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Patrick Modiano - Dora Bruder - 29/10/2014 -

Dora Bruder
Patrick Modiano
Traduzione di Francesco Bruno
Guanda euro 14,50

La decisione della Reale Accademia di Svezia di conferirgli il premio Nobel per la Letteratura ha stupito Patrick Modiano, scrittore e sceneggiatore ebreo di origini italiane, nato nel 1945 nel sobborgo parigino di Boulogne-Billancourt. “Mi sembra irreale essere finito insieme ad autori, come Camus, che ammiravo tanto quando ero bambino e adolescente” commenta Modiano dopo aver appreso la notizia del riconoscimento conferitogli “per l’arte della memoria con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e scoperto il mondo dell’occupazione nazista”. Molto apprezzato in Francia dove è studiato persino nelle scuole, Patrick Modiano ha conquistato le vetrine delle librerie italiane grazie al premio Nobel che ha dato impulso alla conoscenza di uno scrittore le cui opere fino ad oggi erano quasi introvabili nel nostro Paese. Figlio di un ebreo di origini italiane e di un’attrice fiamminga, Modiano è autore di una memoria che non gli appartiene e ancora oggi ossessionato dal periodo dell’occupazione nazista e del collaborazionismo con gli invasori che ha visto coinvolto anche il padre Albert. Rintracciare i fili di esistenze per strapparle all’oblio, rievocare le atmosfere cupe di quegli anni, ricostruire con maestria la vita di personaggi realmente esistiti sono solo alcune delle caratteristiche della sua narrativa, in una costante ricerca di un passato che non ha vissuto ma di cui sente il peso come uomo e come ebreo. Non ci sono trame incalzanti né conclusioni definitive nei suoi romanzi, bensì frammenti di vite e di avvenimenti che lasciano il lettore a interrogarsi su enigmi irrisolti. Con il primo romanzo, La place de l’Etoile pubblicato nel 1967 ottiene il premio Roger Nimier, mentre con Rue des boutiques obscures conquista il premio Goncourt nel 1978. Ma la sua opera più famosa rimane Dora Bruder. Vincitore del premio Bottari Lattes Grinzane 2012 il libro che ha suscitato molto clamore esce per la prima volta da Gallimard nel 1997 e in Italia nel 1998 e nel 2011 con la casa editrice Guanda. Come per gli altri romanzi anche Dora Bruder è ambientato nella capitale parigina. Leggendo un vecchio numero di Paris Soir del 31 dicembre 1941 Modiano apprende della scomparsa di questa ragazza un po’ ribelle da un annuncio apparso nella rubrica di terza pagina “Da ieri a oggi”: “Si cerca una ragazza di 15 anni, Dora Bruder, m 1,55, volto ovale, occhi castano-grigi, cappotto sportivo grigio, pullover bordeaux, gonna e cappello blu marina, scarpe sportive color marrone. Inviare eventuali informazioni ai coniugi Bruder, boulevard Ornano 41, Parigi”. Genitori disperati cercano notizie della figlia. Da qui Modiano parte per cercare di riempire quel vuoto, per ridare vita a un’esistenza che altrimenti sarebbe rimasta relegata nel buco nero dell’oblio. Scomparsa alla fine di dicembre 1941 da un istituto di suore dove era alloggiata, Dora ricompare otto mesi dopo, poco prima di essere arrestata e condotta insieme al padre nel campo di sterminio di Auschwitz dove morirà. Pagina dopo pagina Modiano, partendo dal quartiere Ornano di Parigi che gli ricorda la sua adolescenza, ricostruisce la storia dei genitori di Dora, si interroga sulle motivazioni che possono aver indotto la giovane a fuggire, percorre le strade che il passare del tempo ha mutato nella speranza di trovare un filo che lo riconduca agli ultimi mesi di vita di Dora. E in questa ricerca l’autore torna alla sua infanzia con ricordi dolci ma anche carichi di amarezza da cui emerge, senza alcuna recriminazione, il difficile rapporto con un padre collaborazionista dei nazisti. Se dalle ricerche dell’autore si delinea, almeno in parte, la figura della giovane Dora, una ragazza che avrebbe potuto aspirare ad una vita felice se l’immane tragedia dell’Olocausto non l’avesse inghiottita, rimangono un mistero inesplorato i motivi che l’hanno indotta a fuggire dal collegio di suore, il luogo dove ha vissuto nei freddi mesi invernali, le persone che ha frequentato e le difficoltà che avrà sicuramente incontrato. Ma l’atto di ribellione di Dora non è stato vano perché grazie ad esso e nel tentativo di riempire il “vuoto” delle sue giornate trascorse lontano dalla famiglia, Modiano fa rivivere le esistenze di personaggi famosi, di gente comune, delle coetanee di Dora e delle tante persone che ne hanno incrociato il destino. Con quest’opera Modiano ci consegna il ritratto intenso e commovente di una giovane donna travolta dai flutti della Storia la cui memoria rivive con forza nella mente del lettore grazie alla straordinaria arte narrativa di “uno scrittore contemporaneo che tenta un’impresa impossibile ma indispensabile: tenere vivo il legame con l’orrore del nostro passato recente” (Le Monde).


Giorgia Greco

''E' il suo segreto. Povero e prezioso segreto che i carnefici, le ordinanze, le autorita' cosiddette d'occupazione, il Deposito, le caserme, i campi, la Storia, il tempo - tutto cio' che insozza e distrugge - non sono riusciti a rubarle''. Il segreto di Dora Bruder, ebrea francese di 15 anni, non sara' mai svelato: Auschwitz lo impedira'. Quello di Modiano - ha detto giustamente Citati - e' un romanzo sul 'vuoto': la giovane si aggira in una Parigi deserta e silenziosa in cui non lascia tracce. Modiano racconta di essersi interessato a Dora leggendo un vecchio numero di 'Paris-Soir' del 31 dicembre 1941: quel giorno nel giornale appare un annuncio nel quale un padre e una madre affranti chiedono a chi ne puo' essere informato notizie della loro figlia. Una richiesta di aiuto rimasta sospesa, perche' appunto quel 'buco' rimarra' insoluto. Modiano parte da questa richiesta: da li' ricostruisce la storia della famiglia, i possibili motivi che hanno indotto la ragazza a sparire e che cosa abbia fatto per quel lasso tempo. Ripercorre i quartieri periferici di Parigi dove forse la ragazza si e' aggirata: gli hotel oramai chiusi da tempo, i cinema che non esistono piu'. Otto mesi dopo la sua scomparsa, Dora torna visibile, in tempo per essere richiusa con il padre al Velodromo d'Inverno dopo la razzia degli ebrei francesi, e quindi deportata ad Auschwitz dove morira'. Quel che avvenne in quei mesi che precedettero la sua deportazione, resta dunque un mistero: forse fu una fuga d'amore, o forse no. Non e' dato saperlo. Tuttavia - e qui e' la grande maestria di Modiano - e' proprio grazie al suo atto di ribellione che Bruder esce da cono d'ombra della storia e rivive le sue passate giornate. Un modo, ineccepibile, di richiamare la Memoria al di la' delle cerimonie ufficiali, delle giornate dedicate. Di lei sappiamo che e' esistita, era alta 1,55, aveva il volto ovale, gli occhi castano-grigi, un cappotto sportivo grigio, un pullover bordeaux, gonna e cappello blu marina, scarpe sportive color marrone. Ed abitava in Boulevard Ornano 41, 18/o arrondissement. Sembra di vederla, prima di scomparire travolta dalla volonta' omicida nazista.

Massimo Lomonaco - ANSA

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Consigliamo di leggere, o rileggere, i libri di Bat Ye'or per comprendere che cosa sia il Califfato.

Bat Ye’or                 Verso il califfato universale. Come l'Europa è diventata complice dell'espansionismo mussulmano                   Lindau

Dedicatasi allo studio dello status delle comunità etnico-religiose nei paesi islamici, a cui ha dato un nome, «dhimmitudine», l’autrice nata in Egitto e di nazionalità britannica torna tre anni dopo il successo di "Eurabia", a occuparsi della resa dell'Europa all'islam sotto l'abile regia dell'Organizzazione della Conferenza Islamica, che riunisce 57 paesi e oltre un miliardo di persone. La strategia dell'OCI è sottile e insinuante: controlla la politica del Vecchio Continente con la minaccia del terrorismo e l'arma dell'immigrazione, lo ricatta economicamente grazie al petrolio, lo insidia sul piano religioso, incoraggiando il proselitismo e le conversioni, mentre la predicazione (e anche la semplice pratica) cristiana resta un tabù in molti paesi musulmani. L'OCI agisce anche sul piano legislativo e giuridico per veder sancito in tutto il mondo il principio in forza del quale i musulmani sono soggetti solo alla legge islamica, la sharì'a, ovunque risiedano. Questo principio, uno dei cardini della dhimmitudine, ha trovato la sua prima applicazione europea nel 2007, in Gran Bretagna, quando la sharì'a è stata ufficialmente riconosciuta come fonte di diritto - in materia di divorzio, eredità e violenze interne alla famiglia. L’Europa sta diventando parte della ummah, la «comunità dei fedeli»? Diventeremo, nei nostri stessi paesi, cittadini di seconda classe? I segnali in questa direzione si moltiplicano. Europa/Eurabia ha abiurato la propria storia e i propri valori attraverso alcune scelte fondamentali quali il ripudio delle radici cristiane, l’apertura della scuola pubblica all’insegnamento del Corano, l’abbandono di Israele e la scelta pregiudiziale a favore dei palestinesi di Hamas. Basterà un amalgama di paure e interessi nazionali che ha fatto della laicità una bandiera a salvarci dal «Califfato universale»? Una domanda complessa alla quale il libro di Bat Ye’or cerca di rispondere con competenza e rigore storico.

 

Bat Ye’or                      Eurabia. Come l'Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana, antisemita                   Lindau

Da oltre trent'anni l'Europa 'pianifica' con i paesi della Lega Araba la fusione delle due sponde del Mediterraneo in un nuovo agglomerato che Bat Ye'or ha denominato "Eurabia" . Questo progetto, perseguito con coerenza attraverso il cosiddetto "Dialogo Euro-Arabo", ha portato alla graduale e inesorabile trasformazione del continente europeo in un ibrido asservito alle esigenze politiche e agli standard culturali del mondo arabo. Il punto di partenza è da individuarsi nella crisi petrolifera del 1973 e nell'ambizioso progetto, soprattutto francese, di costruire un asse geopolitico e ideologico alternativo a quello americano e atlantico. In un arco di tempo relativamente breve l'Europa ha sacrificato la sua indipendenza politica, oltre che i suoi valori culturali e spirituali, in cambio di garanzie (rivelatesi illusorie) contro il terrorismo e di qualche vantaggio economico. Sulla base di una documentazione ampia e minuziosa, l'autrice ricostruisce le attività e gli strumenti che hanno prodotto questa folle deriva, dagli anni del pieno funzionamento del Dialogo Euro-Arabo alle perverse scelte sul piano della politica estera (adozione di un'ideologia antisemita e antisionista, demonizzazione di Israele e degli USA, sdoganamento del terrorismo islamico e di Arafat), fino ai recenti tentativi di occultamento della verità seguiti all'attentato dell'11 settembre e a quelli sul suolo europeo di Madrid e Londra. Una politica che ha condotto alla mancata integrazione degli immigrati musulmani, al proliferare di cellule terroriste islamiche in tutto il continente, al ripudio da parte dell'Europa delle sue radici ebraico-cristiane. Forse per gli europei è giunto il momento di riappropriarsi della loro autentica eredità spirituale, di "quei sacri valori di umanità che l'Europa, anche nei momenti più bui della sua storia, ha sempre cercato di preservare". Ma – avverte Bat Ye’or - occorre fare in fretta.

 

Bat Ye’or                   Il declino della cristianità sotto l’Islam. Dalla Jihad alla dhimmitudine.                Lindau

La conquista islamica è avvenuta all'insegna del jihad e della sharia, la guerra santa contro i non musulmani e il diritto fondato sul Corano. Quando le popolazioni di religione cristiana, ebraica e zoroastriana che abitavano lungo le rive del Mediterraneo e nei territori dell'antica Persia vennero sottomesse dagli arabi e dai turchi, divennero, nei loro stessi territori, dhimmi, cioè privi di diritti. Ma quali forze, secolo dopo secolo, prepararono e imposero la dhimmitudine, modellandosi su un progetto politico di lungo termine teso a sconfiggere le altre religioni? Come è possibile spiegare un'espansione dell'islam così rapida e una sua penetrazione così profonda in paesi tanto diversi tra di loro e spesso sede di culture antiche e profondamente radicate? Sulla scorta di una documentazione storica cospicua, Bat Ye'or dimostra che se la dhimmitudine è stata certamente la conseguenza delle conquiste militari, è però stata soprattutto il frutto della cooperazione di élite civili e religiose altamente civilizzate e di maggioranze poco coese e per questo motivo incapaci di reagire.

Giorgia Greco

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