sabato 27 aprile 2024
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Vittorio Dan Segre - Storia dell’ebreo che voleva essere eroe - 29/09/2014 -
Erik Larson - Il giardino delle bestie - 19/09/2014 -
Bat Ye’or - leggere o rileggere i libri nei quali lo stato islamico era già ampiamente spiegato - 09/09/2014 -

Consigliamo di leggere, o rileggere, i libri di Bat Ye'or per comprendere che cosa sia il Califfato.

Bat Ye’or                 Verso il califfato universale. Come l'Europa è diventata complice dell'espansionismo mussulmano                   Lindau

Dedicatasi allo studio dello status delle comunità etnico-religiose nei paesi islamici, a cui ha dato un nome, «dhimmitudine», l’autrice nata in Egitto e di nazionalità britannica torna tre anni dopo il successo di "Eurabia", a occuparsi della resa dell'Europa all'islam sotto l'abile regia dell'Organizzazione della Conferenza Islamica, che riunisce 57 paesi e oltre un miliardo di persone. La strategia dell'OCI è sottile e insinuante: controlla la politica del Vecchio Continente con la minaccia del terrorismo e l'arma dell'immigrazione, lo ricatta economicamente grazie al petrolio, lo insidia sul piano religioso, incoraggiando il proselitismo e le conversioni, mentre la predicazione (e anche la semplice pratica) cristiana resta un tabù in molti paesi musulmani. L'OCI agisce anche sul piano legislativo e giuridico per veder sancito in tutto il mondo il principio in forza del quale i musulmani sono soggetti solo alla legge islamica, la sharì'a, ovunque risiedano. Questo principio, uno dei cardini della dhimmitudine, ha trovato la sua prima applicazione europea nel 2007, in Gran Bretagna, quando la sharì'a è stata ufficialmente riconosciuta come fonte di diritto - in materia di divorzio, eredità e violenze interne alla famiglia. L’Europa sta diventando parte della ummah, la «comunità dei fedeli»? Diventeremo, nei nostri stessi paesi, cittadini di seconda classe? I segnali in questa direzione si moltiplicano. Europa/Eurabia ha abiurato la propria storia e i propri valori attraverso alcune scelte fondamentali quali il ripudio delle radici cristiane, l’apertura della scuola pubblica all’insegnamento del Corano, l’abbandono di Israele e la scelta pregiudiziale a favore dei palestinesi di Hamas. Basterà un amalgama di paure e interessi nazionali che ha fatto della laicità una bandiera a salvarci dal «Califfato universale»? Una domanda complessa alla quale il libro di Bat Ye’or cerca di rispondere con competenza e rigore storico.

 

Bat Ye’or                      Eurabia. Come l'Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana, antisemita                   Lindau

Da oltre trent'anni l'Europa 'pianifica' con i paesi della Lega Araba la fusione delle due sponde del Mediterraneo in un nuovo agglomerato che Bat Ye'or ha denominato "Eurabia" . Questo progetto, perseguito con coerenza attraverso il cosiddetto "Dialogo Euro-Arabo", ha portato alla graduale e inesorabile trasformazione del continente europeo in un ibrido asservito alle esigenze politiche e agli standard culturali del mondo arabo. Il punto di partenza è da individuarsi nella crisi petrolifera del 1973 e nell'ambizioso progetto, soprattutto francese, di costruire un asse geopolitico e ideologico alternativo a quello americano e atlantico. In un arco di tempo relativamente breve l'Europa ha sacrificato la sua indipendenza politica, oltre che i suoi valori culturali e spirituali, in cambio di garanzie (rivelatesi illusorie) contro il terrorismo e di qualche vantaggio economico. Sulla base di una documentazione ampia e minuziosa, l'autrice ricostruisce le attività e gli strumenti che hanno prodotto questa folle deriva, dagli anni del pieno funzionamento del Dialogo Euro-Arabo alle perverse scelte sul piano della politica estera (adozione di un'ideologia antisemita e antisionista, demonizzazione di Israele e degli USA, sdoganamento del terrorismo islamico e di Arafat), fino ai recenti tentativi di occultamento della verità seguiti all'attentato dell'11 settembre e a quelli sul suolo europeo di Madrid e Londra. Una politica che ha condotto alla mancata integrazione degli immigrati musulmani, al proliferare di cellule terroriste islamiche in tutto il continente, al ripudio da parte dell'Europa delle sue radici ebraico-cristiane. Forse per gli europei è giunto il momento di riappropriarsi della loro autentica eredità spirituale, di "quei sacri valori di umanità che l'Europa, anche nei momenti più bui della sua storia, ha sempre cercato di preservare". Ma – avverte Bat Ye’or - occorre fare in fretta.

 

Bat Ye’or                   Il declino della cristianità sotto l’Islam. Dalla Jihad alla dhimmitudine.                Lindau

La conquista islamica è avvenuta all'insegna del jihad e della sharia, la guerra santa contro i non musulmani e il diritto fondato sul Corano. Quando le popolazioni di religione cristiana, ebraica e zoroastriana che abitavano lungo le rive del Mediterraneo e nei territori dell'antica Persia vennero sottomesse dagli arabi e dai turchi, divennero, nei loro stessi territori, dhimmi, cioè privi di diritti. Ma quali forze, secolo dopo secolo, prepararono e imposero la dhimmitudine, modellandosi su un progetto politico di lungo termine teso a sconfiggere le altre religioni? Come è possibile spiegare un'espansione dell'islam così rapida e una sua penetrazione così profonda in paesi tanto diversi tra di loro e spesso sede di culture antiche e profondamente radicate? Sulla scorta di una documentazione storica cospicua, Bat Ye'or dimostra che se la dhimmitudine è stata certamente la conseguenza delle conquiste militari, è però stata soprattutto il frutto della cooperazione di élite civili e religiose altamente civilizzate e di maggioranze poco coese e per questo motivo incapaci di reagire.

Giorgia Greco

Miki Bencnaan - Il grande circo delle idee - 29/08/2014 -

Il grande circo delle idee                Miki Bencnaan
Traduzione di Anna Linda Callow
Giuntina                                              euro 18

La XVIII edizione del Festival della letteratura di Mantova (3-7 settembre) è un’occasione imperdibile per incontrare Miki Bencnaan. Docente presso la Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme, scenografa, costumista oltre che esperta di nuove tecnologie, l’autrice israeliana che ha pubblicato in proprio il suo primo libro ottenendo positive recensioni, sarà nella città lombarda domenica 7 settembre alle ore 10.00 presso la Basilica Palatina di S. Barbara in occasione dell’uscita del secondo romanzo, apparso in Israele nel 2011 con il titolo “Ha-Kirkas ha-gadol shel ha-ra’ayonot” e divenuto in poco tempo un bestseller. “Il grande circo delle idee” arriva in Italia nella bella versione di Anna Linda Callow grazie all’intuito di Shulim Vogelmann della casa editrice Giuntina che ancora una volta ha scoperto una voce originale della letteratura israeliana. Miki Bencnaan ha scritto una storia intensa che interseca le strade della Memoria con quelle della vita quotidiana e ci restituisce il racconto commovente e magico delle esistenze segrete di quattro ospiti della casa di riposo Yadlitza Norbert di Gerusalemme. Il romanzo, dalla struttura simile a una rappresentazione teatrale, prende avvio con il ritrovamento del corpo di due donne anziane nella casa di riposo gerosolimitana. Se la causa della morte è chiara, asfissia per le esalazioni di gas provenienti da una vecchia stufa, gli abiti che indossano le due donne destano sgomento nei parenti e nei poliziotti intervenuti sul posto: l’una indossa un travestimento da elefante, l’altra è abbigliata come una bambola; entrambe paiono fuggite da un Circo. Quale mistero si cela dietro quelle morti sorprendenti e ad un primo sguardo inspiegabili? “…il figlio della signora Hopsa ha raccontato che sua madre era molto attenta a spegnere la stufa prima di andare a dormire. La sua morte lo ha scosso profondamente”. Con raro talento narrativo l’autrice tesse un racconto di forte impatto emotivo che, seppur pervaso talvolta da amara ironia, non cela nulla dell’orrore della Shoah e delle conseguenze fisiche ed emotive nella vita dei sopravvissuti. “Vivere” e “Morire” sono i capitoli centrali del romanzo al cui interno si declinano le storie dei protagonisti che a vario titolo si ritroveranno nella casa di riposo Yadlitza Norbert: Pesca Principali primo di quattro figli è spinto dai genitori a entrare in seminario ma le visioni di elefanti che visitano la sua mente e i sentimenti che albergano nel suo animo lo inducono a lasciare quella vita e a iscriversi come residente nella casa di riposo di Gerusalemme; Futerko (Milinka) Hopsa e Inge Vonderholtzen l’una ebrea, l’altra tedesca figlia di un comandante delle SS si incontrano nel campo di sterminio di Belzec nella primavera del 1942 e per una di quelle casualità che solo la vita sa creare le loro esistenze rimarranno intrecciate per tutta la vita: uno stormo di corvi salverà l’una dalle camere a gas mentre un costume da elefante consentirà all’altra di vivere una vita non sua. Emanuel Elbalak che ha avuto un’infanzia segnata dalla perdita dei genitori, entrambi sordi, è stato adottato da una famiglia argentina, studia a Cordoba e dopo la morte dei genitori adottivi si trasferisce a New York. L’amore per le piante e gli alberi gli indicano la strada da percorrere. Diventato agronomo Emanuel vuole creare un trono biologico da semi di ciliegio e dedica la sua vita al raggiungimento di questo obiettivo. Leon Vaydenfeld è stato un artista brillante e le sue “capacità di regista si integravano alla perfezione con le sue doti musicali e il suo nome era cresciuto costantemente ….” Dopo che i nazisti gli hanno sterminato la famiglia giunge nel campo di Belzec e diventa il numero 135713 con il compito di suonare il violino nell’ orchestra vicino alle camere a gas. L’incarico di insegnare musica alla piccola Inge, figlia del comandante SS, si rivela infruttuoso per la scarsa attitudine della bambina ma gli offre l’occasione per tentare la fuga e scampare miracolosamente a un destino di morte. Il ritorno alla vita è lento e passa attraverso un lungo ricovero in una casa di cura psichiatrica prima di arrivare alla Yadlitza Norbert con un progetto già chiaro in mente che si propone di realizzare nel tempo che gli resta da vivere. E’ lui il regista che insieme a Emanuel, Futerko e Pesca dà vita a un coro il cui prestigio si espande ben oltre la casa di riposo e, nel frattempo, prepara a insaputa dei tre compagni un “evento teatrale” mai messo in scena; solo alla sua morte, visionando alcune cassette lasciate come testamento, i tre amici capiranno veramente chi era quel geniale regista, quale terribile dramma si portava dentro e le ragioni profonde che lo avevano indotto a intrecciare la sua esistenza con la loro. Non è semplice riassumere la trama di questo libro tale è la ricchezza della narrazione che scorre come un fiume impetuoso sotto l’incalzare di avvenimenti imprevedibili, di situazioni drammatiche e talvolta bizzarre, a metà strada fra magia e realtà. Anche i personaggi secondari del libro rivestono un ruolo determinante, come il nipote di Futerko, un giovane un po’ strambo, legato da profondo affetto alla nonna di cui accetterà di raccontare la storia in un libro. Nei capitoli dedicati a Pinki l’autrice dispiega un garbato umorismo nel descrivere situazioni esilaranti ma anche un’accurata capacità introspettiva nel cogliere le contraddizioni e gli stati d’animo che agitano il cuore degli uomini. Assoluta centralità hanno le “idee” che, scaturite dall’estro dell’uomo e realizzate da una tenace volontà, hanno il potere di cambiare il mondo e di renderlo migliore: i personaggi del libro, magistralmente ritratti, sono come attori di teatro che mettono in scena un’opera capace di dare concretezza alle aspirazioni più recondite dell’essere umano che, salvando se stesso, salva il mondo. Mescolando fantasia e realtà in un romanzo di rara freschezza espressiva, l’autrice riesce a comporre uno scenario che cattura, sconvolge, fa battere il cuore, fa rallentare la lettura per fermarsi a pensare e il tutto attraverso una storia fuori dal comune raccontata con misurata, discreta spesso poetica dolcezza.

 Giorgia Greco

Gabriele Mandel Khan Alfabeto ebraico 11/08/2014 -

Gabriele Mandel Khan

Alfabeto ebraico

Mondadori

 

Conoscere l'alfabeto ci permette di scrivere, ma conoscere i valori segreti delle lettere ci permette di possedere la "Conoscenza dei Misteri". L'alfabeto ebraico ha, per la speculazione qabbalistica, un valore eminente: esso non è solamente il veicolo di transito di ogni pensiero, ma - ne fa fede la Bibbia è il pilastro portante sul quale è stato creato l'intero universo. Immutabile nei secoli, come immutabile è stata la realtà del popolo ebraico con i suoi valori mistici, esoterici, speculativi; e di tutto ciò questo libro offre una testimonianza completa. Lo Zòhar (Libro dello splendore) narra che, quando ancora tutto era caos, ogni lettera si presentò a Dio chiedendogli di essere usata per realizzare la Creazione. L'alfabeto ebraico non va quindi visto come una semplice sequenza di segni atti a trascrivere parole e frasi. Addentrandosi nella tradizione esoterica, si scopre che a ogni lettera è stato attribuito un fondamento della conoscenza religiosa stessa, e questa si basa sulle lettere quali ricettacoli della potenza divina. In questo libro Gabriele Mandel ci aiuta a conoscerne i valori, capire le inferenze, penetrare a fondo i misteri, anche magici, delle lettere dell'alfabeto ebraico. Di ognuna traccia le caratteristiche grafiche e fonetiche, i significati simbolici e l'esatta traslitterazione. Nella seconda parte del volume viene presentata una panoramica dell'uso estetico delle lettere, nei manoscritti e nei libri a stampa che, fra i più antichi, sono patrimonio dell'umanità tutta.

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