Palestina e disinformazione: il caso di Gerusalemme
Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta
Data: 01/10/2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: Palestina e disinformazione: il caso di Gerusalemme

Palestina e disinformazione: il caso di Gerusalemme
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/09/palestine-et-desinformation-le-cas-de-jerusalem-320495.html

 
Michelle Mazel

Che ne sarà di Gerusalemme in un futuro Stato palestinese? E quando verrà riconosciuta la Palestina, i consolati a Gerusalemme (come quello della Francia, nella foto) dovranno cambiare l'indirizzo da "Israele" a "Palestina"? Non sono dettagli da poco.

Quale sarebbe lo status della città santa in un eventuale Stato di Palestina? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima di tutto immergerci nella storia.

In seguito alla sconfitta dell'Impero Ottomano nella Prima Guerra Mondiale, nel 1920 la Società delle Nazioni aveva concesso alla Gran Bretagna un mandato sulla Palestina. L'anno successivo, gli inglesi si spartirono rapidamente quattro quinti di questo territorio – 92.300 km² dei 120.466 km² della Palestina mandataria – e li cedettero all'emiro Abdullah, figlio del loro fedele alleato, lo Sharif della Mecca. Avrebbe potuto chiamare il suo emirato, situato a est del Giordano, “Emirato Hashemita di Palestina”, ma preferì chiamarlo Transgiordania.

Il piano di spartizione approvato dall'ONU nel 1947 per porre fine al Mandato britannico prevedeva la creazione di uno Stato ebraico e, accanto ad esso, di uno Stato arabo – non si faceva menzione della Palestina e nemmeno della Cisgiordania – che comprendesse, in particolare, “l'aspra regione di Samaria e Giudea” (sic nel testo originale) e Gaza. Dato il vivo interesse dei Paesi occidentali per Gerusalemme, fu stipulato che la città avrebbe costituito un'entità separata, un “corpus separatum.” Lo Stato ebraico dichiarò la propria indipendenza il 14 maggio 1948 e fu immediatamente attaccato dagli eserciti di cinque Stati arabi che non avevano alcuna intenzione di creare uno Stato arabo ed erano determinati a distruggerlo. Dopo aspri combattimenti, la Transgiordania occupò e annesse la Giudea e la Samaria, prendendo il nome di Giordania. Gerusalemme si trovò tagliata in due: la parte Est occupata dai giordani mentre Israele pose la sua capitale nella parte Ovest. Una decisione che i Paesi occidentali si sono rifiutati di riconoscere, in attesa di una determinazione definitiva del suo status. I loro consolati generali a Gerusalemme hanno quindi mantenuto la propria autonomia e non dipendono dalle rispettive ambasciate a Tel Aviv. In effetti, il voto dei cittadini francesi a Gerusalemme non viene conteggiato con quello di Israele, ma nell'ottava circoscrizione dei cittadini francesi residenti fuori dalla Francia.

È improbabile che questa situazione cambi con la creazione di uno Stato di Palestina, i cui contorni sono ancora poco chiari e che, in ogni caso, non includerebbe Gerusalemme Ovest.

Non siamo ancora arrivati ​​a quel punto. In breve, non dovremmo aspettarci che, come alcuni insistono a sostenere, i consolati di Gerusalemme Ovest, che nei loro indirizzi non fanno menzione di Israele, includano la parola “Palestina.”

Come ha affermato il Presidente Macron: “Un'ambasciata presso lo Stato di Palestina potrà essere aperta non appena saranno stati rilasciati tutti gli ostaggi (...) e sarà stato stabilito un cessate il fuoco.”

Un po' di buon senso per concludere. Se i palestinesi decidessero di fare di Gerusalemme Est la loro capitale, è difficile capire come i Paesi che non riconoscono la sovranità israeliana sulla parte occidentale possano riconoscere la sovranità palestinese sulla parte orientale.

takinut3@gmail.com