Riprendiamo dal RIFORMISTA di oggi, 25/10/2025, a pagina 4, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "«Italia complice del genocidio» Albanese invoca la rappresaglia".

Iuri Maria Prado
L’Italia è uno dei Paesi che, nell’ultimo rapporto della special rapporteur alle Nazioni Unite — la dottoressa Francesca Paola Albanese — viene indicato come complice del “genocidio” di Gaza, nonché responsabile di pratiche “coloniali e razzial-capitalistiche”.
La parola “genocidio” compare ben 78 volte nelle 24 pagine del rapporto. Ovviamente, la relatrice non si cura del fatto — un trascurabile dettaglio — che esiste un processo in corso per l’accertamento del presunto genocidio, un processo nel quale la Corte non ha ancora nemmeno deciso se sia competente a giudicare. Ma non importa: il genocidio c’è, perché lo dice lei.
Secondo Francesca Albanese, infatti, gli Stati che “hanno permesso l’oppressione del popolo palestinese e il suo genocidio” — come spiega lei stessa sui suoi profili social — “hanno l’obbligo di porre fine alla loro complicità e di garantire giustizia”. E conclude (non è uno scherzo): “Noi, il Popolo, dobbiamo far sì che ciò accada”. Giustizia popolare, dunque: con lei alla guida.
Il rapporto si dilunga nell’elencazione delle presunte pratiche genocidiarie, coloniali, razzistiche e capitalistiche cui anche l’Italia si sarebbe abbandonata con l’“intento di facilitare i crimini israeliani”. E si conclude istigando “sindacati, avvocati, società civile e cittadini comuni” a far proprie le raccomandazioni e a reclamarne l’attuazione.
E le raccomandazioni sono uno spettacolo. A parte alcune voci di corollario — come, per esempio, mandare convogli navali e terrestri per rompere “l’assedio di Gaza”, interrompere le relazioni diplomatiche con Israele e disporne l’espulsione dalle Nazioni Unite — il rapporto raccomanda agli Stati di “indagare e perseguire tutti i funzionari, le aziende e gli individui coinvolti nel genocidio o che lo abbiano facilitato”.
Inutile dire che, per Francesca Albanese, è “complice” di genocidio ogni individuo che ne contesti l’esistenza o anche solo pretenda che sia accertato da un giudice, all’esito di un processo, anziché dato per scontato da una sedicente avvocata che si indispettisce al solo sentire il nome di Liliana Segre.
Non spiega, il rapporto di Francesca Albanese, quali siano le “strutture di potere” che avrebbero supportato Israele e gli Stati “complici” nella commissione del genocidio. Dice però che quelle strutture “devono essere smantellate”.
Suggeriva qualcosa di simile un libello novecentesco compilato dalla polizia zarista. Si intitolava I Protocolli degli Anziani di Sion — ed è, purtroppo, ancora oggi piuttosto popolare presso alcuni. Popolarissimo, pare, tra i mandanti e gli esecutori dei massacri del 7 ottobre.
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