Il 7 ottobre visto dalla Germania
Intervista di Claudia De Benedetti a Mark Indig
Testata: Shalom
Data: 26/09/2025
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: L’anniversario del 7 ottobre nel segno dei 60 anni di relazioni diplomatiche con la Germania

Riprendiamo da SHALOM l'intervista di Claudia De Benedetti a Mark Indig dal titolo "L’anniversario del 7 ottobre nel segno dei 60 anni di relazioni diplomatiche con la Germania".


Claudia De Benedetti

Mark Indig, il presidente della DIG, associazione dell'amicizia Germania-Israele

Fondata nel 1966, la Deutsch-Israelische Gesellschaft di Treviri (DIG) è l’organizzazione centrale apartitica della Repubblica Federale di Germania, in cui gli amici di Israele si impegnano concretamente per favorire le relazioni con lo Stato di Israele e con i suoi cittadini. Con sede a Berlino, ha oltre 9.000 membri e più di 50 gruppi di lavoro in tutto il Paese. Shalom ha intervistato il Presidente della DIG Mark Indig.

Dottor Indig come vede il secondo anniversario del 7 ottobre?
Sono trascorsi due anni ma le ferite non si sono rimarginate. Il dolore e la rabbia sono sempre presenti. Come amici di Israele soffriamo per la situazione che Israele sta vivendo, in particolare per gli ostaggi detenuti da Hamas e per le loro famiglie. Gli ostaggi rimasti devono essere rilasciati e i morti devono tornare a casa.

L’antisemitismo in Germania ha assunto nuove proporzioni decisamente preoccupanti. Come affrontate la situazione?
Non importa l’origine dell’antisemitismo, non importa sotto quale forma si palesi, dobbiamo combattere questo odio: l’odio per gli ebrei e l’odio per Israele. Finché l’antisemitismo e l’odio per Israele si troveranno nelle strade e nelle piazze della Germania, nelle aule e nei pub, non riusciremo a mostrarci degni della riconciliazionedi cui godiamo da sessanta anni. La responsabilità tedesca per la sicurezza di Israele e del suo popolo e per il popolo ebraico è e rimane una pietra miliare della politica estera tedesca. La Germania è impegnata a combattere l’antisemitismo e a proteggere la vita ebraica per garantire che un crimine contro l’umanità come la Shoah non si ripeta mai più. Il sessantesimo anniversario non cade in un momento facile: dopo i terribili attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, la Germania è saldamente al fianco di Israele.

Il 2025 è un anno speciale per la Germania e per Israele?
Sì, Israele e Germania hanno stabilito le relazioni diplomatiche 60 anni fa. Dopo gli orrori della Shoah e le terribili sofferenze inflitte al popolo ebraico dal regime nazista il riavvicinamento sembrava del tutto impensabile negli anni di fondazione dei due Stati, ecco perché l’amicizia che lega oggi i due Paesi è preziosa. Un’amicizia caratterizzata non solo da una stretta cooperazione politica ed economica ma anche da intensi contatti a tutti i livelli della società civile che vanno dalle numerose collaborazioni nei settori della cultura e della scienza, agli eventi spostivi, fino a più di cento partenariati tra città. Anche il programma di scambio giovanile è importante: è iniziato 70 anni fa, quando i primi gruppi di giovani tedeschi si sono recati in Israele.

Come è avvenuto il riavvicinamento tra Germania e Israele?
Le basi furono gettate il 10 settembre 1952: con l’Accordo di Lussemburgo la Germania riconobbe la sua responsabilità per la Shoah e accettò di pagare le riparazioni a Israele. Konrad Adenauer, allora cancelliere federale tedesco, e David Ben-Gurion, allora primo ministro israeliano, si incontrarono per la prima volta il 14 marzo 1960 a New York; il 12 maggio 1965, il cancelliere federale Ludwig Erhard e il primo ministro israeliano Levi Eshkol concordarono di stabilire relazioni diplomatiche.

Quale è il significato delle iniziative che organizzate?
Con i nostri eventi vogliamo aumentare la consapevolezza della lotta quotidiana di Israele per un’esistenza sicura e promuovere una solidarietà duratura. Dobbiamo prendere atto con rammarico che vi sono spesso incomprensione e talvolta odio immotivato, molti tedeschi giudicano erroneamente quanto accade in Israele. Non vogliamo che i tedeschi perdano il loro approccio critico ma crediamo sia importante comprendere il grande impegno con cui facciamo quotidianamente i conti con la nostra pesante eredità storica.

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