La Flotilla è finanziata da Hamas
Analisi di Tommaso Montesano
Testata: Libero
Data: 01/10/2025
Pagina: 2
Autore: Tommaso Montesano
Titolo: Il rapporto israeliano: «La Flotilla è finanziata dai terroristi di Hamas». Ecco tutti i collegamenti

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/10/2025, a pag. 2, con il titolo "Il rapporto israeliano: «La Flotilla è finanziata dai terroristi di Hamas». Ecco tutti i collegamenti", la cronaca di Tommaso Montesano.


Tommaso Montesano

Zaher Birawi è uno degli uomini di collegamento fra la Global Sumud Flotilla e Hamas. Birawi, inoltre, nel 2010 è stato uno dei leader della flottiglia turca “Mavi Marmara” e un quotidiano filo palestinese, Middle east mirror, lo indica anche come presidente del “comitato internazionale per rompere l’assedio di Gaza”. Quando dicevamo che la Flotilla non avesse nulla di "umanitario" e fosse solo il paravento dell'attività di Hamas all'estero, intendevamo proprio questo.

Gli uomini chiave sono due. Il primo è Zaher Birawi, identificato con il numero 19.
Il secondo è Saif Abu Kashk, numero 25. Birawi è responsabile, nel Regno Unito, del “settore Hamas” della Palestinian conference for palestinians abroad- Pcpa, il braccio diplomatico del movimento fondamentalista islamico - ma, soprattutto, è conosciuto per essere stato, negli ultimi 15 anni, uno dei leader delle proteste targate Flotilla nella Striscia di Gaza. Birawi, inoltre, nel 2010 è stato uno dei leader della flottiglia turca “Mavi Marmara” e un quotidiano filo palestinese, Middle east mirror, lo indica anche come presidente del “comitato internazionale per rompere l’assedio di Gaza” e fondatore della “coalizione internazionale per la libertà Flotilla”.
Quanto a Kashk, oltre a essere un “operativo” della stessa Pcpa in Spagna, è l’amministratore della Cyber Neptune, una società di facciata che sempre nella penisola iberica possiede una dozzina di imbarcazioni che stanno partecipando alla Global Sumud Flotilla. Battelli il cui vero proprietario sarebbe in realtà proprio Hamas.

I LEADER COINVOLTI

I nomi di Birawi e Kashk compaiono in alcuni documenti ritrovati dalle Forze armate israeliane nella Striscia di Gaza che provano, secondo lo Stato ebraico, il collegamento diretto tra la missione “umanitaria” che tenterà di forzare il blocco navale di Gerusalemme e Hamas, che controlla la Striscia dal 2007.
Il ministero degli Esteri israeliano ha pubblicato quanto quanto rinvenuto nella Striscia sul proprio account X. Ci sono anche due foto relative a Birawi. Nella prima l’uomo è ritratto alle spalle di alcuni attivisti della Flotilla, tra i quali si riconosce chiaramente l’attivista Greta Thunberg; nella seconda appare insieme ad altri dirigenti di Hamas (tra questi, alla sua sinistra, è facilmente identificabile Ismail Haniyeh, l’ex responsabile dell’organizzazione nella Striscia e presidente dell’Ufficio politico del movimento fino al 31 luglio 2024, giorno della sua morte).
Nel post su X, la diplomazia dello Stato ebraico ricostruisce il ruolo della Pcpa, il braccio “presentabile” di Hamas (titolare delle “ambasciate” dell’organizzazione) fondato nel 2018: «L’organizzazione opera sotto la simulazione di una copertura civile ed è responsabile, per conto di Hamas, delle azioni di mobilitazione contro Israele, incluse dimostrazioni violente, cortei contro Israele e flottiglie dimostrative e provocatorie». Se Hamas governa la Striscia, la Pcpa ne diffonde il messaggio all’estero.
In una lettera del 2021, pubblicata dal ministero degli Esteri di Gerusalemme, proprio Haniyeh si rivolge al segretario generale della Pcpa, Manil Shafik auspicando «di porre fine alle divisioni e raggiungere l’unità nazionale e la partnership».
Un appello a superare le fratture firmato dal «vostro fratello Ismail Haniyeh, presidente dell’ufficio politico di Hamas».
Il ministero degli Esteri israeliano ricorda che la Pcpa proprio dal 2021 era stata classificata da Gerusalemme come «organizzazione terroristica dovuto al fatto che si tratta di un’ala di Hamas».
Il secondo documento prodotto è, invece, la lista dei dirigenti operativi della Pcpa, «alcuni dei quali sono membri di spicco e ben noti di Hamas».
Ed è qui che compaiono, come detto, Birawi e Kashk. A corredo, un post che ricorda come uno dei leader della Flotilla, il brasiliano Thiago Ávila, abbia partecipato ai funerali di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah ucciso nel 2024.
Maria Elena Delia, la portavoce italiana della Flotilla, nega il collegamento con il movimento fondamentalista: «I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla». La Flotilla che si appresta a entrare in acque israeliane, ripete, è impegnata in un’operazione «civile e umanitaria, sotto gli occhi dell’Europa e del mondo». Tuttavia, lei e gli altri organizzatori sono pronti ad attendere «che gli atti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti» incaricati di valutarli. E «finché non accade è propaganda, non prova».

LE REAZIONI ITALIANE

Secco il commento di Jonathan Peled, ambasciatore d’Israele in Italia, per il quale la documentazione prodotta dalle Forze armate è la conferma che il vero scopo della missione «non è portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese, ma servire Hamas». Fratelli d’Italia, con Sara Kelany, responsabile immigrazione del partito, ha presentato un’interrogazione parlamentare «per chiedere al governo italiano di approfondire la fondatezza delle notizie che circolano. Se questa ipotesi fosse confermata, sarebbe gravissimo».

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