea Carteny
Titolo: Terrorismo sdoganato e memoria silenziata. Quale verità per il 7 ottobre?

Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 01/11/2025, a pagina 4, l'analisi di Andrea Carteny dal titolo "Terrorismo sdoganato e memoria silenziata. Quale verità per il 7 ottobre?".

Andrea Carteny
Nei documenti emessi dagli organi accademici, si esprime solidarietà solo per i morti palestinesi, mai per quelli israeliani. Non si legge mai una sola riga sul pogrom del 7 ottobre, neppure nelle tre mozioni approvate dalla facoltà di Lettere dell'università La Sapienza.

Gli ambienti accademici e le università si sono mobilitati per la Palestina. Nelle ultime settimane appelli e raccolte firme hanno trovato il sostegno di migliaia di persone, tutti schierati “contro il genocidio dei palestinesi” e per la rottura delle relazioni con Israele, accusato di “dual use” e dunque di “connivenza con le politiche genocidiarie”. L’intera comunità accademica nazionale ha preso posizione: è il caso, non ultimo, della mobilitazione che ha trovato voce nell’assemblea della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma, dove l’organo collegiale composto da docenti, personale amministrativo e studenti ha discusso tre mozioni sulla questione, poi votate e approvate a larga maggioranza.

Anche in questo caso, in uno dei luoghi simbolo della partecipazione studentesca ai grandi movimenti internazionali – dal ’68 alla “Pantera” degli anni Novanta, fino alle mobilitazioni per il diritto allo studio e i diritti dei lavoratori – il dibattito si è articolato con forza e confronto, tra docenti e studenti, in una comunità consapevole della propria vocazione a entrare nel merito delle questioni, a porsi domande e a cercare risposte fondate su testimonianze, fonti e documenti.

All’indomani del 7 ottobre 2023, la reazione unanime di fronte alla barbarie dell’ultimo pogrom antiebraico – compiuto da terroristi provenienti dal territorio di Gaza, sotto controllo dell’organizzazione islamista Hamas – aveva visto anche questa comunità mobilitarsi in solidarietà con le vittime: ebrei, musulmani, cristiani, arabi, israeliani e stranieri, di ogni orientamento politico, adulti e bambini, donne e anziani. Circa 1.400 persone sterminate, violentate, bruciate, mutilate; oltre 200 rapite e tenute in ostaggio per giorni e mesi, molte delle quali non sopravvissute alla tortura della prigionia nei tunnel, alle violenze fisiche e psicologiche, fino alla liberazione o alla restituzione – in alcuni casi solo dei corpi – avvenuta due anni dopo.

Oggi, nel dibattito che accompagna la guerra totale scatenata dal pogrom del 7 ottobre e la catastrofe umanitaria nei territori sotto il controllo del gruppo terroristico che ancora trattiene ostaggi, mentre si preparano scambi di prigionieri tra sopravvissuti israeliani e detenuti palestinesi colpevoli di gravi reati, alcune mozioni e documenti approvati negli atenei ricordano – almeno per dovere storico – la data e gli autori di quella strage. In altri, invece, il dibattito prosegue con testi che, alla luce degli accordi per il cessate il fuoco, parlano di “genocidio, catastrofe umanitaria, liberazione dall’occupazione e dalla colonizzazione israeliana”, senza neppure menzionare il 7 ottobre.

È il caso della Facoltà di Lettere della Sapienza, dove le tre mozioni approvate – la prima contro l’operato di Israele nei territori occupati e per il ripristino delle attività umanitarie; la seconda per l’interruzione dei rapporti di cooperazione accademica con Israele e l’avvio di nuove collaborazioni con istituzioni palestinesi; la terza sulle implicazioni dei rapporti in essere e la pubblicazione della documentazione relativa con la richiesta di interrompere gli accordi dipartimentali – non riportano alcuna menzione del 7 ottobre, delle vittime, degli ostaggi rapiti quel giorno e dei pochi sopravvissuti rilasciati due anni dopo.

Sembra impossibile, ma un’assemblea così attenta ai fatti e al diritto umanitario, così sensibile alla violazione dei diritti delle popolazioni nel mondo, dimentichi in questo contesto “la” data e l’azione scatenante di Hamas. Silenziando la memoria delle vittime e la verità dei fatti, si rischia di aprire la strada allo sdoganamento del terrorismo e dei suoi protagonisti, già emerso – con la definizione di Hamas come “movimento di resistenza e di liberazione del popolo palestinese” – nel discorso pubblico di noti funzionari ONU e di esponenti politici di varia appartenenza.

Eppure, nelle università, nei luoghi dell’elaborazione scientifica e della formazione superiore, “l’inammissibile silenzio sulla verità”, evocato dagli stessi promotori di queste mozioni, non dovrebbe comprendere anche il silenzio sul 7 ottobre. Anche la Facoltà di Lettere della Sapienza, con il suo spirito critico, dovrebbe affrontare questa incoerenza e riaffermare, una volta per tutte, la memoria di tutte le vittime del pogrom del 7 ottobre 2023.

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