Le scuole possono partecipare alle manifestazioni d’odio? 25/09/2025
Lettera di Andrea Atzeni al Ministero dell'Istruzione pubblica (con video)
Autore: Deborah Fait

Le scuole possono partecipare alle manifestazioni d’odio?
Lettera di Andrea Atzeni al Ministero dell'Istruzione pubblica


Andrea Atzeni

Le agitazioni di lunedì scorso, 22 settembre, erano indette da alcune sigle sindacali (CUB, USB, SGB, ADL) “contro il Genocidio in Palestina”, “per dissociarsi dagli orribili crimini perpetrati dal Governo di Israele”, “per il sostegno incondizionato alla missione della Global Sumud Flotilla”, per “rompere con lo stato terrorista di Israele”, e così via.

Al contrario di quel che abbiamo letto su qualche quotidiano a grande tiratura, nessun adulto coinvolto poteva veramente credere di partecipare a “una manifestazione di piazza per nobili motivi”. Tanto meno a una ingenua languida e parziale manifestazione per i “bambini palestinesi”.

Si è trattato di una dimostrazione finalizzata alla demonizzazione dello stato di Israele.

Tra le immagini del corteo di Milano, in particolare, alcune ritraggono un gruppo di attivisti che reggono uno striscione con su scritto “PROGETTO PACE Liceo Tito Livio”. Sono dei ragazzi, accompagnati da alcuni adulti, che sembrerebbero guidarli. In un filmato intonano tutti orgogliosamente a gran voce lo slogan: “Docenti e studenti del Tito Livio dicono no al genocidio”.

Appare dunque doveroso porsi alcune domande: i ragazzi sono studenti attualmente iscritti al Liceo “Tito Livio” di Milano?
Erano autorizzati a partecipare a nome del (proprio) liceo? 
Gli accompagnatori adulti sono, come parrebbe, dei loro docenti (in servizio o in sciopero)? Erano lì ufficialmente delegati dal proprio istituto? Quando tutti farneticano come un sol uomo sul fantomatico genocidio di Gaza, esprimono una posizione del liceo? Il loro liceo promuove indirizzi di politica estera (sia pure solo se ostili con lo stato di Israele)?
 
Il “progetto pace” ha carattere didattico istituzionale (benché forse almeno extracurricolare)? Prevede la partecipazione a iniziative di questo genere? Quali altri insegnamenti vengono impartiti nell'ambito del “progetto”, sotto un tanto equivoco impiego della parola “pace”?Per l’amministrazione scolastica è tutto in regola, in ogni caso?
 
Sono certo che qualsiasi cittadino abbia visto le immagini in questione si sia legittimamente posto queste e altre simili domande.

Ecco il video (clicca sulla foto):