Gaza, Gaza, Gaza. Il tormentone che oscura la politica
Commento di Aldo Torchiaro
Testata: Il Riformista
Data: 06/09/2025
Pagina: 2
Autore: Aldo Torchiaro
Titolo: Gaza, Gaza, Gaza. Il tormentone che oscura la politica

Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 06/09/2025, a pagina 2, la cronaca di Aldo Torchiaro dal titolo "Gaza, Gaza, Gaza. Il tormentone che oscura la politica".

File:Aldo Torchiaro.png - Wikipedia
Aldo Torchiaro

Di cosa si parla al Festival dell'Unità? Di Gaza. Di cosa parla il sindacato della Rai? Di Gaza. Di cosa si parla alla Mostra del Cinema di Venezia? Sempre di Gaza. Ormai è l'unica ossessione della sinistra italiana, che però non parla mai (guarda caso) di Hamas e degli ostaggi israeliani.

Il tormentone dell’estate, “Gaza, Gaza”, è diventato l’imprescindibile mantra della politica. Il centrosinistra ne ha fatto una bandiera tanto agitata da risultare abusata, ossessivamente ripetitiva.

E, malgrado ci siano tutti i segnali di un’avvenuta saturazione, l’attività dei festival si indirizza sempre e solo sul tema Medio Oriente. A partire da quelli de L’Unità, ma non solo.

I festival del Pd – tradizione militante di fine estate – sono un ciclone.
Il partito di Elly Schlein organizza quest’anno oltre 450 Feste dell’Unità su tutto il territorio nazionale, tra edizioni locali, provinciali e tematiche. La “Gaza-ossessione” è il filo conduttore che lega tutti gli eventi.

Già il 4 settembre, a Livorno, gli attivisti dem hanno discusso di “Gaza, oltre l’abisso”, appuntamento moderato da Laura Boldrini con interventi di Rula Jebreal, Marco Tarquinio e altri. Il giorno prima, alla Festa nazionale di Reggio Emilia, nella Sala “Nilde Iotti”, un incontro dal titolo super partes: “Gaza, sterminio in diretta. Politica e società si mobilitano”, ancora con Laura Boldrini, affiancata da Marco Mascia e Silvia Stilli, moderati da Piero Sansonetti.

Il 12 settembre, presso l’Iren Green Park – Arena, prenderà il via “Live For Gaza”, raccolta fondi per sostenere la popolazione della Striscia. Dal Nazareno fanno sapere che all’evento musicale parteciperanno Guano Padano, Cristiano Godano, Pierpaolo Capovilla e altre band, per un concerto “promosso come gesto concreto di solidarietà verso la popolazione colpita”. Se avessero aggiunto “colpita da Hamas” sarebbe stato meglio: più chiaro e corretto.

Per chi avesse ancora dubbi, si preannuncia tutto contro Israele l’incontro “Pace, la via maestra”, con cui – sempre il 12 settembre – Alfredo D’Attorre, Walter Massa, Raffaella Dispenza e Raffaella Paita discuteranno dello scenario mediorientale. Non vogliamo fare spoiler, ma temiamo di conoscere già le conclusioni del dibattito.

D’altronde, in questo inizio di settembre, le castagne sul fuoco del Campo largo sono molte e, per toglierle, niente di meglio che i fumogeni della guerra nella Striscia. Pazienza per i bambini che muoiono di fame in Africa (e nello Yemen), dispiace per l’Ucraina bombardata senza pietà da Putin. Niente, infatti, sembra meritare le intemerate grida di dolore quanto Gaza. Stando attenti a non nominare mai Hamas, a non insistere sul rilascio degli ostaggi e a non disturbare l’asse di ferro e plutonio che lega la Russia all’Iran.
Due paesi che portano guerra e distruzione nel mondo, ma di cui le Feste dell’Unità o i compagni di Avs non trovano modo di occuparsi.

In effetti, oltre al Pd, c’è anche l’alleanza tra Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. “Terra!” entra nel vivo. La grande kermesse dell’Alleanza Verdi Sinistra – tre giorni a Roma – ha avuto per il suo battesimo la madrina che meritava: la relatrice Onu Francesca Albanese, salita sul palco insieme a Luana Zanella e Peppe De Cristofaro, entrambi parlamentari di Avs. Al termine del panel, la relatrice è stata salutata da un grande applauso e da cori “Palestina libera”. Sobrio il titolo di Open: “Standing ovation per Albanese”.

E dire che la coalizione di centrosinistra potrebbe impiegare questi giorni per definire con chiarezza cosa proporre agli elettori in Puglia, su quale programma correre in Calabria e come posizionarsi in Campania, dove ieri il governatore Vincenzo De Luca ha dichiarato:
«Noi avremo una discussione nelle prossime settimane molto seria, responsabile e rigorosa: aiuto alla povera gente, ma nessuna demagogia. Quando abbiamo parlato di reddito di cittadinanza, abbiamo assistito a anomalie allucinanti, a truffe, finte separazioni.
Noi dobbiamo proseguire su una linea di serietà, rigore e sostegno sociale per chi non ce la fa, ma nessuna demagogia, nessuna porcheria clientelare. Così continueremo a muoverci in Campania».
Chissà cosa ne pensa Roberto Fico.

In Puglia, mentre Schlein sembra ormai convinta a dare il via libera per Antonio Decaro come candidato presidente, è il M5S ad apparire in impasse. Conte mantiene l’opzione Nichi Vendola, ma il deputato pugliese Leonardo Donno taglia corto: «Ora è finito il tempo dell’attesa. Invitiamo le altre forze progressiste a compiere un serio e definitivo sforzo per colmare le distanze e riconoscere in Decaro il candidato oggettivamente più idoneo». Conte appare irritato: «Non commento» la nota diffusa da Donno, dice. «Ma una comunità che è rimasta in silenzio fin qui, che si è dichiarata costruttivamente disponibile a una soluzione, adesso chiede che ci sia una chiara decisione».

Sono giornate, anzi ore decisive per definire il quadro delle regionali ormai prossime. E sarebbero tanti gli aspetti da raccontare, ma anche i giornalisti sono distratti dal tema unico del momento.
Stampa Romana e la Federazione nazionale della stampa italiana sono anch’esse prese dal grande festival “Gaza, Gaza”.

La nota del sindacato dei giornalisti parla di «cronisti sul campo, fari accesi sui fatti, bersagli dell’Idf: le uniche versioni ammesse sono quelle degli embedded, addirittura degli influencer, chiamati all’improba sfida di coprire il dramma, i crimini di guerra e contro l’umanità, con la réclame». Addirittura? Parrebbe di sì, agli estensori della nota sindacale: «In tutto l’Occidente si fa concreta la tentazione di restringere gli spazi di manifestazione, di protesta pacifica, di confronto civile. E si impone una retorica bellicista, che mina concretamente il diritto di informare e di essere informati».

Stampa Romana sarà oggi, sabato, alle 18 in Piazza del Campidoglio, per manifestare vicinanza alla Flotilla. C’è chi sostiene che di Gaza non si parli affatto, che l’informazione sulla Flotilla sia soffocata. Ad altri – basterebbe guardare in rete, cercare su Google o accendere la tv su qualsiasi canale, a qualunque ora – sembra l’esatto contrario: si parla sempre e solo di Gaza, con un’interpretazione univoca, un pensiero unico sulla realtà.
E questo, per chi ama davvero informazione e giornalismo, dovrebbe essere davvero inaccettabile.

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