Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 06/09/2025, a pagina 1, l'editoriale di Angelica Calò Livne e Francesco Lucrezi dal titolo "Il processo".
In tutto il mondo, da quasi due anni, si sta svolgendo, com’è noto, un gigantesco processo contro una parte del popolo ebraico (spesso tutto quanto), celebrato in tutte le sedi immaginabili.
Aule di tribunale, certo, ma anche giornali, televisioni, università, scuole, piazze, festival, fiere, ristoranti, alberghi…
L’accusa è chiarissima: genocidio.
Le condanne sono varie, alcune già applicate, altre di futura esecuzione. Imputati cacciati, banditi, picchiati, uccisi, destinati (là dove stanno tutti insieme) alla completa eliminazione (dal fiume al mare).
Si può forse discutere sul fatto se queste condanne siano più o meno appropriate, ma sul fatto che una qualche condanna ci debba essere sembra inutile discutere. Possibile che l’intero mondo stia prendendo una gigantesca cantonata?
Ma è la prima volta che ciò succede? Direi proprio di no.
Ripercorriamo un po’ di storia.
Per quasi duemila anni gli ebrei (tutti gli ebrei del mondo) sono stati processati e condannati per avere (tutti quanti) ucciso Gesù.
Ma poi, con grande tempismo, nel 1965, la Chiesa ha detto, in un comunicato di quattro righe, che non era vero.
Piccolo errore giudiziario, scusate.
Dopo hanno detto che usavano il sangue dei bambini cristiani per fare il pane azzimo. Molte condanne sono state emanate per questa ragione. Ma poi, qualche secolo dopo, hanno riconosciuto che non era vero.
Piccolo errore giudiziario, scusate.
Dopo hanno detto che erano tutti usurai. Poi, molto tempo dopo, hanno riconosciuto che non era vero. Qualcuno sì, tutti no.
Piccolo errore giudiziario, scusate.
Dopo hanno detto che erano tutti comunisti rivoluzionari e pericolosi sovversivi. Ma, nello stesso tempo, hanno detto che erano tutti ricchi banchieri capitalisti, affamatori del popolo. Poi si sono accorti che era difficile che fossero tutti entrambe le cose insieme. Hanno riconosciuto che c’era stata un po’ di confusione.
Due piccoli errori giudiziari uguali e opposti, scusate.
Dopo hanno detto che appartenevano tutti a una razza inferiore.
In questo caso, non bisognava dimostrare che si fosse fatto qualcosa di male. La colpa era genetica. Bastava avere uno solo dei quattro nonni ebreo, e il destino era segnato. Il bello è che, prima, nessuno sapeva che esistesse una razza ebraica, nessuno ne aveva mai parlato. Ma, improvvisamente, questa razza ebraica è comparsa, e quasi tutti ci hanno creduto, al punto da impegnare enormi energie per procedere alla dovuta opera di disinfestazione.
Poi, però, gli stati impegnati a ripulire il mondo da questa razza, purtroppo per loro, hanno perso la guerra. E, improvvisamente, come un palloncino che scoppia, le razze, tutte le razze sono scomparse, compresa quella ebraica. Qualche milione di persone è stato condannato a morte per questo, ma pazienza.
Nessun errore giudiziario, è solo il codice penale che è cambiato.
Cose che capitano.
Ora c’è questo nuovo processo (e questa nuova condanna) per genocidio.
Domani certamente si riconoscerà che il solo fatto di averlo pensato è stato, oltre che una menzogna infamante, un’assurdità assoluta.
Si riconoscerà che non c’è mai stato un solo caso, nella storia, in cui, in una guerra di difesa, tanti soldati abbiano preferito rischiare, e spesso perdere, la propria vita, pur di non mettere a repentaglio quella di civili innocenti.
E si riconoscerà che l’unico responsabile di quelle morti era un altro.
Si ammetterà che quella condanna è stata un altro, piccolo errore giudiziario.
Magari avverrà tra qualche secolo, ma avverrà.
Tanto, che fretta c’è?
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